Quanti identificano la coscienza con l'autocoscienza, il sapere di sapere con la coscienza, affermerebbero che la coscienza sia sempre concomitante, cfr. Studi di filosofia trascendentale, Vita e Pensiero, 1993, p. 60, ISBN9788834303603.
«Il messaggio di Socrate è l'invito a riconoscere e coltivare la propria capacità di orientarsi nel mondo sulla base della propria autocoscienza. Socrate dà questo contributo alla civiltà occidentale», tratto da Istituto italiano per gli studi filosofici
P. Salovey e J. D. Mayer, autori di Emotional Intelligence, su «Imagination, Cognition and Personality», 9, 1990, secondo i quali l'autocoscienza è «l'attenzione non critica e non reattiva agli stati interiori» (cit. consultabile qui).
mondodomani.org
«Le pagine dedicate al dio sono all'origine di quella riflessione che individua proprio nella capacità di pensare se stesso, e dunque in ultima analisi di possedere consapevolezza e libertà, la caratteristica fondante dell'uomo in generale, e non solo del dio.[...] È certo che per Aristotele c'è un legame stretto tra quello stato di perenne perfezione autocosciente posseduta dal dio e la riflessione alla quale l'uomo libero aspira con tutte le sue capacità. Questa è anche la prospettiva finale che viene indicata in sede etica: "Se in verità l'intelletto è qualcosa di divino in confronto all'uomo, anche la vita secondo esso è divina in confronto alla vita umana" (Etica Nicomachea, X.7, 1177 b30-31)», tratto da Mneme - Aristotele.
paginecattoliche.it
«Ora, mentre negli esseri vegetali e sensitivi il bene (l'entelechia) si attua senza alcuna possibilità di coscienza da parte di quelli, l'attuazione della perfezione umana consiste proprio nella consapevolezza del valore da attuare, cioè nell'autocoscienza», tratto da Antonio Livi, Dal senso comune alla dialettica. Una storia della filosofiaArchiviato il 15 dicembre 2007 in Internet Archive., cap. III, parte 4, sez. 3, Roma, Casa editrice Leonardo da Vinci, 2004-2005.
web.archive.org
«Ora, mentre negli esseri vegetali e sensitivi il bene (l'entelechia) si attua senza alcuna possibilità di coscienza da parte di quelli, l'attuazione della perfezione umana consiste proprio nella consapevolezza del valore da attuare, cioè nell'autocoscienza», tratto da Antonio Livi, Dal senso comune alla dialettica. Una storia della filosofiaArchiviato il 15 dicembre 2007 in Internet Archive., cap. III, parte 4, sez. 3, Roma, Casa editrice Leonardo da Vinci, 2004-2005.