Ma l'avanzare del movimento fascista, che in Puglia aveva dato dimostrazione di sé con le violenze squadristiche del febbraio-aprile 1921, aveva scalzato nella vecchia classe politica liberale la fiduciosa convinzione di trovarsi - a maggior ragione nelle lontane province meridionali - in una situazione immutata e immutabile, mentre il "pericolo rosso" l'aveva inesorabilmente spinta verso un accordo con il fascismo. Fu così che nelle elezioni politiche del maggio 1921 il Codacci aderì alla lista del Fascio nazionale per essere eletto nuovamente deputato nel nuovo collegio provinciale di Lecce. L'adesione alla scelta politica di Salandra - a lungo vicino a Mussolini, seppure con qualche perplessità, e da questo corteggiato - fece sì che alle successive elezioni del 1924 lo statista pugliese lo imponesse come candidato nel "listone" accanto all'altro suo seguace di Foggia E. Maury. Il Codacci fu così rieletto nel collegio unico della regione pugliese. Ma nonostante il compromesso raggiunto con il nuovo governo fascista, il ruolo politico del Codacci andò progressivamente tramontando insieme con quello del suo protettore Salandra: utilizzati per l'influenza che ancora esercitavano sull'elettorato della loro regione, gli ultimi esponenti della Destra liberale dovevano però farsi da parte davanti al sempre maggiore potere dei leader fascisti locali.Dizionario Biografico Treccani