Secondo Chiala, quando La Marmora propose a Vittorio Emanuele la nomina di Cavour a Presidente del Consiglio, il Re avrebbe risposto in piemontese: «Ca guarda, General, che côl lì a j butarà tutii con't le congie a'nt l'aria» ("Guardi Generale, che quello lì butterà tutti con le gambe all'aria"). Secondo Ferdinando Martini, che lo seppe da Minghetti, la risposta del Sovrano sarebbe stata ancora più colorita: «E va bin, coma ch'aa veulo lor. Ma ch'aa stago sicur che col lì an poch temp an lo fica an't el prònio a tuti!» ("E va bene, come vogliono loro. Ma stiamo sicuri che quello lì in poco tempo lo mette nel culo a tutti!") cfr. Indro Montanelli, L'Italia unita, Bur, 26 November 2015, ISBN9788858682722.
«noi siamo pronti a proclamare nell'Italia questo gran principio: Libera Chiesa in libero Stato. I vostri amici di buona fede riconoscono come noi l'evidenza, riconoscono cioè che il potere temporale quale è non può esistere.»
Cavour e la famiglia, su Fondazione Camillo Cavour Santena. URL consultato il 28 giugno 2021.
«Fa specie pensarlo, ma nelle vene di Camillo Cavour, propugnatore della laicità dello Stato, scorreva lo stesso sangue di un campione della Controriforma cattolica!»
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Nicomede Bianchi, Camillo di Cavour, Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1863, p. 67.
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Il titolo di conte attribuito al Cavour era un titolo di cortesia, all'uso francese. Questo sistema concedeva al primogenito il titolo immediatamente inferiore a quello del titolare capofamiglia, al secondogenito quello ancora inferiore e così via a scalare. In questo caso, quando morì il padre di Camillo (il marchese Michele) al suo primo figlio (Gustavo) andò il titolo di marchese e al suo secondogenito (Camillo) quello di conte. Alla morte del fratello Gustavo, Camillo avrebbe ereditato il titolo di marchese. Morì invece prima di Gustavo. Forum "I Nostri Avi", su iagiforum.info. URL consultato il 28 maggio 2013.