Hodge, pp. 255-258. [4] A. Trevor Hodge, Roman Aqueducts & Water Supply, 2ª ed., Londra, Duckworth Archaeology, 2001.
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Por medio desta çibdat pasa una rivera, que los romanos truxieron con grandissimo trabajo é metieron por medio della, é esta es el Tiberi; éfizieron nuevo suelo, dizen que de plomo, é entradas é salidas á la una parte é á la otra de la çibdat, ansf para abrevar cavallos, como para tomar agua é fazer otros servicios convenientes al pueblo; é quien por otro lugar entrase anegarse ía. Pedro Tafur: Andanças é viajes (1435-1439), p. 23
Per il primo probabile sviluppo dei bagni pubblici romani, vedi Fagan, Garrett G., Bathing in Public in the Roman World, University of Michigan Press, 1999, pp. 42 - 44. googlebooks preview
Il generale e ingegnere idraulico romano Frontino ha poi calcolato la sua portata di 1825 quinaria (75,537 metri cubici) in 24 ore; v. Samuel Ball Platner (1929, completato e rivisto da Thomas Ashby): A Topographical Dictionary of Ancient Rome. London: Oxford University. p. 29.
"In quel tempo i Decemviri, mentre consultavano per altre cause i libri sibillini, si disse che avevano scoperto che non era lecito portare l'acqua marcia o piuttosto l'anio — di solito la tradizione parla di questo — al Campidoglio. Si dice che la materia sia stata discussa al Senato durante il consolato di Appio Claudio e Quinto Cecilio e che Marco Lepido abbia svolto il ruolo di relatore per conto del collegio dei Decemviri; tre anni dopo l'argomento fu posto nuovamente all'ordine del giorno da Lucio Lentulo, durante il consolato di Gaio Lelio e Quinto Servilio, ma in entrambe le occasioni l'influenza di Marcio Re vinse; e quindi l'acqua fu condotta al Campidoglio" Frontino, 6 - 20, [1]Sesto Giulio Frontino, De aquaeductu.
Il senso di venter come "ventre", "pancia" è evidente in Vitruvio8.6: Et quando sarano venuti al fondo non altramente si susbstrue, ad ciò che sia il livelamento quanto longissimo (ma questa cosa serà il ventre quale li Graeci appellano κοιλιαν). Dopoi quando serà venuto al adverso clivo perché dal longo spacio del ventre levemente el comenza a tumescere, alhora in altitudine del sumo clivo si exprima..... (traduzione: Cesare Cesariano, 1521)