Analysis of information sources in references of the Wikipedia article "Altissimi cantus" in Italian language version.
«In praesens liceat Nobis expletam et cumulatam delectationem ostendere, quod in consummationem voti ac praesagii Dantis Aligherii feliciter Nobis datum fuit, id agere, ut in baptisterio del mio bel San Giovanni, ubi sacro ablutus lavacro christianus evasit et Dantes vocatus est, Patribus Oecumeniei Concilii Vaticani II magno adstantibus numero, laureae auratae coronae intersereretur ex auro Christi monogramma, a Nobis dono missum, in christiani orbis pergratum obtestandum animum, quod ipse mire cecinit la verità che tanto ci sublima»
«A questo punto Ci sia lecito esprimere la nostra perfetta e piena gioia per il fatto che — a dar compimento al voto e al presagio di Dante Alighieri — abbiamo felicemente potuto far sì che nel battistero del "mio bel San Giovanni" — dove, purificato dal sacro lavacro, divenne cristiano e fu chiamato Dante — con grande concorso di Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II fosse incastonato in una corona d'alloro dorata il monogramma in oro di Cristo, dono da Noi inviato per attestare la grandissima riconoscenza del mondo cristiano per aver cantato in modo mirabile "la verità che tanto ci sublima".»
«Ad Graecam Romanamque autem antiquitatem quod spectat, ipse in sententia manet eam praemunivisse providas christianae religioni vias atque huic saepenumero suffecisse allegorias, secus ac renatarum, ut aiunt, artium aetate, vel potius saltem apud multos illius aevi evenit, a quibus hominum bona perpendebantur, posthabita ratione Dei; atque adeo humanitas in ethnicorum instituta moresque tunc flectebatur, et pelagiana inficiebatur vitiositate.»
«Per quanto riguarda l'antichità classica, egli ritiene che sia stata una provvidenziale preparazione alla religione cristiana e che ne abbia spesso offerto allegorie; diversamente rispetto a quanto accadde nel cosiddetto Rinascimento, o almeno presso molti uomini di quel periodo, che valutava i beni umani indipendentemente da Dio; nel medesimo periodo poi l'umanesimo si volgeva alle istituzioni e ai costumi pagani, e veniva inficiato dall'errore pelagiano.»
«Imperatori munus deputatur, quod potissimum morale est, cum eo tendat, ut iustitia superior discedat, et cupiditas, perturbationis et bellorum causa, cohibeatur. Ex quo sequitur, ut necessaria universalis monarchia esse videatur. Haec — propriis mediae aetatis sententiis et verbis adumbrata — prorsus exigit, ut supernationalis potestas antistet, qua in populorum pacis et concordiae tutelam unica lex imperet. Divini poetae praesagium minime est commenticium et fallax, quemadmodum aliquorum iudicio videri possit, cum hac aetate regestam quandam invenerit formam in Nationum Coniunctarum Coetu amplo provisu et benefacto, quod ad societatis humanae gentes pertinere conetur.»
«All'imperatore è affidato il compito, più che altro di ordine morale, di far trionfare la giustizia e di annientare l'avidità, che è causa di disordine e di guerre: da ciò appare necessaria una monarchia universale. Questa — tratteggiata in termini medievali — esige una potestà sovranazionale, che faccia vigere un'unica legge a tutela della pace e della concordia dei popoli. Il presagio del divino poeta non è affatto utopistico, come ad alcuni potrebbe sembrare, dal momento che ha trovato nella nostra epoca una certa attuazione nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, con estensione e beneficio che tendono a riguardare i popoli del mondo intero.»