casasantamaria.it, «Giarabub si trova molto internata nel deserto, in una valle sotto il livello del mare e vicino ai confini con l’Egitto. È circondata da catene, coste e colline, seguite da grossi mucchi di sabbia. Questo per noi era di enorme vantaggio perché gli automezzi non potevano entrare, rimanevano insabbiati. Quando arrivammo, trovammo un villaggio di arabi, con donne e bambini.». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «Nei primi tempi andava benino, ma poi i nostri furono messi in ritirata dal nemico, molto più forte e bene equipaggiato che occupò le nostre postazioni di Badia e Tobruch dove partivano i nostri rifornimenti. Per via terra era impossibile farli arrivare. La situazione peggiorava sempre di più. Incominciarono a rifornirci per via aerea, ma il cerchio sempre più si restringeva. Un giorno l’aereo che sorvolava la nostra zona per portarci un po’ di viveri e munizioni, rimase abbattuto mentre stava scaricando.». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «La fame si faceva sentire ogni giorno di più. Arrivò un aereo a portare un po’ di viveri. Li buttò dall’aria per non rimanere abbattuto. Ma prima demmo da mangiare alle persone del villaggio, soprattutto donne e bambini e quello che restava era per noi.». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «Portavamo quei camion vecchi utilizzati nella prima guerra mondiale che se si spegnevano dovevamo scendere e girare la manovella. Ed era morte certa. Non solo, era molto rumorosi. Partivamo di notte per non farci vedere, ma il rumore arrivava al nemico molto prima di noi. Non era facile attraversare il deserto con questi mezzi.» «Un giorno, mentre i nostri erano sul posto, furono avvistati dal nemico e subito iniziò la battaglia. Loro erano più forti e i nostri furono costretti alla ritirata. Il nemico occupò la nostra postazione.». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «Loro continuavano a sparare ai nostri che erano nella piazzaforte. Erano già due giorni e due notti che tiravano proiettili con i loro camion, superiori ai nostri. Posso dire che non era un fuoco accelerato, ma un fuoco d’assedio. Ogni tre, quattro minuti mandavano una scarica di cinque proiettili. Nella piazzaforte i rifugi erano molto sicuri e anche in questo lungo assedio non ci fu neanche un ferito. Alcuni proiettili neanche esplodevano, scivolavano in mezzo alla sabbia e non avevano il duro sufficiente per esplodere.». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «I bollettini di guerra continuavano a scrivere: "Questa è una ritirata strategica. Abbiamo la nostra bandiera che sventola a Giarabub sui confini d’Egitto. I nostri eroi ai confini combattono incessantemente contro il leone inglese." (parole dal bollettino di guerra).». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «Il giorno 20 marzo 1941 ci attaccarono con cannoni e aerei. Buttarono bombe e spezzoni. Il combattimento si svolse proprio in quella parte dove si trovava il comandante, a sud. Alcune volte avanzavano altre volte tornavano indietro sopraffatti dal nemico. Quest’ultimo conquistò alcune postazioni con l’uso delle bombe a mano e con l’assalto con la baionetta.». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «"Gli italiani hanno combattuto valorosamente per quasi nove ore ma infine alle due e trenta del pomeriggio dal forte fu alzata una bandiera bianca e cessò il fuoco."» dal giornale del Cairo del 25 marzo 1941. Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
casasantamaria.it, «Il comando inglese apprezzò molto i nostri sacrifici e il modo con il quale avevamo difeso le nostre postazioni.
Infatti ci fece sfilare davanti un loro picchetto per rendere l’onore alle nostre armi. I loro e i nostri feriti furono portati via con un aereo per un ospedale. Poi siamo partiti a piedi verso l’Egitto.». Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
Gli italiani possedevano automezzi datati e artiglieria di piccolo calibro: casasantamaria.it, «Noi della piazzaforte non li potevamo aiutare perché i cannoni che avevamo in dotazione erano di piccolo calibro e quindi non arrivavano fin dove si svolgeva il combattimento.» casasantamaria.it, «Portavamo quei camion vecchi utilizzati nella prima guerra mondiale che se si spegnevano dovevamo scendere e girare la manovella. Ed era morte certa. Non solo, era molto rumorosi.» Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it. Quel giorno a Giarabub sul sito Casa S. Maria Dehoniani, su casasantamaria.it.
centrostudilaruna.it
Castagna, pp. 202-214, presente in: Francesco Lamendola, Giarabub di Goffredo Alessandrini, su centrostudilaruna.it, aggiornato il 15 giugno 2015. URL consultato il 24 giugno 2017. Salvatore Castagna, La difesa di Giarabub, Longanesi, 1967, OCLC781054401.
avantisavoiait, «[...] il presidio militare si era accresciuto, ovunque erano sorte postazioni di mitragliatrici, fossi anticarro, reticolati, capisaldi, posti di osservazione ed opere campali. La "ridotta Marcucci", costruita ai tempi delle lotte italo-turche (1915-1923) era stata sgomberata poiché facilmente vulnerabile ed adibita a servizi.». Giarabub sul sito Avanti Savoia! di Fabrizio Storti, su digilander.libero.it.
avantisavoiait, «In questo periodo il rifornimento fu assicurato per via aerea. Ma batterie d’artiglieria Australiane opportunamente ubicate colpivano il campo e resero tale soluzione sempre più rischiosa. Una colonna inviata via Gialo-Bir Tarfaui fu avvistata ed attaccata dall'aviazione inglese e si disperse. L’ultimo aereo che arrivò e riparti da Giarabub fu il 9 gennaio.». Giarabub sul sito Avanti Savoia! di Fabrizio Storti, su digilander.libero.it.
avantisavoiait, «Nella notte fu sferrato un contrattacco, appoggiato dai pochi pezzi di artiglieria rimasti e, con bombe a mano e baionette, il nemico fu rigettato all'esterno e il perimetro di difesa ripristinato.». Giarabub sul sito Avanti Savoia! di Fabrizio Storti, su digilander.libero.it.
Richardson, p. 11. (EN) Tom Richardson, The Siege of Giarabub December 1940 – March 1941 (PDF), SVSS Paper, Canberra, Australian War Memorial, 2010. URL consultato il 23 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2018).
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La tomba di Muhammad ibn Ali al-Sanusi era stata costruita a Giarabub e l'oasi divenne il centro della resistenza al colonialismo europeo. I britannici proibirono di danneggiare la tomba di Sanusi o la moschea. (Richardson, pp. 2-3.) (EN) Tom Richardson, The Siege of Giarabub December 1940 – March 1941 (PDF), SVSS Paper, Canberra, Australian War Memorial, 2010. URL consultato il 23 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2018).
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Castagna, pp. 202-214, presente in: Francesco Lamendola, Giarabub di Goffredo Alessandrini, su centrostudilaruna.it, aggiornato il 15 giugno 2015. URL consultato il 24 giugno 2017. Salvatore Castagna, La difesa di Giarabub, Longanesi, 1967, OCLC781054401.