Montale dice di parlare di Gerti anche nella seconda parte della poesia dedicata alla Markus. Figlia di un ricco banchiere austriaco, avvenente, diplomata in pianoforte e amante della fotografia, Gerti si sposa nel 1925 con Tolazzi a Trieste, città dove vivono (vd. Metodi & ricerche, Volume 21 - Centro studi regionali di Udine; Stelio Mattioni, 1989); si separeranno prima del secondo conflitto mondiale. In quel periodo, a causa delle persecuzioni razziali (che causeranno la morte di vari suoi familiari), è costretta a trasferirsi temporaneamente (talvolta espatriando in Svizzera), ma rientra nel dopoguerra a Trieste, dove continuerà a vivere successivamente. Nel 2006 è stata organizzata su di lei una mostra documentaria e fotografica a Trieste, Il viaggio di Gerti, a cura del Centro di Documentazione della Cultura Regionale e il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Trieste.
Dante Isella in un suo studio (ed. critica de Le occasioni in Letteratura italiana Einaudi 1996, vd. scribd.com[collegamento interrotto]), ricorda una lettera di Montale del '29 ad Aldo Capasso, in cui si parla di un rito divinatorio nordico, realizzato da Eugenio e Gerti nel loro incontro di fine d'anno, in cui si mescola acqua fredda e piombo fuso; a questo abbinano la lettura di alcuni versetti della Bibbia, sempre in funzione dell'interpretazione del loro futuro e delle persone e amici presenti a quella riunione.