Secondo antiche cronache, Bolko II si risposò dopo la morte di sua moglie Elisabetta. Il nome della sua seconda moglie era probabilmente Margareta, e insieme avevano una figlia, chiamata Agnese, in seguito moglie del margravio Jobst di Moravia, poi re di Germania. Tuttavia, gli storici moderni hanno discusso (e addirittura negato in alcuni casi) l'esistenza della presunta seconda moglie e figlia di Bolko II. Secondo le ultime ricerche, questa Agnese potrebbe essere Elisabetta, figlia di Ladislao II e prima (se si suppone l'esistenza di Agnese) moglie di Jobst. La confusione stava nel fatto che Elisabetta probabilmente usò anche il nome Agnese (Elisabetta-Agnese), un'usanza che non era insolita in quel periodo (per esempio, Viola di Cieszyn o Richenza di Polonia, poi regine di Boemia, cambiarono il loro nome in Elisabetta dopo i loro matrimoni). Fonti che hanno sostenuto l'esistenza di una moglie di Jobst: Miroslav Marek, Genealogia dei Piast; fonti che sostenevano l'esistenza di due mogli di Jobst: Charles Cawley, [1].
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Secondo antiche cronache, Bolko II si risposò dopo la morte di sua moglie Elisabetta. Il nome della sua seconda moglie era probabilmente Margareta, e insieme avevano una figlia, chiamata Agnese, in seguito moglie del margravio Jobst di Moravia, poi re di Germania. Tuttavia, gli storici moderni hanno discusso (e addirittura negato in alcuni casi) l'esistenza della presunta seconda moglie e figlia di Bolko II. Secondo le ultime ricerche, questa Agnese potrebbe essere Elisabetta, figlia di Ladislao II e prima (se si suppone l'esistenza di Agnese) moglie di Jobst. La confusione stava nel fatto che Elisabetta probabilmente usò anche il nome Agnese (Elisabetta-Agnese), un'usanza che non era insolita in quel periodo (per esempio, Viola di Cieszyn o Richenza di Polonia, poi regine di Boemia, cambiarono il loro nome in Elisabetta dopo i loro matrimoni). Fonti che hanno sostenuto l'esistenza di una moglie di Jobst: Miroslav Marek, Genealogia dei Piast; fonti che sostenevano l'esistenza di due mogli di Jobst: Charles Cawley, [1].