Don Concezio Chiaretti, cappellano della Divisione Julia, pur di simpatie antifasciste non era organico alla Brigata Gramsci, né ad altre formazioni. Il 9 dicembre 2014 il cugino, Giuseppe Chiaretti, ne ricostruisce la vicenda in Leonessa, la strage del Venerdì Santo articolo pubblicato su Avvenire.
Svetozar Lakovic "Toso" nasce a Berane, in Montenegro, il 1º giugno 1915. Con l'invasione nazifascista del suo Paese. iniziata nell'aprile 1941, è subito attivamente impegnato nella Resistenza locale. E arrestato l'anno successivo dalle autorità del regno d'Italia fascista d'occupazione e processato dal Tribunale militare di Guerra di Cetinje, che lo condanna a venti anni di reclusione per attentato alle Forze armate del regno d'Italia fascista. Trasportato in Italia finisce poi alla Rocca di Spoleto, da dove fugge il 13 ottobre 1943, dando inizio al suo impegno nella Resistenza in Umbria che lo avrebbe portato al ruolo di comandante della brigata garibaldina "A. Gramsci", operante sulla dorsale appenninica umbro-laziale-marchigiana. Completata la liberazione della zona, rientra in Patria e prosegue la lotta contro i tedeschi. Nel dopoguerra lavora come ingegnere presso l'Istituto tecnico militare di Belgrado. Proprio in questa città muore il 28 febbraio 1984. [1]
10 marzo 1944 - Battaglia di Poggio Bustone - Sotto la guida del questore Bruno Pennaria, su ordine del federale della provincia Ermanno Di Marsciano, 200 tra militi della Gnr e soldati dell'esercito iniziano un rastrellamento, durante il quale uccidono tre uomini e feriscono altre cinque persone. Una squadra partigiana di 24 uomini della Brigata Garibaldi A.Gramsci, btg. "Paolo Calcagnetti" capeggiata da Emo Battisti, attacca di sorpresa i militi e, sostenuta dalla ribellione della popolazione, riesce a scacciarli distruggendone gli automezzi e provocando 14 morti (tra i quali lo stesso questore), circa 30 feriti e 2 civili uccisi dai nazifascisti. (cit. in Cronologia della Resistenza nel Lazio)