«Quando il termine riemerse in Israele negli anni '40 e '50, designò tutti gli ebrei che avevano accettato il cristianesimo nella sua forma evangelica protestante. I missionari, come il battista
Robert L. Lindsey, osservarono che per gli ebrei israeliani, il termine
nozrim, "cristiani" in ebraico, significava quasi automaticamente, una religione aliena, ostile. Poiché tale termine aveva reso quasi impossibile convincere gli ebrei che il cristianesimo era la loro religione, i missionari cercarono un termine più neutro, uno che non suscitasse sentimenti negativi. Scelsero
Meshichyim, messianici, per superare la diffidenza e l'antagonismo del termine
nozrim.
Meshichyim come termine aveva anche il vantaggio di sottolineare il messianismo come componente importante della fede cristiano-evangelica che le missioni e le comunità di ebrei convertiti al cristianesimo propagavano. Trasmetteva il senso di una nuova religione innovativa, piuttosto che quello di una vecchia, negativa. Il termine veniva usato in riferimento a quegli ebrei che accettavano Gesù come loro personale salvatore, e non si applicava agli ebrei che accettavano il cattolicesimo di Roma, che in Israele sono chiamati cristiani ebrei. Il termine 'giudaismo messianico' è stato adottato negli Stati Uniti nei primi
anni 1970 da quei convertiti al cristianesimo evangelico che desideravano un atteggiamento più assertivo da parte dei convertiti nei confronti delle loro radici ebraiche.»