Escluso da Semeria, è collocato da Cappelletti nel 928, mentre Savio lo indica tra i firmatari del testamento del vescovo Attone di Vercelli il 15 maggio 945; secondo quest'ultimo autore, la data del 928 è frutto di un'errata interpretazione del Meiranesio. La cronotassi diocesana indica come cronologia per questo vescovo: 906?-945; la stessa cronotassi riporta dopo Ricolfo tre vescovi (Alberto, Gebisio e Gumberto) sconosciuti agli altri autori. Resta tuttavia problematica l'esistenza storica del vescovo Ricolfo, documentato unicamente dal testamento di Attone, considerato un falso: Simona Gavinelli, Il testamento di Attone di Vercelli, in Verbanus 32 (2011), pp. 22-44 ([1]).
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Ignoto a Semeria e a Savio; menzionato da Cappelletti (p. 21) al 739, mentre la cronotassi del sito diocesano pone la data del 770. Come riporta Cappelletti, questo vescovo è menzionato nel testamento di Abbone, fondatore dell'abbazia di Novalesa, dove però non è mai riportata la sua sede di appartenenza; assegnato alla diocesi di Torino da alcuni autori, più probabilmente era vescovo di Embrun oppure di Moriana. C. Cipolla, Monumenta Novaliciensia vetustiora, in «Fonti per la Storia d'Italia», XXXI, Roma 1858, pp. 13-38; in particolare nota 1, p. 7-8.
Benché originario dell'arcidiocesi di Torino, Giovanni Bergese frequentò il seminario della diocesi di Saluzzo; completò i suoi studi di teologia in Brasile e venne ordinato sacerdote a Pratavecchia, frazione di Dronero, per la diocesi di Saluzzo. Nota biografica dal sito dedicato a Dom Joao Bergese.