degli usi funerari angkoriani si sa pochissimo, da accenni nelle cronache di Zhou Daguan e da pochissimi ritrovamenti, come le urne cinerarie rinvenute da Groslier nei pressi del Srah Srang, vedi Alison Carter, Burying the dead at Angkor, 28 dicembre 2013.
antiquity.ac.uk
Roland Fletcher, Dan Penny, Damian Evans, Christophe Pottier, Mike Barbetti, Matti Kummu, Terry Lustig, APSARA, The water management network of Angkor, Cambodia, in Antiquity, vol. 82, n. 317, 2008, pp. 658-670.
in quanto fu via via abbozzata dagli anni trenta e oggetto di formulazione da parte di Groslier fin dal 1952, vedi Rosa Lasaponara e Nicola Masini (a cura di), 9 - Uncovering Angkor, in Satellite Remote Sensing: A New Tool for Archaeology, autori cap. D.Evans, A.Traviglia, Springer, 2012, pp. 201-, ISBN978-90-481-8801-7.
Nicholas Tarling (a cura di), 1. The Writing of Southeast Asian History, in The Cambridge History of Southeast Asia: Volume 1, aut.cap.J.D.Legge, Cambridge University Press, 1992, DOI:10.1017/CHOL9780521355056.003, ISBN978-0-521-35505-6.
Tra le più antiche vengono considerate la K.557 e la K.600, ritrovate ad Angkor Borei e datate al 611, vedi M.T.Stark in Norman Yoffee, Bradley L. Crowell (a cura di), 9. Textualized Places PreAngkorian Khmers and Historicized, in Excavating Asian History, University of Arizona Press, 2006, pp. 310-312, ISBN978-0-8165-2418-1.. La K.600 menziona il titolo vraḥ kamratāṅ añ, che suggerisce la comparsa dell'(auto)attribuzione di caratteri divini ai regnanti caratteristica della stirpe di Iśanapura, in cui si impose anche la successione paterna, vedi M.Vickery in David G. Marr,Anthony Crothers Milner (a cura di), Some Remarks on Early State Formation in Cambodia, in Southeast Asia in the 9th to 14th Centuries, Institute of Southeast Asian Studies, 1986, ISBN978-9971-988-39-5.
Per definirli storici come O.W.Wolters, I.W.Mabbett e C.Higham utilizzano il termine sanscrito maṇḍala. Tali entità sfuggono al concetto di stato proprio della tradizione occidentale e cinese, con confini fisici precisi, ai quali la storiografia precedente ha tentato di ridurli. Anzi in tale modello l'entità è definita dal suo centro piuttosto che dai suoi confini, vedi O. W. Wolters, The Professional Lives of O.W.Wolters, in Craig J. Reynolds (a cura di), Early Southeast Asia: Selected Essays, SEAP Publications, 2008, ISBN978-0-87727-743-9.; Fiorella Rispoli, Dal Neolitico all'età dei metalli. Dalle prime comunità agricole alle società complesse: Sud-Est asiatico, su Il Mondo dell'Archeologia, Treccani, 2002. URL consultato il 24 luglio 2015.; Charles Higham, 5.The Development of Maṇḍalas, in The Archaeology of Mainland Southeast Asia, Cambridge University Press, 1989, ISBN978-0-521-27525-5.
La datazione originale all'850 è stata ridiscussa in seguito, primariamente da Jacques (vedi Michael Vickery, Society, economics, and politics in pre-angkor cambodia : The 7th-8th centuries, Centre for East Asian Cultural Studies for Unesco, Toyo Bunko, 1998, p. 395, ISBN978-4-89656-110-4.) e oggi generalmente la si anticipa di quindici anni, vedi Charles Higham, Encyclopedia of Ancient Asian Civilizations, Infobase Publishing, 2009, p. 167, ISBN978-1-4381-0996-1.
Sono state avanzate diverse ipotesi per la scelta di Yasovarman, a partire dal non voler utilizzare la medesima sede reale e di culto di un predecessore da lui ucciso e voler piuttosto stabilire un proprio tempio di stato, più grande e maestoso di quelli dei predecessori, come affermazione di potere (vedi M.Freeman, C.Jacques, 1999, p. 10). Altre tesi prendono in esame ragioni più pragmatiche, quali la maggior altezza del terreno del nuovo sito (quindi un minor rischio di inondazioni dal Tonlé Sap, vedi Matti Kummu, The Natural Environment and Historical Water Management of Angkor, World Archaeological Congress 2003, Washington DC, giugno 2003, p. 15.) o l'altezza della falda freatica, massima proprio nella locazione del baray orientale, vedi Acker ( Robert Acker, Center for Khmer Studies, Hidrology and the Siting of Yasodharapura (PDF), Phnom Bakheng Workshop on Public Interpretation, Siem Reap (Cambogia), dicembre 2005, 2006, pp. 73-86, ISBN978-99950-51-03-7. URL consultato il 14 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009)., Alexandra Haendel (a cura di), 3 - Mysteries of Angkor revealed, in Old Myths and New Approaches, autore del cap.Bob Acker, Monash University Publishing, 2012, pp. 28-41, ISBN978-1-921867-28-6.) (EN) Michael Freeman, Claude Jacques, Ancient Angkor, River Books, 2006 [1999], ISBN0-8348-0426-3.
per le modalità con cui avvennero, pare che si siano verificati in un periodo piuttosto breve e che fossero diretti verso raffigurazioni tantriche o sincretiche, ai tempi di recente introduzione, piuttosto che verso quelle buddiste tradizionali, tollerate da secoli, vedi Harris,2008, p. 50, e con motivazioni politiche più che squisitamente religiose, vedi (EN) Joyce Clark (a cura di), Bayon: New Perspectives, 2 ed., River Books, 2008, ISBN978-974-9863-47-3.; Sharrock e Vickery ipotizzano anche possa essere stata opera di un sovrano successivo, sicuramente induista, Jayavarmādiparameśvara, vedi Michael Vickery, Bayon: New Perspectives Reconsidered (PDF), in Udaya, n. 7, 2006, pp. 101-176. (EN) Ian Harris, Cambodian Buddhism: History and Practice, University of Hawaii Press, 2008, ISBN978-0-8248-3298-8.
M.C. Ricklefs, Bruce Lockhart, Albert Lau, Portia Reyes, Maitrii Aung-Thwin, 2. Early State Formation, in A New History of Southeast Asia, Palgrave Macmillan, 2010, pp. 18-36, ISBN978-1-137-01554-9.
Alexandra Haendel (a cura di), 2, in Old Myths and New Approaches, autore del cap.Christophe Pottier, Monash University Publishing, 2012, pp. 12-27, ISBN978-1-921867-28-6.
I. W. Mabbett, The 'Indianization' of Southeast Asia, in Journal of Southeast Asian Studies, vol. 8, n. 2, Cambridge University Press, settembre 1977, pp. 143-161.
tale data in realtà non compare nella stele di Sdok Kok Thom ma viene inferita da altre iscrizioni del X e XI secolo, vedi Michael Vickery, A legend concerning Jayavarman II (PDF), su michaelvickery.org, 2004. URL consultato il 23 maggio 2015.
Vickery si spinge a mettere in dubbio l'intera narrazione, mettendo a confronto le iscrizioni che ne parlano secoli dopo e suggerendo si tratti di un evento mitizzato per scopi politici contemporanei ad esse, vedi Michael Vickery, A legend concerning Jayavarman II (PDF), su michaelvickery.org, 2004. URL consultato il 23 maggio 2015. e Michael Vickery, Resolving the Chronology and History of 9th R Century Cambodia, in Siksacakr, n. 3, Center for Khmer Studies, luglio 2001. URL consultato il 24 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2015).
per le modalità con cui avvennero, pare che si siano verificati in un periodo piuttosto breve e che fossero diretti verso raffigurazioni tantriche o sincretiche, ai tempi di recente introduzione, piuttosto che verso quelle buddiste tradizionali, tollerate da secoli, vedi Harris,2008, p. 50, e con motivazioni politiche più che squisitamente religiose, vedi (EN) Joyce Clark (a cura di), Bayon: New Perspectives, 2 ed., River Books, 2008, ISBN978-974-9863-47-3.; Sharrock e Vickery ipotizzano anche possa essere stata opera di un sovrano successivo, sicuramente induista, Jayavarmādiparameśvara, vedi Michael Vickery, Bayon: New Perspectives Reconsidered (PDF), in Udaya, n. 7, 2006, pp. 101-176. (EN) Ian Harris, Cambodian Buddhism: History and Practice, University of Hawaii Press, 2008, ISBN978-0-8248-3298-8.
Michael Vickery, What and Where was Chenla? (PDF), su michaelvickery.org, 1994. URL consultato il 26 luglio 2015.
Michael Vickery, Champa revised (PDF), su michaelvickery.org, 2005. URL consultato il 14 settembre 2015.
Richard Stone, The Hidden City of Angkor Wat, su news.sciencemag.org, AAAS, 20 giugno 2013. URL consultato il 23 dicembre 2014.
sydney.edu.au
progetto multidisciplinare promosso dall'Università di Sydney in cooperazione con APSARA ed EFEO, vedi Angkor Research Program - Overview, su sydney.edu.au, The University of Sydney. URL consultato il 23 dicembre 2014., cui si sono aggiunti altre università ed enti, vedi Current projects, su sydney.edu.au, The University of Sydney. URL consultato il 23 dicembre 2014.
Per definirli storici come O.W.Wolters, I.W.Mabbett e C.Higham utilizzano il termine sanscrito maṇḍala. Tali entità sfuggono al concetto di stato proprio della tradizione occidentale e cinese, con confini fisici precisi, ai quali la storiografia precedente ha tentato di ridurli. Anzi in tale modello l'entità è definita dal suo centro piuttosto che dai suoi confini, vedi O. W. Wolters, The Professional Lives of O.W.Wolters, in Craig J. Reynolds (a cura di), Early Southeast Asia: Selected Essays, SEAP Publications, 2008, ISBN978-0-87727-743-9.; Fiorella Rispoli, Dal Neolitico all'età dei metalli. Dalle prime comunità agricole alle società complesse: Sud-Est asiatico, su Il Mondo dell'Archeologia, Treccani, 2002. URL consultato il 24 luglio 2015.; Charles Higham, 5.The Development of Maṇḍalas, in The Archaeology of Mainland Southeast Asia, Cambridge University Press, 1989, ISBN978-0-521-27525-5.
Vi sono ipotesi su una prima cerchia muraria ad opera di Suryavarman I, che avrebbe racchiuso il palazzo reale e il suo tempio di stato, il Phimeanakas, in un'area ora compresa in Angkor Thom, vedi Jacques in L'archeologia del Sud-Est asiatico. Cambogia - Il Mondo dell'Archeologia, su treccani.it, Treccani, 2005.
Il progetto CISARK. URL consultato il 5 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2014)., a cura di EFEO e Ministero della Cultura e Belle Arti cambogiano, si è occupato della catalogazione dei monumenti khmer, anche in territorio non cambogiano
Il termine compare per la prima volta nelle iscrizioni note ai tempi di Rajendravarman, alla metà del X secolo, mentre in quelle del IX secolo si fa riferimento al Phnom Bakheng come Yasodharaparvata (parvata significa "montagna" in sanscrito), vedi Claude Jacques, History of the Phnom Bakheng monument (PDF), Phnom Bakheng workshop on public interpretation, ed.Jane Clark Chermayeff & Associates, World Monuments Fund, dicembre 2005, pp. 23-40, ISBN978-99950-51-03-7. URL consultato l'8 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2011).
Vickery si spinge a mettere in dubbio l'intera narrazione, mettendo a confronto le iscrizioni che ne parlano secoli dopo e suggerendo si tratti di un evento mitizzato per scopi politici contemporanei ad esse, vedi Michael Vickery, A legend concerning Jayavarman II (PDF), su michaelvickery.org, 2004. URL consultato il 23 maggio 2015. e Michael Vickery, Resolving the Chronology and History of 9th R Century Cambodia, in Siksacakr, n. 3, Center for Khmer Studies, luglio 2001. URL consultato il 24 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2015).
Sono state avanzate diverse ipotesi per la scelta di Yasovarman, a partire dal non voler utilizzare la medesima sede reale e di culto di un predecessore da lui ucciso e voler piuttosto stabilire un proprio tempio di stato, più grande e maestoso di quelli dei predecessori, come affermazione di potere (vedi M.Freeman, C.Jacques, 1999, p. 10). Altre tesi prendono in esame ragioni più pragmatiche, quali la maggior altezza del terreno del nuovo sito (quindi un minor rischio di inondazioni dal Tonlé Sap, vedi Matti Kummu, The Natural Environment and Historical Water Management of Angkor, World Archaeological Congress 2003, Washington DC, giugno 2003, p. 15.) o l'altezza della falda freatica, massima proprio nella locazione del baray orientale, vedi Acker ( Robert Acker, Center for Khmer Studies, Hidrology and the Siting of Yasodharapura (PDF), Phnom Bakheng Workshop on Public Interpretation, Siem Reap (Cambogia), dicembre 2005, 2006, pp. 73-86, ISBN978-99950-51-03-7. URL consultato il 14 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009)., Alexandra Haendel (a cura di), 3 - Mysteries of Angkor revealed, in Old Myths and New Approaches, autore del cap.Bob Acker, Monash University Publishing, 2012, pp. 28-41, ISBN978-1-921867-28-6.) (EN) Michael Freeman, Claude Jacques, Ancient Angkor, River Books, 2006 [1999], ISBN0-8348-0426-3.
Christophe Pottier, Searching for Goloupura (PDF), Phnom Bakheng workshop on public interpretation, ed.Jane Clark Chermayeff & Associates, World Monuments Fund, dicembre 2005, pp. 41-72, ISBN978-99950-51-03-7. URL consultato l'8 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2011).
(EN) Miriam Stark, Pre-Angkorian and Angkorian Cambodia (PDF), in Ian Glover, Peter S. Bellwood (a cura di), Southeast Asia: from prehistory to history, Routledge, 2005, ISBN978-0-415-39117-7. URL consultato il 3 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2010).
Claude Jacques, History of the Phnom Bakheng monument (PDF), Phnom Bakheng workshop on public interpretation, ed.Jane Clark Chermayeff & Associates, World Monuments Fund, dicembre 2005, pp. 23-40, ISBN978-99950-51-03-7. URL consultato l'8 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2011).
Michael Vickery, Cambodia and Its Neighbors in the 15th Century (PDF), su ari.nus.edu.sg, Asian Research Institute - Working Paper Series, 2007. URL consultato il 6 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2007).
100 missing objects, su icom.museum, Icom. URL consultato il 28 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2014).
Statistics and Tourism Information Department - Ministry of Tourism, Tourism statistics report 2013 (PDF), su tourismcambodia.org. URL consultato il 24 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2017).
(EN) Country - Art and Culture, su cambodia.gov.kh, Sito web del governo cambogiano. URL consultato il 23 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2010).
world-archaeology.com
Angkor Wat: Temple of Boom, in Current World Archaeology, 7 novembre 2011. URL consultato il 28 dicembre 2014.