«Come osserva lo storico A. Koyré nei suoi "Studi newtoniani" (Ed. Einaudi, 1972), la geometrizzazione del mondo fisico implica una matematica in cui "Le curve e le figure non risultano costituite da diversi elementi geometrici, non vengono formate nello spazio dall'intersezione di corpi e piani geometrici, e neppure rappresentano un'immagine spaziale delle relazioni strutturali espresse in esse da formule algebriche. Sono invece determinate e descritte dal moto di punti e linee nello spazio".
Newton abbandona quindi una definizione statica (quale quella algebrica cartesiana) degli enti geometrici per una definizione dinamica. Questa concezione delle grandezze geometriche come generate da moti continui, e quindi tutte dipendenti dal tempo — piuttosto che come aggregati di elementi infinitesimi — è alla base del "Methodus fluxionum et seriarum infinitarum" (1671). In quest'opera si introducono i concetti di fluente e di flussione; fluente è una quantità generata da un moto continuo: si pensi ad un'area che si accresce nel tempo, oppure alla curva descritta dal moto di un punto, ecc. Flussione è la velocità con cui è generata la fluente. Il problema del calcolo è impostato nei seguenti termini: data una relazione tra fluenti x, y, trovare la relazione fra le rispettive flussioni x', y'.» (Giorgio Israel, I. Newton: i concetti fondamentali del Calcolo Infinitesimale, consultato il 16 gennaio 2022).