Nel successivo processo di Napoli (1947) il PM, prima di chiedere l'applicazione delle attenuanti generiche e l'amnistia, sostenne che comunque la responsabilità di Basile non era stata provata, in quanto le operazioni di deportazione erano state presiedute materialmente dal questore e i manifesti non erano un elemento sufficiente per accertare la responsabilità dell'imputato. Basile fu prosciolto per amnistia.Richiesta di amnistia per l'ex-prefetto Basile
Franco Giannantoni, Ibio Paolucci, Giovanni Pesce "Visone", un comunista che ha fatto l'Italia, Edizioni Arterigere, 2005, ISBN 978-88-89666-00-5, pag 233
«Genova 1º marzo 1944
PROCLAMA DEL PREFETTO FASCISTA BASILE
Agli operai un ultimo avviso del Capo della Provincia
Le misure delle autorità in caso di sciopero bianco o di allontanamento dal lavoro
Lavoratori,
c'è un vecchio proverbio che dice: Uomo avvisato è mezzo salvato. Vi avverto che qualora crediate che uno sciopero bianco possa essere preso dall'Autorità come qualcosa di perdonabile, vi sbagliate, questa volta.
Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutte e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente, e cioè dopo poche ore, inviato, non in Germania, dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata, ma nei campi di concentramento dell'estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria: di una Vittoria da cui dipende la redenzione della nostra Patria disonorata non dal suo popolo eroico ma dal tradimento di pochi indegni.
Il capo della Provincia
Carlo Emanuele Basile»
Note Storiche Relative al Mese di Giugno del 1944