L’immaginario popolare leggerà il contrasto che lo oppone a Don Giovanni d'Austria sul piano dell’azione politica "tutto in chiave di rivalità amorosa per la stessa donna, la bellissima Diana Falangola (damigella d’onore di Anna di Toledo), che il cardinale fa rinchiudere, incinta, nel monastero di Santa Patrizia nel 1573, per ovvie ragioni di opportunità politica (la bambina, nata in monastero e battezzata col nome di Giovanna, in quanto figlia di don Juan era comunque nipote di Filippo II e destinata ad essere affidata alle cure di Margherita d'Austria a Parma)": Carlo Vecce, L’UMANISTA, LA SIRENA, LA MORTE. STEVEN PIGGE A NAPOLI, p. 212.