(LA) Bolla Beati Petri, Bullarii Romani continuatio, vol. XIV, Romae, 1849, pp. 344-358.
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Testo del breve pubblicato in edizione latina e traduzione francese in: Bulletin des lois de l'Empire français, quarta serie, tomo terzo, pp. 58-69. A seguire la lettera esecutoria del cardinale Caprara (pp. 69-92).
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Lo storico Palemone Luigi Bima, nella sua opera Serie cronologica dei romani pontefici e degli arcivescovi e vescovi di tutti gli stati di terraferma di S.S.R.M. e di alcune del regno di Sardegna (seconda edizione, Torino 1842, pp. 122-130), elenca una serie di vescovi per i quali non esiste alcuna documentazione o prova storica. Secondo Lanzoni, quei vescovi «furono immaginati da uno scrittore eporediese assolutamente fantastico». Per Savio si tratta di «una lista assolutamente fantastica». Cappelletti (op. cit., pp. 179-180) , pur riportandone i nomi, commenta: «Non ho potuto verificare nessuna delle testimonianze a cui egli ne appoggiò l'esistenza, perché né tra le grandi collezioni di concili, né tra le lettere dei pontefici ho trovato veruna delle cose da lui attestate...». Gams e Saroglia ignorano semplicemente tutti i nomi menzionati dal Bima, e cioè: Guglielmo I (502), Arnolfo (555), Placidio (591), Antero I (618), Guglielmo II (686), Wiberto I (705), Antero II (724), Desiderio II (790), Giuseppe II (965). Anche il sito ufficiale della diocesi esclude dalla cronotassi eporediense tutti questi nomi.
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Gonzaga Alberto, su treccani.it. URL consultato il 5 dicembre 2021.