Chiesa di San Giovanni (Roccaranieri) (Italian Wikipedia)

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archive.org

  • AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, pp. 485-486, ISBN 88-11-30500-4.
    «Plagia, pl. Plage : La documentazione del toponimo si presenta in origine come Pladia (sec. IX, Massia 1925, 14), poi Plagia (a. 1182, BSSS XXXVII, 85, 80), Pleia (a. 1167, BSSS XXXVII, 41, 41). Possiamo ancora aggiungere Playa (a. 1041, BSSS XXVI, 323, 172), Plena (a. 1162, BSSS XXXVI, 28, 38), Pleya (a. 1212, BSSS XXVI, 2, 100). L’etimo è evidentemente la voce tardo-latina plagia (Cortelazzo-Zolli, s.v.), dal valore di ‘pendio dolce, costa’, adatto alla posizione dell’insediamento. Per la diffusione toponimica ricordiamo Piaggia, frazione di Briga Alta, in provincia di Cuneo. A. r.»

bnf.fr

gallica.bnf.fr

  • La prima menzione della Chiesa di San Giovanni di Rocca Ranieri è stata a lungo ritenuta anche la prima menzione del toponimo Rocca Ranieri (lat. Rocca Rayneri): si trova nel Liber censuum ecclesiae Reatinae all'interno del Codice Parigino (folio 25v, nell'angolo in basso a destra), un documento del 1252 che ci è pervenuto non nell’originale, ma in copia, eseguita in epoca posteriore e oggi conservato a Parigi nella Biblioteca nazionale di Francia al Département des manuscrits come Latin 1556 (B.N.Lat.1556). Nel codice si trovano gli Statuta Synodalia Reatina, documento riguardante l'insieme delle regole e comportamenti da osservarsi nel governo spirituale e temporale della Chiesa nella diocesi di Rieti (i titoli dei capitoli ne forniscono degli esempi: de immunitate ecclesiae, de poena sacerdotum qui conducunt ecclesias sine licentia episcopi, de bona mobilia et immobilia ecclesiae non alienatur, de tonsura clericorum, de sacramento confirmationis, si musca vel aracna vel aliquid cecident in calice, de revocatione beneficiorum, de forma absolvendi usurarios in confessione, de poena ponentium ignem, de procurantibus abortum, de mulieribus non manentibus cum viris). Al termine del testo delle disposizioni statutarie, al foglio 18, si trova il Liber censuum ecclesiae Reatinae disposto per volontà di Thomas (vescovo reatino dal 1252 al 1265): "Nos Thomas permissione divina reatinus episcopus volentes scire[...]omnes ecclesias[...]duximus adnotandas infra diocesem reatinam", iniziando con le parole: "hec est summa omnium ecclesiarum tam civitatis quam diocesis reatine et censualium et illarum que respondent et ecclesie reatine". Grazie a Roberto Tupone di Villerose di Borgorose che ne richiese una fotocopia, la Biblioteca nazionale di Francia, ha colto l'occasione per digitalizzare il documento ed inserirlo nella Biblioteca digitalizzata Gallica rendendolo consultabile gratuitamente insieme alla scheda sul manoscritto. Secondo la scheda presente in Gallica, il manoscritto B.N.Lat.1556 sarebbe stato precedentemente catalogato come Mazarin 1022 ovvero come facente parte della biblioteca personale del Cardinale Mazzarino: il manoscritto potrebbe essere giunto a Parigi al seguito di Gabriel Naudé, bibliotecario del cardinale Francesco dei conti Guidi di Bagno, vescovo di Rieti tra il 1635 e il 1639, il quale affidò al Naudé l’incarico di riordinare l’Archivio Capitolare di Rieti. Naudé fu quindi al seguito di Ranuccio Farnese, poi del cardinale Richelieu e quindi del suo successore nel ruolo di primo ministro del regno di Francia, il Cardinale Mazzarino per il quale formò una copiosa biblioteca passata poi al parlamento francese e quindi alla Biblioteca nazionale di Francia (cfr. Ileana Tozzi su Frontiera, 2019).

archivesetmanuscrits.bnf.fr

  • La prima menzione della Chiesa di San Giovanni di Rocca Ranieri è stata a lungo ritenuta anche la prima menzione del toponimo Rocca Ranieri (lat. Rocca Rayneri): si trova nel Liber censuum ecclesiae Reatinae all'interno del Codice Parigino (folio 25v, nell'angolo in basso a destra), un documento del 1252 che ci è pervenuto non nell’originale, ma in copia, eseguita in epoca posteriore e oggi conservato a Parigi nella Biblioteca nazionale di Francia al Département des manuscrits come Latin 1556 (B.N.Lat.1556). Nel codice si trovano gli Statuta Synodalia Reatina, documento riguardante l'insieme delle regole e comportamenti da osservarsi nel governo spirituale e temporale della Chiesa nella diocesi di Rieti (i titoli dei capitoli ne forniscono degli esempi: de immunitate ecclesiae, de poena sacerdotum qui conducunt ecclesias sine licentia episcopi, de bona mobilia et immobilia ecclesiae non alienatur, de tonsura clericorum, de sacramento confirmationis, si musca vel aracna vel aliquid cecident in calice, de revocatione beneficiorum, de forma absolvendi usurarios in confessione, de poena ponentium ignem, de procurantibus abortum, de mulieribus non manentibus cum viris). Al termine del testo delle disposizioni statutarie, al foglio 18, si trova il Liber censuum ecclesiae Reatinae disposto per volontà di Thomas (vescovo reatino dal 1252 al 1265): "Nos Thomas permissione divina reatinus episcopus volentes scire[...]omnes ecclesias[...]duximus adnotandas infra diocesem reatinam", iniziando con le parole: "hec est summa omnium ecclesiarum tam civitatis quam diocesis reatine et censualium et illarum que respondent et ecclesie reatine". Grazie a Roberto Tupone di Villerose di Borgorose che ne richiese una fotocopia, la Biblioteca nazionale di Francia, ha colto l'occasione per digitalizzare il documento ed inserirlo nella Biblioteca digitalizzata Gallica rendendolo consultabile gratuitamente insieme alla scheda sul manoscritto. Secondo la scheda presente in Gallica, il manoscritto B.N.Lat.1556 sarebbe stato precedentemente catalogato come Mazarin 1022 ovvero come facente parte della biblioteca personale del Cardinale Mazzarino: il manoscritto potrebbe essere giunto a Parigi al seguito di Gabriel Naudé, bibliotecario del cardinale Francesco dei conti Guidi di Bagno, vescovo di Rieti tra il 1635 e il 1639, il quale affidò al Naudé l’incarico di riordinare l’Archivio Capitolare di Rieti. Naudé fu quindi al seguito di Ranuccio Farnese, poi del cardinale Richelieu e quindi del suo successore nel ruolo di primo ministro del regno di Francia, il Cardinale Mazzarino per il quale formò una copiosa biblioteca passata poi al parlamento francese e quindi alla Biblioteca nazionale di Francia (cfr. Ileana Tozzi su Frontiera, 2019).

condottieridiventura.it

frontierarieti.com

  • La prima menzione della Chiesa di San Giovanni di Rocca Ranieri è stata a lungo ritenuta anche la prima menzione del toponimo Rocca Ranieri (lat. Rocca Rayneri): si trova nel Liber censuum ecclesiae Reatinae all'interno del Codice Parigino (folio 25v, nell'angolo in basso a destra), un documento del 1252 che ci è pervenuto non nell’originale, ma in copia, eseguita in epoca posteriore e oggi conservato a Parigi nella Biblioteca nazionale di Francia al Département des manuscrits come Latin 1556 (B.N.Lat.1556). Nel codice si trovano gli Statuta Synodalia Reatina, documento riguardante l'insieme delle regole e comportamenti da osservarsi nel governo spirituale e temporale della Chiesa nella diocesi di Rieti (i titoli dei capitoli ne forniscono degli esempi: de immunitate ecclesiae, de poena sacerdotum qui conducunt ecclesias sine licentia episcopi, de bona mobilia et immobilia ecclesiae non alienatur, de tonsura clericorum, de sacramento confirmationis, si musca vel aracna vel aliquid cecident in calice, de revocatione beneficiorum, de forma absolvendi usurarios in confessione, de poena ponentium ignem, de procurantibus abortum, de mulieribus non manentibus cum viris). Al termine del testo delle disposizioni statutarie, al foglio 18, si trova il Liber censuum ecclesiae Reatinae disposto per volontà di Thomas (vescovo reatino dal 1252 al 1265): "Nos Thomas permissione divina reatinus episcopus volentes scire[...]omnes ecclesias[...]duximus adnotandas infra diocesem reatinam", iniziando con le parole: "hec est summa omnium ecclesiarum tam civitatis quam diocesis reatine et censualium et illarum que respondent et ecclesie reatine". Grazie a Roberto Tupone di Villerose di Borgorose che ne richiese una fotocopia, la Biblioteca nazionale di Francia, ha colto l'occasione per digitalizzare il documento ed inserirlo nella Biblioteca digitalizzata Gallica rendendolo consultabile gratuitamente insieme alla scheda sul manoscritto. Secondo la scheda presente in Gallica, il manoscritto B.N.Lat.1556 sarebbe stato precedentemente catalogato come Mazarin 1022 ovvero come facente parte della biblioteca personale del Cardinale Mazzarino: il manoscritto potrebbe essere giunto a Parigi al seguito di Gabriel Naudé, bibliotecario del cardinale Francesco dei conti Guidi di Bagno, vescovo di Rieti tra il 1635 e il 1639, il quale affidò al Naudé l’incarico di riordinare l’Archivio Capitolare di Rieti. Naudé fu quindi al seguito di Ranuccio Farnese, poi del cardinale Richelieu e quindi del suo successore nel ruolo di primo ministro del regno di Francia, il Cardinale Mazzarino per il quale formò una copiosa biblioteca passata poi al parlamento francese e quindi alla Biblioteca nazionale di Francia (cfr. Ileana Tozzi su Frontiera, 2019).

google.it

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  • Claudio Lo Monaco, Bruno Astorre e Maria Tiziana Marcelli, L'edificio di culto - Codice del territorio. Recuperare per valorizzare. Anagrafe Regionale di Chiese Cappelle e Santuari di proprietà pubblica nel Lazio., a cura di Benvenuto Salducco e Piero Tosti Croce, collana Quaderni "Risorsa", Roma, Gangemi Editore, 2016.
    «Dalla presentazione di Bruno Astorre, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio: " Ogni territorio ha un'identità ben definita, formata da paesaggi naturali, insediamenti urbani, attività economiche e produttive. A questi tratti caratterizzanti se ne deve aggiungere un altro, ovvero i luoghi di culto. È nelle chiese, nei monasteri, nelle abbazie e nei conventi, infatti, che l'individuo ritrova il senso di appartenenza alla comunità locale e riscopre le radici della tradizione cristiana. Ogni edificio religioso, con i suoi dipinti, i suoi arredi, le sue forme architettoniche, racchiude una storia a sé, in cui i cittadini si riconoscono e ritrovano tracce comuni del proprio passato. Il Lazio conserva, comune per comune, provincia per provincia, un patrimonio religioso dal valore inestimabile. È per questo che la Giunta Regionale ha promosso e finanziato la realizzazione dell'Anagrafe degli edifici di culto di proprietà degli enti locali. Solo conoscendo, infatti, le caratteristiche dei luoghi, gli eventuali interventi di restauro e gli aspetti del territorio di cui le chiese sono parte integrante, è possibile non disperdere la cultura e la storia delle comunità regionali. La tutela di questi edifici è, comunque, un dovere da parte degli amministratori locali. La conoscenza, che un'anagrafe come questa fornisce, permette di intervenire al meglio per valorizzare il patrimonio religioso della nostra regione, e fornire così, a tutti i cittadini, la possibilità di apprezzarlo, ammirarlo e custodirlo, quale parte integrante, ed imprescindibile, della propria identità. »

books.google.it

  • Il Tachiprando menzionato nel documento ACR IV L 2 del 948 è con buona probabilità lo stesso dell'iscrizione rinvenuta nella chiesa di San Silvestro di Cittareale: cfr. Pietro Nelli, Roma Salaria Falacrine, Roma, Lulu.com, 2009, pp. 64-67.
    «L'iscrizione commemora la riconsacrazione dell'edificio sacro, ricostruito ad opera di Takebrandus (it. Tachiprando) il giorno 5 dicembre 924 dopo la vastationem saracinorum (it. la devastazione ad opera dei saraceni), al tempo del vescovo di Rieti Tofi e del re Rodolfo II di Borgogna (chiamato in Italia dai grandi feudatari italiani nel 921 ribellatisi a Berengario e nominato re d'Italia nel 923).
    (LA)

    «POST VASTATIONEM SARACINORVM EGO TAKEBRANDVS PECCATOR RENOVARE ET CONSECRARE ROGAVI CVM SINTARI ET PETRO PRBRI TEMPORIBVS DOMINO IOANHI PAPE ET TOFI EP[ISCOP]O CIVITATE REATINE ET RODVLFO REGI AB INCARNACIONEM DOMINI NOSTRI IHV XPI ANNO NVASENTESIMO VICESIMO QVARTO QVINTA DIE MS DECEBER PER INDICTIO TERTIODECIMO PETRVS EPS CONDIDIT LEO ARCHIPRBT REATINA»

    (IT)

    «Dopo la devastazione dei saraceni io Tachiprando peccatore chiesi di restaurare e di consacrare con Sintari e Pietro al tempo di papa Giovanni X e del vescovo di Rieti Tofi e di Rodolfo re per incarnazione di Dio nostro nell'anno novecentoventesimoquarto, quinto giorno di dicembre, indizione tredicesima. Pietro vescovo ricostruì [essendo] Leo arcipresbitero della Chiesa di Rieti»

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