«La famiglia Zevi è saldamente integrata alla borghesia romana. Benedetto Zevi, nonno di Bruno, fu un noto chirurgo, suo figlio Guido sposò nel 1911 Ada Bondì, figlia di un attivissimo e agiato commerciante, fondatore degli omonimi Grandi Magazzini Generali di Risparmio Crescenzo Bondì. Venne in questo modo saldata la vocazione dotta della famiglia a quella commerciale, entrambe facilitate dall'agiatezza già accumulata dai Bondì. Guido Zevi non si dedica all'impresa commerciale del suocero, ma intraprende l'attività di ingegnere. Lavora per il
genio civile, per il Ministero dei lavori pubblici e poi per il
comune di Roma occupandosi delle infrastrutture impiantistiche e di trasporto pubblico". Il padre Guido curò anche il progetto e l'esecuzione di "una serie di edifici che il figlio Bruno giudicherà molti anni dopo come di «nessun [...] rilievo artistico», ricordando come il ruolo professionale del padre fosse affidato alla «sua personalità [...], alla competenza tecnica, alla scrupolosa sorveglianza dei cantieri»".»