«Nessuna altra cosa può rendere la mente compagna del desiderio disordinato se non la propria volontà e il libero arbitrio» (Agostino, Il libero arbitrio., libro I, 11, 21).
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Secondo la leggenda, per via del notevole impegno che Agostino profuse nell'opera, un angelo gli avrebbe spiegato che il tentativo umano di comprendere il mistero della Trinità era come cercare di raccogliere l'acqua del mare in una piccola buca sulla sabbia: l'episodio è stato raffigurato da Botticelli in una pala conservata agli Uffizi di Firenze.
Oggi infatti gli studiosi concordano sul fatto che la filosofia agostiniana è sostanzialmente di stampo neoplatonico (Werner Beierwaltes, Agostino e il neoplatonismo cristiano, prefazione e introduzione di Giovanni Reale, traduzione di Giuseppe Girgenti e Alessandro Trotta, Milano, Vita e pensiero, 1995). Gli studi del professor Reale ad esempio hanno contribuito a rimuovere le interpretazioni medievali del pensiero di Agostino, riconducendolo entro la cornice di un autentico neoplatonismo. Sant'Agostino erede di Platone, in Corriere della Sera, 12 dicembre 2007. URL consultato il 22 aprile 2022.
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Come già ripetuto, Agostino erediterà da Platone la fede nell'esistenza di due mondi indipendenti: uno intellegibile nel quale dimora la Verità e si conosce l'anima, e uno sensibile che, manifesto alla vista e al tatto, è creato a immagine e a verosimiglianza del primo. Il mondo sensibile può indurre gli stolti a rimanere schiavi dell'opinione, smarrendo la vera conoscenza (Contra Academicos, III, 17.37), (LA, EN) Vernon J. Bourk, Augustine’s View of Reality, in The Saint Augustine Lecture Series, 1963, p. 38, DOI:10.5840/stauglect19639, ISSN 2153-3040 (WC · ACNP). URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020). Secondo Agostino, Platone fu l'uomo «più sapiente e più colto della sua epoca»: seppe costruire un sistema filosofico perfetto, unendo «all'arguzia e alla finezza socratica, che ebbe in materia di morale, la scienza delle cose naturali e divine», che Pitagora aveva appreso dalle discussioni con Ferecide di Siro riguardo all'anima immortale, Biviana Unger, Tra scetticismo e platonismo: la ricerca agostiniana della verità - Seminario di Filosofia Medievale (PDF), su cirfim.unipd.it, Università di Padova, 17 maggio 2017, p. 3. URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020).
Ugo e Annamaria Perone, Giovanni Ferretti, Claudio Ciancio, Storia del pensiero filosofico, vol. I, Torino, SEI, 1975.
Si tratta di un concetto, questo di Agostino, che rievoca le parole di Paolo di Tarso: «C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; io infatti non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me» (Paolo, Lettera ai RomaniRm 7, 18-20, su laparola.net.).
«L'aggancio con le dottrine stoiche in Agostino è mediato attraverso Cicerone e Varrone», dai quali egli riprende, tra le altre cose, l'idea della felicità come scopo della filosofia; Luigi Manca, Il primato della volontà in Agostino e Massimo il Confessore, Roma, Armando, 2002, p. 57, ISBN88-8358-385-X. Sull'influsso dello stoicismo sul giovane Agostino, che se ne discosterà soltanto nella vecchiaia, vedi anche L'originalità del Verbum nel De Trinitate di Agostino d'Ippona., articolo di Gaetano Piccolo, Mondodomani, 2011.
santiebeati.it
Santa Monica, su santiebeati.it. URL consultato il 22 settembre 2024.
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Come già ripetuto, Agostino erediterà da Platone la fede nell'esistenza di due mondi indipendenti: uno intellegibile nel quale dimora la Verità e si conosce l'anima, e uno sensibile che, manifesto alla vista e al tatto, è creato a immagine e a verosimiglianza del primo. Il mondo sensibile può indurre gli stolti a rimanere schiavi dell'opinione, smarrendo la vera conoscenza (Contra Academicos, III, 17.37), (LA, EN) Vernon J. Bourk, Augustine’s View of Reality, in The Saint Augustine Lecture Series, 1963, p. 38, DOI:10.5840/stauglect19639, ISSN 2153-3040 (WC · ACNP). URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020). Secondo Agostino, Platone fu l'uomo «più sapiente e più colto della sua epoca»: seppe costruire un sistema filosofico perfetto, unendo «all'arguzia e alla finezza socratica, che ebbe in materia di morale, la scienza delle cose naturali e divine», che Pitagora aveva appreso dalle discussioni con Ferecide di Siro riguardo all'anima immortale, Biviana Unger, Tra scetticismo e platonismo: la ricerca agostiniana della verità - Seminario di Filosofia Medievale (PDF), su cirfim.unipd.it, Università di Padova, 17 maggio 2017, p. 3. URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020).
Come già ripetuto, Agostino erediterà da Platone la fede nell'esistenza di due mondi indipendenti: uno intellegibile nel quale dimora la Verità e si conosce l'anima, e uno sensibile che, manifesto alla vista e al tatto, è creato a immagine e a verosimiglianza del primo. Il mondo sensibile può indurre gli stolti a rimanere schiavi dell'opinione, smarrendo la vera conoscenza (Contra Academicos, III, 17.37), (LA, EN) Vernon J. Bourk, Augustine’s View of Reality, in The Saint Augustine Lecture Series, 1963, p. 38, DOI:10.5840/stauglect19639, ISSN 2153-3040 (WC · ACNP). URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020). Secondo Agostino, Platone fu l'uomo «più sapiente e più colto della sua epoca»: seppe costruire un sistema filosofico perfetto, unendo «all'arguzia e alla finezza socratica, che ebbe in materia di morale, la scienza delle cose naturali e divine», che Pitagora aveva appreso dalle discussioni con Ferecide di Siro riguardo all'anima immortale, Biviana Unger, Tra scetticismo e platonismo: la ricerca agostiniana della verità - Seminario di Filosofia Medievale (PDF), su cirfim.unipd.it, Università di Padova, 17 maggio 2017, p. 3. URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020).
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Come già ripetuto, Agostino erediterà da Platone la fede nell'esistenza di due mondi indipendenti: uno intellegibile nel quale dimora la Verità e si conosce l'anima, e uno sensibile che, manifesto alla vista e al tatto, è creato a immagine e a verosimiglianza del primo. Il mondo sensibile può indurre gli stolti a rimanere schiavi dell'opinione, smarrendo la vera conoscenza (Contra Academicos, III, 17.37), (LA, EN) Vernon J. Bourk, Augustine’s View of Reality, in The Saint Augustine Lecture Series, 1963, p. 38, DOI:10.5840/stauglect19639, ISSN 2153-3040 (WC · ACNP). URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020). Secondo Agostino, Platone fu l'uomo «più sapiente e più colto della sua epoca»: seppe costruire un sistema filosofico perfetto, unendo «all'arguzia e alla finezza socratica, che ebbe in materia di morale, la scienza delle cose naturali e divine», che Pitagora aveva appreso dalle discussioni con Ferecide di Siro riguardo all'anima immortale, Biviana Unger, Tra scetticismo e platonismo: la ricerca agostiniana della verità - Seminario di Filosofia Medievale (PDF), su cirfim.unipd.it, Università di Padova, 17 maggio 2017, p. 3. URL consultato il 3 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2020).