Kagan stima che se il processo di Aspasia è veramente accaduto, «abbiamo maggior ragione di credere che si sia tenuto nel 438 a.C. che in qualsiasi altro momento» (D. Kagan 1989, p. 197. Questa datazione è la più accettata dagli studiosi moderni, ma analizzando le fonti non emergono prove che possano definire la data effettiva del processo (L. Prandi 1977, pp. 14, 26). Secondo Lucia Prandi è possibile collocarlo in «un anno relativamente prossimo al 431» (S. Giombini 2002-2003, p. 9). Donald Kagan, Athenian Politics on the Eve of the War, in The Outbreak of the Peloponnesian War, Ithaca, London, Cornell University Press, 1989, ISBN0-8014-9556-3. Luisa Prandi, I processi contro Fidia Aspasia Anassagora e l'opposizione a Pericle, in Aevum, vol. 51, n. 1/2, 1977, pp. 10-26. Stefania Giombini, Aspasia di Mileto e la retorica di V secolo, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XXXIX, nuova serie XXV, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2002-2003, pp. 5-20.
Per empietà in quanto Aspasia e altri intellettuali della cerchia di Pericle, tra i quali Anassagora e Protagora, furono accusati di non credere alle divinità tradizionali, cioè di non adattarsi alle consuetudini vigenti ad Atene nel V secolo a.C. (S. Gastaldi 2011, pp. 83-84). Per lenocinio in quanto Ermippo accusava Aspasia di «ricevere donne libere per incontri con Pericle»: potevano essere processati solo coloro che prostituivano donne libere di nascita; la prostituzione di schiave, invece, era un'attività lecita (E. Cavallini 2001, p. 72). Secondo M. Montuori «è difficile capire su cosa si fosse basata l'accusa di Ermippo, possiamo ipotizzare che non fosse affatto un'accusa giudiziaria o che, se fosse davvero un'accusa giudiziaria, essa si sarebbe eseguita in maniera diversa e basata su motivi diversi». Secondo lo studioso, l'accusa di Ermippo potrebbe essere contenuta solo in un'opera comica, mentre l'accusa di medismo sarebbe stata possibile (S. Giombini 2002-2003, p. 11). Silvia Gastaldi, Reputazione delle donne e carriere degli uomini in Atene. Opinione pubblica, legislazione politica e pratica giudiziaria (PDF), in Storia delle donne, n. 6/7, 2011, pp. 63-88, ISSN 1826-7505 (WC · ACNP). Eleonora Cavallini, Atene: i processi contro le donne (PDF), in Atti del convegno "Processo civile e processo penale nell'esperienza giuridica del mondo antico" (Siena, 13-15 dicembre 2001), pp. 71-75. Stefania Giombini, Aspasia di Mileto e la retorica di V secolo, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XXXIX, nuova serie XXV, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2002-2003, pp. 5-20.
Secondo Nicole Loraux, Socrate definisce Aspasia "la maestro" (he didáskalos) di retorica con la «giustapposizione di un articolo femminile a un sostantivo maschile»; nella lingua greca, «la parola διδάσκαλος (didáskalos) non presenta mai una forma femminile» (C. Pisano 2015, p. 192). Carmine Pisano, Aspasia « maestro di retorica », in MÈTIS – Anthropologie des mondes grecs anciens, N.S. 13, 2015, pp. 189-200.
Fornara e Samons assumono che Pericle abbia sposato Aspasia, ma la sua legge sulla cittadinanza la dichiarò una coniuge non valida (Fornara-Samons 1991, pp. 163-165.). Inoltre ipotizzano che Aspasia abbia avuto una condotta decorosa giustificata dalla sua lunga convivenza con Pericle, ma tale ipotesi metterebbe in discussione la storicità del processo contro di lei (S. Cataldi 2011, p. 36). Wallace sostiene che sposando Aspasia – supponendo che ciò sia davvero avvenuto – Pericle stesse continuando una distinta tradizione aristocratica ateniese, per la quale si dovevano sposare stranieri ben collegati (R.W. Wallace, Recensione a Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition di Madeleine M. Henry.). Henry ritiene che la sua stessa legge sulla cittadinanza impedì a Pericle di sposare Aspasia; così dovette conviverci in uno stato di coppia non sposata (M. Henry 1995, pp. 138-139). Henry sostiene, sulla base di un passo di una commedia di Cratino (Chironi, fr. 259 Kassel-Austin), che Aspasia fosse probabilmente una pallaké, vale a dire una concubina (M. Henry 1995, p. 21). Comunque gli ascoltatori consideravano offensiva la definizione di concubina attribuitale da Cratino poiché la pallaké «esercitava ormai nella casa di un Ateniese di V-IV secolo un ruolo ritenuto vile e sussidiario» (S. Cataldi 2011, p. 36). Secondo lo storico William Smith, la relazione tra Aspasia e Pericle era «l'analogo del matrimonio morganatico delle principesse moderne» (W. Smith 1855, p. 261). Lo storico Arnold W. Gomme sottolinea che «i suoi contemporanei parlavano di Pericle come se fosse sposato con Aspasia» (A. W. Gomme 1977, p. 104). Loren J. Samons II e Charles W. Fornara, Athens from Cleisthenes to Pericles, Berkeley, University of California Press, 1991. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. William Smith, Death and Character of Pericles, in A History of Greece, R. B. Collins, 1855. Arnold W. Gomme, The Position of Women in Athens in the Fifth and Fourth Centuries BC, in Essays in Greek History & Literature, Ayer Publishing, 1977, ISBN0-8369-0481-8.
Secondo Kahn, storie come le visite ad Aspasia di Socrate insieme alle mogli dei suoi amici, e il legame tra Lisicle e Aspasia, non sono da considerare di carattere storico. Egli ritiene che Eschine fosse indifferente all'attendibilità delle sue storie ateniesi, e che queste storie devono essere state inventate dal momento in cui era stata dimenticata la data della morte di Lisicle, ma il suo umile mestiere veniva ancora ricordato (C.H. Kahn 1994, pp. 96-99). Charles H. Kahn, Aeschines on Socratic Eros, in Paul A Vander Waerdt (a cura di), The Socratic Movement, Cornell University Press, 1994, ISBN0-8014-9903-8.
Onfale e Deianira erano rispettivamente la regina di Lidia che tenne Eracle come schiavo per un anno, e la sua paziente moglie. I drammaturghi ateniesi coltivarono un grande interesse per Onfale dalla metà del V secolo a.C. I comici parodiavano Pericle facendolo sembrare un Eracle sotto il controllo di una Onfale come Aspasia (P.A. Stadter 1989, p. 240). Aspasia fu chiamata "Onfale" nei Chironi di Cratino o negli Amici di Eupoli (Eupoli fr. 294 Kassel-Austin; A. Powell 1995, pp. 259-261). Il parallelismo Onfale-Aspasia rappresentava sia la prevalenza della forza dell'amore sulla forza fisica dell'uomo (raffigurato dal parallelismo Eracle-Pericle), sia per riferirsi all'avvento di una donna dominatrice come Aspasia in politica, un ambiente che nell'Atene democratica era considerato esclusivamente maschile (S. Cataldi 2011, p. 31). Il parallelismo Deianira-Aspasia potrebbe essere legato al fatto che Deianira aveva distrutto inconsciamente suo marito Eracle con un incantesimo d'amore, inoltre Deianira era famosa per la sua inclinazione guerresca verso gli uomini, così come lo era Aspasia, accusata infatti di essere stata la causa della guerra di Samo e di quella del Peloponneso. Un altro motivo potrebbe essere il tradimento di Pericle-Eracle nei confronti della vittima Aspasia-Deianira (S. Cataldi 2011, p. 31). Philip A. Stadter, A Commentary on Plutarch's Pericles, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1989, ISBN0-8078-1861-5. URL consultato il 4 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2018). Anton Powell, Athens' Pretty Face: Anti-feminine Rhetoric and Fifth-century Controversy over the Parthenon, in The Greek World, London, New York, Routledge (UK), 1995, ISBN0-415-06031-1. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66.
Fornara e Samons assumono che Pericle abbia sposato Aspasia, ma la sua legge sulla cittadinanza la dichiarò una coniuge non valida (Fornara-Samons 1991, pp. 163-165.). Inoltre ipotizzano che Aspasia abbia avuto una condotta decorosa giustificata dalla sua lunga convivenza con Pericle, ma tale ipotesi metterebbe in discussione la storicità del processo contro di lei (S. Cataldi 2011, p. 36). Wallace sostiene che sposando Aspasia – supponendo che ciò sia davvero avvenuto – Pericle stesse continuando una distinta tradizione aristocratica ateniese, per la quale si dovevano sposare stranieri ben collegati (R.W. Wallace, Recensione a Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition di Madeleine M. Henry.). Henry ritiene che la sua stessa legge sulla cittadinanza impedì a Pericle di sposare Aspasia; così dovette conviverci in uno stato di coppia non sposata (M. Henry 1995, pp. 138-139). Henry sostiene, sulla base di un passo di una commedia di Cratino (Chironi, fr. 259 Kassel-Austin), che Aspasia fosse probabilmente una pallaké, vale a dire una concubina (M. Henry 1995, p. 21). Comunque gli ascoltatori consideravano offensiva la definizione di concubina attribuitale da Cratino poiché la pallaké «esercitava ormai nella casa di un Ateniese di V-IV secolo un ruolo ritenuto vile e sussidiario» (S. Cataldi 2011, p. 36). Secondo lo storico William Smith, la relazione tra Aspasia e Pericle era «l'analogo del matrimonio morganatico delle principesse moderne» (W. Smith 1855, p. 261). Lo storico Arnold W. Gomme sottolinea che «i suoi contemporanei parlavano di Pericle come se fosse sposato con Aspasia» (A. W. Gomme 1977, p. 104). Loren J. Samons II e Charles W. Fornara, Athens from Cleisthenes to Pericles, Berkeley, University of California Press, 1991. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. William Smith, Death and Character of Pericles, in A History of Greece, R. B. Collins, 1855. Arnold W. Gomme, The Position of Women in Athens in the Fifth and Fourth Centuries BC, in Essays in Greek History & Literature, Ayer Publishing, 1977, ISBN0-8369-0481-8.
Fornara e Samons assumono che Pericle abbia sposato Aspasia, ma la sua legge sulla cittadinanza la dichiarò una coniuge non valida (Fornara-Samons 1991, pp. 163-165.). Inoltre ipotizzano che Aspasia abbia avuto una condotta decorosa giustificata dalla sua lunga convivenza con Pericle, ma tale ipotesi metterebbe in discussione la storicità del processo contro di lei (S. Cataldi 2011, p. 36). Wallace sostiene che sposando Aspasia – supponendo che ciò sia davvero avvenuto – Pericle stesse continuando una distinta tradizione aristocratica ateniese, per la quale si dovevano sposare stranieri ben collegati (R.W. Wallace, Recensione a Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition di Madeleine M. Henry.). Henry ritiene che la sua stessa legge sulla cittadinanza impedì a Pericle di sposare Aspasia; così dovette conviverci in uno stato di coppia non sposata (M. Henry 1995, pp. 138-139). Henry sostiene, sulla base di un passo di una commedia di Cratino (Chironi, fr. 259 Kassel-Austin), che Aspasia fosse probabilmente una pallaké, vale a dire una concubina (M. Henry 1995, p. 21). Comunque gli ascoltatori consideravano offensiva la definizione di concubina attribuitale da Cratino poiché la pallaké «esercitava ormai nella casa di un Ateniese di V-IV secolo un ruolo ritenuto vile e sussidiario» (S. Cataldi 2011, p. 36). Secondo lo storico William Smith, la relazione tra Aspasia e Pericle era «l'analogo del matrimonio morganatico delle principesse moderne» (W. Smith 1855, p. 261). Lo storico Arnold W. Gomme sottolinea che «i suoi contemporanei parlavano di Pericle come se fosse sposato con Aspasia» (A. W. Gomme 1977, p. 104). Loren J. Samons II e Charles W. Fornara, Athens from Cleisthenes to Pericles, Berkeley, University of California Press, 1991. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. William Smith, Death and Character of Pericles, in A History of Greece, R. B. Collins, 1855. Arnold W. Gomme, The Position of Women in Athens in the Fifth and Fourth Centuries BC, in Essays in Greek History & Literature, Ayer Publishing, 1977, ISBN0-8369-0481-8.
Il frammento di Duride (FGrHist 76 F 65) è citato da Arpocrazione (Lessico dei dieci oratori s.v. Ἀσπασία), che supporta l'ipotesi che Aspasia fosse dietro ad entrambe le guerre menzionando un frammento dal quarto libro della Politica di Teofrasto e un passo di Aristofane (Gli acarnesi, 523-538). Cfr. M. Tulli 2007, pp. 305; 308-309. Mauro Tulli, Filosofia e commedia nella biografia di Aspasia (XML), in Michael Erler e Stefan Schorn (a cura di), Die griechische Biographie in hellenistischer Zeit, Berlino-New York, Walter de Gruyter, 2007, ISBN978-3-11-019504-0.
Forse Plutarco usò una fonte che rilevava dei parallelismi tra Aspasia e Milto, come già erano stati rilevati tra Aspasia e Targelia (M. Tulli 2007, p. 308 n. 26 e pp. 313-314). Mauro Tulli, Filosofia e commedia nella biografia di Aspasia (XML), in Michael Erler e Stefan Schorn (a cura di), Die griechische Biographie in hellenistischer Zeit, Berlino-New York, Walter de Gruyter, 2007, ISBN978-3-11-019504-0.
Fornara e Samons assumono che Pericle abbia sposato Aspasia, ma la sua legge sulla cittadinanza la dichiarò una coniuge non valida (Fornara-Samons 1991, pp. 163-165.). Inoltre ipotizzano che Aspasia abbia avuto una condotta decorosa giustificata dalla sua lunga convivenza con Pericle, ma tale ipotesi metterebbe in discussione la storicità del processo contro di lei (S. Cataldi 2011, p. 36). Wallace sostiene che sposando Aspasia – supponendo che ciò sia davvero avvenuto – Pericle stesse continuando una distinta tradizione aristocratica ateniese, per la quale si dovevano sposare stranieri ben collegati (R.W. Wallace, Recensione a Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition di Madeleine M. Henry.). Henry ritiene che la sua stessa legge sulla cittadinanza impedì a Pericle di sposare Aspasia; così dovette conviverci in uno stato di coppia non sposata (M. Henry 1995, pp. 138-139). Henry sostiene, sulla base di un passo di una commedia di Cratino (Chironi, fr. 259 Kassel-Austin), che Aspasia fosse probabilmente una pallaké, vale a dire una concubina (M. Henry 1995, p. 21). Comunque gli ascoltatori consideravano offensiva la definizione di concubina attribuitale da Cratino poiché la pallaké «esercitava ormai nella casa di un Ateniese di V-IV secolo un ruolo ritenuto vile e sussidiario» (S. Cataldi 2011, p. 36). Secondo lo storico William Smith, la relazione tra Aspasia e Pericle era «l'analogo del matrimonio morganatico delle principesse moderne» (W. Smith 1855, p. 261). Lo storico Arnold W. Gomme sottolinea che «i suoi contemporanei parlavano di Pericle come se fosse sposato con Aspasia» (A. W. Gomme 1977, p. 104). Loren J. Samons II e Charles W. Fornara, Athens from Cleisthenes to Pericles, Berkeley, University of California Press, 1991. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. William Smith, Death and Character of Pericles, in A History of Greece, R. B. Collins, 1855. Arnold W. Gomme, The Position of Women in Athens in the Fifth and Fourth Centuries BC, in Essays in Greek History & Literature, Ayer Publishing, 1977, ISBN0-8369-0481-8.
Secondo la storica Eva Cantarella, questo era evidentemente un comportamento «singolarissimo» e «in contrasto con la prassi dei rapporti matrimoniali, dai quali era escluso di regola non solo l'erotismo, ma anche un legame sentimentale che andasse al di là di una semplice affezione, quando questa c'era» (E. Cantarella 2013). Eva Cantarella, I filosofi e le donne, in L'ambiguo malanno: Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2013, ISBN978-88-588-2475-7.
Kagan stima che se il processo di Aspasia è veramente accaduto, «abbiamo maggior ragione di credere che si sia tenuto nel 438 a.C. che in qualsiasi altro momento» (D. Kagan 1989, p. 197. Questa datazione è la più accettata dagli studiosi moderni, ma analizzando le fonti non emergono prove che possano definire la data effettiva del processo (L. Prandi 1977, pp. 14, 26). Secondo Lucia Prandi è possibile collocarlo in «un anno relativamente prossimo al 431» (S. Giombini 2002-2003, p. 9). Donald Kagan, Athenian Politics on the Eve of the War, in The Outbreak of the Peloponnesian War, Ithaca, London, Cornell University Press, 1989, ISBN0-8014-9556-3. Luisa Prandi, I processi contro Fidia Aspasia Anassagora e l'opposizione a Pericle, in Aevum, vol. 51, n. 1/2, 1977, pp. 10-26. Stefania Giombini, Aspasia di Mileto e la retorica di V secolo, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XXXIX, nuova serie XXV, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2002-2003, pp. 5-20.
In realtà il rapimento potrebbe essere stato solo un pretesto di Pericle per far scoppiare il conflitto. La vera causa potrebbe essere stata la «paura di vedere la sua posizione irrimediabilmente compromessa in seguito alla vicenda di Fidia», che fu accusato di aver rubato parte dell'oro destinato alla statua di Atena (L. Prandi 1977, pp. 11-12). Luisa Prandi, I processi contro Fidia Aspasia Anassagora e l'opposizione a Pericle, in Aevum, vol. 51, n. 1/2, 1977, pp. 10-26.
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Per empietà in quanto Aspasia e altri intellettuali della cerchia di Pericle, tra i quali Anassagora e Protagora, furono accusati di non credere alle divinità tradizionali, cioè di non adattarsi alle consuetudini vigenti ad Atene nel V secolo a.C. (S. Gastaldi 2011, pp. 83-84). Per lenocinio in quanto Ermippo accusava Aspasia di «ricevere donne libere per incontri con Pericle»: potevano essere processati solo coloro che prostituivano donne libere di nascita; la prostituzione di schiave, invece, era un'attività lecita (E. Cavallini 2001, p. 72). Secondo M. Montuori «è difficile capire su cosa si fosse basata l'accusa di Ermippo, possiamo ipotizzare che non fosse affatto un'accusa giudiziaria o che, se fosse davvero un'accusa giudiziaria, essa si sarebbe eseguita in maniera diversa e basata su motivi diversi». Secondo lo studioso, l'accusa di Ermippo potrebbe essere contenuta solo in un'opera comica, mentre l'accusa di medismo sarebbe stata possibile (S. Giombini 2002-2003, p. 11). Silvia Gastaldi, Reputazione delle donne e carriere degli uomini in Atene. Opinione pubblica, legislazione politica e pratica giudiziaria (PDF), in Storia delle donne, n. 6/7, 2011, pp. 63-88, ISSN 1826-7505 (WC · ACNP). Eleonora Cavallini, Atene: i processi contro le donne (PDF), in Atti del convegno "Processo civile e processo penale nell'esperienza giuridica del mondo antico" (Siena, 13-15 dicembre 2001), pp. 71-75. Stefania Giombini, Aspasia di Mileto e la retorica di V secolo, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XXXIX, nuova serie XXV, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2002-2003, pp. 5-20.
E. Cavallini 2001, p. 72. Eleonora Cavallini, Atene: i processi contro le donne (PDF), in Atti del convegno "Processo civile e processo penale nell'esperienza giuridica del mondo antico" (Siena, 13-15 dicembre 2001), pp. 71-75.
K. Gänzl, Christiné, Henri; Opérette-Théâtre Musical. Kurt Gänzl, Christiné, Henri, in The New Grove Dictionary of Opera. Grove Music Online. Oxford Music Online, Oxford, Oxford University Press. Phi-Phi (Fiche oeuvre), su Opérette-Théâtre Musical. URL consultato il 19 maggio 2017.
K. Gänzl, Christiné, Henri; Opérette-Théâtre Musical. Kurt Gänzl, Christiné, Henri, in The New Grove Dictionary of Opera. Grove Music Online. Oxford Music Online, Oxford, Oxford University Press. Phi-Phi (Fiche oeuvre), su Opérette-Théâtre Musical. URL consultato il 19 maggio 2017.
Per empietà in quanto Aspasia e altri intellettuali della cerchia di Pericle, tra i quali Anassagora e Protagora, furono accusati di non credere alle divinità tradizionali, cioè di non adattarsi alle consuetudini vigenti ad Atene nel V secolo a.C. (S. Gastaldi 2011, pp. 83-84). Per lenocinio in quanto Ermippo accusava Aspasia di «ricevere donne libere per incontri con Pericle»: potevano essere processati solo coloro che prostituivano donne libere di nascita; la prostituzione di schiave, invece, era un'attività lecita (E. Cavallini 2001, p. 72). Secondo M. Montuori «è difficile capire su cosa si fosse basata l'accusa di Ermippo, possiamo ipotizzare che non fosse affatto un'accusa giudiziaria o che, se fosse davvero un'accusa giudiziaria, essa si sarebbe eseguita in maniera diversa e basata su motivi diversi». Secondo lo studioso, l'accusa di Ermippo potrebbe essere contenuta solo in un'opera comica, mentre l'accusa di medismo sarebbe stata possibile (S. Giombini 2002-2003, p. 11). Silvia Gastaldi, Reputazione delle donne e carriere degli uomini in Atene. Opinione pubblica, legislazione politica e pratica giudiziaria (PDF), in Storia delle donne, n. 6/7, 2011, pp. 63-88, ISSN 1826-7505 (WC · ACNP). Eleonora Cavallini, Atene: i processi contro le donne (PDF), in Atti del convegno "Processo civile e processo penale nell'esperienza giuridica del mondo antico" (Siena, 13-15 dicembre 2001), pp. 71-75. Stefania Giombini, Aspasia di Mileto e la retorica di V secolo, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XXXIX, nuova serie XXV, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2002-2003, pp. 5-20.
Per empietà in quanto Aspasia e altri intellettuali della cerchia di Pericle, tra i quali Anassagora e Protagora, furono accusati di non credere alle divinità tradizionali, cioè di non adattarsi alle consuetudini vigenti ad Atene nel V secolo a.C. (S. Gastaldi 2011, pp. 83-84). Per lenocinio in quanto Ermippo accusava Aspasia di «ricevere donne libere per incontri con Pericle»: potevano essere processati solo coloro che prostituivano donne libere di nascita; la prostituzione di schiave, invece, era un'attività lecita (E. Cavallini 2001, p. 72). Secondo M. Montuori «è difficile capire su cosa si fosse basata l'accusa di Ermippo, possiamo ipotizzare che non fosse affatto un'accusa giudiziaria o che, se fosse davvero un'accusa giudiziaria, essa si sarebbe eseguita in maniera diversa e basata su motivi diversi». Secondo lo studioso, l'accusa di Ermippo potrebbe essere contenuta solo in un'opera comica, mentre l'accusa di medismo sarebbe stata possibile (S. Giombini 2002-2003, p. 11). Silvia Gastaldi, Reputazione delle donne e carriere degli uomini in Atene. Opinione pubblica, legislazione politica e pratica giudiziaria (PDF), in Storia delle donne, n. 6/7, 2011, pp. 63-88, ISSN 1826-7505 (WC · ACNP). Eleonora Cavallini, Atene: i processi contro le donne (PDF), in Atti del convegno "Processo civile e processo penale nell'esperienza giuridica del mondo antico" (Siena, 13-15 dicembre 2001), pp. 71-75. Stefania Giombini, Aspasia di Mileto e la retorica di V secolo, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XXXIX, nuova serie XXV, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2002-2003, pp. 5-20.
Fornara e Samons assumono che Pericle abbia sposato Aspasia, ma la sua legge sulla cittadinanza la dichiarò una coniuge non valida (Fornara-Samons 1991, pp. 163-165.). Inoltre ipotizzano che Aspasia abbia avuto una condotta decorosa giustificata dalla sua lunga convivenza con Pericle, ma tale ipotesi metterebbe in discussione la storicità del processo contro di lei (S. Cataldi 2011, p. 36). Wallace sostiene che sposando Aspasia – supponendo che ciò sia davvero avvenuto – Pericle stesse continuando una distinta tradizione aristocratica ateniese, per la quale si dovevano sposare stranieri ben collegati (R.W. Wallace, Recensione a Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition di Madeleine M. Henry.). Henry ritiene che la sua stessa legge sulla cittadinanza impedì a Pericle di sposare Aspasia; così dovette conviverci in uno stato di coppia non sposata (M. Henry 1995, pp. 138-139). Henry sostiene, sulla base di un passo di una commedia di Cratino (Chironi, fr. 259 Kassel-Austin), che Aspasia fosse probabilmente una pallaké, vale a dire una concubina (M. Henry 1995, p. 21). Comunque gli ascoltatori consideravano offensiva la definizione di concubina attribuitale da Cratino poiché la pallaké «esercitava ormai nella casa di un Ateniese di V-IV secolo un ruolo ritenuto vile e sussidiario» (S. Cataldi 2011, p. 36). Secondo lo storico William Smith, la relazione tra Aspasia e Pericle era «l'analogo del matrimonio morganatico delle principesse moderne» (W. Smith 1855, p. 261). Lo storico Arnold W. Gomme sottolinea che «i suoi contemporanei parlavano di Pericle come se fosse sposato con Aspasia» (A. W. Gomme 1977, p. 104). Loren J. Samons II e Charles W. Fornara, Athens from Cleisthenes to Pericles, Berkeley, University of California Press, 1991. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. William Smith, Death and Character of Pericles, in A History of Greece, R. B. Collins, 1855. Arnold W. Gomme, The Position of Women in Athens in the Fifth and Fourth Centuries BC, in Essays in Greek History & Literature, Ayer Publishing, 1977, ISBN0-8369-0481-8.
Onfale e Deianira erano rispettivamente la regina di Lidia che tenne Eracle come schiavo per un anno, e la sua paziente moglie. I drammaturghi ateniesi coltivarono un grande interesse per Onfale dalla metà del V secolo a.C. I comici parodiavano Pericle facendolo sembrare un Eracle sotto il controllo di una Onfale come Aspasia (P.A. Stadter 1989, p. 240). Aspasia fu chiamata "Onfale" nei Chironi di Cratino o negli Amici di Eupoli (Eupoli fr. 294 Kassel-Austin; A. Powell 1995, pp. 259-261). Il parallelismo Onfale-Aspasia rappresentava sia la prevalenza della forza dell'amore sulla forza fisica dell'uomo (raffigurato dal parallelismo Eracle-Pericle), sia per riferirsi all'avvento di una donna dominatrice come Aspasia in politica, un ambiente che nell'Atene democratica era considerato esclusivamente maschile (S. Cataldi 2011, p. 31). Il parallelismo Deianira-Aspasia potrebbe essere legato al fatto che Deianira aveva distrutto inconsciamente suo marito Eracle con un incantesimo d'amore, inoltre Deianira era famosa per la sua inclinazione guerresca verso gli uomini, così come lo era Aspasia, accusata infatti di essere stata la causa della guerra di Samo e di quella del Peloponneso. Un altro motivo potrebbe essere il tradimento di Pericle-Eracle nei confronti della vittima Aspasia-Deianira (S. Cataldi 2011, p. 31). Philip A. Stadter, A Commentary on Plutarch's Pericles, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1989, ISBN0-8078-1861-5. URL consultato il 4 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2018). Anton Powell, Athens' Pretty Face: Anti-feminine Rhetoric and Fifth-century Controversy over the Parthenon, in The Greek World, London, New York, Routledge (UK), 1995, ISBN0-415-06031-1. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66.
Come moglie di Pericle "Olimpio" (P.A. Stadter 1989, p. 240; Cratino fr. 259 Kassel-Austin). Gli scrittori antichi greci chiamavano Pericle "Olimpio" perché «fulminava, tuonava, sconvolgeva la Grecia» e portava le armi di Zeus mentre parlava (Aristofane, 531-532 e Diodoro, XII, 40, 5-6). Il parallelismo Era-Aspasia potrebbe essere dovuto anche ai continui rimproveri che Zeus subiva dalla moglie Era, e alle decisioni che lei prendeva al posto del marito (S. Cataldi 2011, p. 31). Philip A. Stadter, A Commentary on Plutarch's Pericles, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1989, ISBN0-8078-1861-5. URL consultato il 4 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2018). Aristofane, Gli acarnesi. Diodoro Siculo, Bibliotheca historica. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66.
Secondo Eschine, Lisicle era inizialmente un mercante di pecore di umili origini. Dopo la morte di Pericle divenne uno dei più eminenti politici ateniesi grazie alla sua convivenza con Aspasia (S. Cataldi 2011, p. 20). Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66.
Fornara e Samons assumono che Pericle abbia sposato Aspasia, ma la sua legge sulla cittadinanza la dichiarò una coniuge non valida (Fornara-Samons 1991, pp. 163-165.). Inoltre ipotizzano che Aspasia abbia avuto una condotta decorosa giustificata dalla sua lunga convivenza con Pericle, ma tale ipotesi metterebbe in discussione la storicità del processo contro di lei (S. Cataldi 2011, p. 36). Wallace sostiene che sposando Aspasia – supponendo che ciò sia davvero avvenuto – Pericle stesse continuando una distinta tradizione aristocratica ateniese, per la quale si dovevano sposare stranieri ben collegati (R.W. Wallace, Recensione a Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition di Madeleine M. Henry.). Henry ritiene che la sua stessa legge sulla cittadinanza impedì a Pericle di sposare Aspasia; così dovette conviverci in uno stato di coppia non sposata (M. Henry 1995, pp. 138-139). Henry sostiene, sulla base di un passo di una commedia di Cratino (Chironi, fr. 259 Kassel-Austin), che Aspasia fosse probabilmente una pallaké, vale a dire una concubina (M. Henry 1995, p. 21). Comunque gli ascoltatori consideravano offensiva la definizione di concubina attribuitale da Cratino poiché la pallaké «esercitava ormai nella casa di un Ateniese di V-IV secolo un ruolo ritenuto vile e sussidiario» (S. Cataldi 2011, p. 36). Secondo lo storico William Smith, la relazione tra Aspasia e Pericle era «l'analogo del matrimonio morganatico delle principesse moderne» (W. Smith 1855, p. 261). Lo storico Arnold W. Gomme sottolinea che «i suoi contemporanei parlavano di Pericle come se fosse sposato con Aspasia» (A. W. Gomme 1977, p. 104). Loren J. Samons II e Charles W. Fornara, Athens from Cleisthenes to Pericles, Berkeley, University of California Press, 1991. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Madeleine M. Henry, Prisoner of History. Aspasia of Miletus and her Biographical Tradition, New York, Oxford, Oxford University Press, 1995, ISBN0-19-508712-7. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. William Smith, Death and Character of Pericles, in A History of Greece, R. B. Collins, 1855. Arnold W. Gomme, The Position of Women in Athens in the Fifth and Fourth Centuries BC, in Essays in Greek History & Literature, Ayer Publishing, 1977, ISBN0-8369-0481-8.
Onfale e Deianira erano rispettivamente la regina di Lidia che tenne Eracle come schiavo per un anno, e la sua paziente moglie. I drammaturghi ateniesi coltivarono un grande interesse per Onfale dalla metà del V secolo a.C. I comici parodiavano Pericle facendolo sembrare un Eracle sotto il controllo di una Onfale come Aspasia (P.A. Stadter 1989, p. 240). Aspasia fu chiamata "Onfale" nei Chironi di Cratino o negli Amici di Eupoli (Eupoli fr. 294 Kassel-Austin; A. Powell 1995, pp. 259-261). Il parallelismo Onfale-Aspasia rappresentava sia la prevalenza della forza dell'amore sulla forza fisica dell'uomo (raffigurato dal parallelismo Eracle-Pericle), sia per riferirsi all'avvento di una donna dominatrice come Aspasia in politica, un ambiente che nell'Atene democratica era considerato esclusivamente maschile (S. Cataldi 2011, p. 31). Il parallelismo Deianira-Aspasia potrebbe essere legato al fatto che Deianira aveva distrutto inconsciamente suo marito Eracle con un incantesimo d'amore, inoltre Deianira era famosa per la sua inclinazione guerresca verso gli uomini, così come lo era Aspasia, accusata infatti di essere stata la causa della guerra di Samo e di quella del Peloponneso. Un altro motivo potrebbe essere il tradimento di Pericle-Eracle nei confronti della vittima Aspasia-Deianira (S. Cataldi 2011, p. 31). Philip A. Stadter, A Commentary on Plutarch's Pericles, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1989, ISBN0-8078-1861-5. URL consultato il 4 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2018). Anton Powell, Athens' Pretty Face: Anti-feminine Rhetoric and Fifth-century Controversy over the Parthenon, in The Greek World, London, New York, Routledge (UK), 1995, ISBN0-415-06031-1. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66.
Come moglie di Pericle "Olimpio" (P.A. Stadter 1989, p. 240; Cratino fr. 259 Kassel-Austin). Gli scrittori antichi greci chiamavano Pericle "Olimpio" perché «fulminava, tuonava, sconvolgeva la Grecia» e portava le armi di Zeus mentre parlava (Aristofane, 531-532 e Diodoro, XII, 40, 5-6). Il parallelismo Era-Aspasia potrebbe essere dovuto anche ai continui rimproveri che Zeus subiva dalla moglie Era, e alle decisioni che lei prendeva al posto del marito (S. Cataldi 2011, p. 31). Philip A. Stadter, A Commentary on Plutarch's Pericles, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1989, ISBN0-8078-1861-5. URL consultato il 4 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2018). Aristofane, Gli acarnesi. Diodoro Siculo, Bibliotheca historica. Silvio Cataldi, Aspasia donna "sophe kai politike" in Plutarco, in Historika, vol. 1, n. 2, 2011, pp. 11-66.
Cratino nel Dionisalessandro assimila Pericle e Aspasia alle figure "fuorilegge" di Paride e Elena; così come Paride causò la guerra con lo spartanoMenelao a causa del suo desiderio per Elena, anche Pericle, influenzato dalla straniera Aspasia, coinvolse Atene in una guerra con Sparta ( M. Padilla, Labor's Love Lost: Ponos and Eros in the Trachiniae, in 95º Incontro Annuale della Classical Association of the Middle West and South, Cleveland, Ohio, 15 aprile 1999 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2012).). Anche Eupoli chiamò Aspasia Elena nei Prospaltii (fr. 267 Kassel-Austin; P.A. Stadter 1989, p. 240). Philip A. Stadter, A Commentary on Plutarch's Pericles, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1989, ISBN0-8078-1861-5. URL consultato il 4 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2018).
J. Lendering, Aspasia of Miletus (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2006). su livius.org.
Per empietà in quanto Aspasia e altri intellettuali della cerchia di Pericle, tra i quali Anassagora e Protagora, furono accusati di non credere alle divinità tradizionali, cioè di non adattarsi alle consuetudini vigenti ad Atene nel V secolo a.C. (S. Gastaldi 2011, pp. 83-84). Per lenocinio in quanto Ermippo accusava Aspasia di «ricevere donne libere per incontri con Pericle»: potevano essere processati solo coloro che prostituivano donne libere di nascita; la prostituzione di schiave, invece, era un'attività lecita (E. Cavallini 2001, p. 72). Secondo M. Montuori «è difficile capire su cosa si fosse basata l'accusa di Ermippo, possiamo ipotizzare che non fosse affatto un'accusa giudiziaria o che, se fosse davvero un'accusa giudiziaria, essa si sarebbe eseguita in maniera diversa e basata su motivi diversi». Secondo lo studioso, l'accusa di Ermippo potrebbe essere contenuta solo in un'opera comica, mentre l'accusa di medismo sarebbe stata possibile (S. Giombini 2002-2003, p. 11). Silvia Gastaldi, Reputazione delle donne e carriere degli uomini in Atene. Opinione pubblica, legislazione politica e pratica giudiziaria (PDF), in Storia delle donne, n. 6/7, 2011, pp. 63-88, ISSN 1826-7505 (WC · ACNP). Eleonora Cavallini, Atene: i processi contro le donne (PDF), in Atti del convegno "Processo civile e processo penale nell'esperienza giuridica del mondo antico" (Siena, 13-15 dicembre 2001), pp. 71-75. Stefania Giombini, Aspasia di Mileto e la retorica di V secolo, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, XXXIX, nuova serie XXV, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2002-2003, pp. 5-20.