Coluccio Salutati (Italian Wikipedia)

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  • Si veda Epistolario, 4.2, pp. 470-471 per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico in comune Niccolò Niccoli («tali parente» nell'epistola di Bruni; «patris nostri» in quella di Poggio). In Ivi, pp. 478-479, l'istriano Pier Paolo Vergerio, in una lettera a Francesco Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di Firenze («...urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium Salutatum»). Epistolario, 4, tomo 2, 1911. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Della stessa opinione anche: Cappelli, p. 76, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso addio dell'allievo Pier Paolo Vergerio, che chiamò Salutati communis omnium magister («maestro comune di tutti [noi]»); Vasoli, p. 40; Contini, p. 869; Gargan, p. 141. Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci editore, 2013, ISBN 978-88-430-5405-3. Cesare Vasoli, Le filosofie del Rinascimento, a cura di Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 88-424-9354-6. URL consultato il 1º gennaio 2016. Gianfranco Contini, Letteratura italiana delle origini, 3ª ed., Firenze, Sansoni Editore, 2006 [1970], ISBN 88-383-1866-2. Luciano Gargan, Gli umanisti e la biblioteca pubblica, in Guglielmo Cavallo (a cura di), Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Bari, Laterza, 1988, ISBN 9788842032564.
  • Luogo significativo per continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra' Martino da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Si vedano Contini, p. 869; e Petoletti, p. 42:

    «... [Boccaccio] dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca all'agostiniano Martino da Signa con l'indicazione che alla morte del frate i volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così avvenne...»

    Gianfranco Contini, Letteratura italiana delle origini, 3ª ed., Firenze, Sansoni Editore, 2006 [1970], ISBN 88-383-1866-2. Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis, Carla Maria Monti, Marco Petoletti et alii (a cura di), Boccaccio autore e copista, Firenze, Mandragora, 2013, pp. 41-49, ISBN 978-88-7461-213-0.
  • Si è condensato, in questi due punti, l'attacco generale del mondo ecclesiastico contro l'umanesimo. Come sottolinea Cappelli, p. 78, la questione sul valore della poesia riguarda la disputa con Giovanni di San Miniato tenutasi nel 1401 (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, XX, pp. 539-543); quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo e risale al 1405 (cfr. Epistolario, 4, pp. 170-205). Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci editore, 2013, ISBN 978-88-430-5405-3. Epistolario, vol. 3, 1896. URL consultato il 6 gennaio 2016.
  • Il codice di Catullo facente parte della biblioteca del Salutati (cod. Paris. 14137) entrò nelle mani del cancelliere fiorentino il 19 ottobre del 1375 grazie alle pressioni che esercitò sull'erudito veronese Gasparo Squaro de' Broaspini, secondo quanto riporta Sabbadini, p. 34. Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario, 1, p. 222 nota 2, giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi ha trovato delle postille autografe del Salutati. Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, Firenze, G.C. Sansoni, 1905. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • Le informazioni, ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati, sono prese in ordine sparso da Epistolario, 4.2, Tavole genealogiche dei Salutati, 384-408, ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli di Coluccio. Per consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre Epistolario, 4.2, pp. 409-412. Epistolario, 4, tomo 2, 1911. URL consultato il 6 gennaio 2015. Epistolario, 4, tomo 2, 1911. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Marzi, p. 113. Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  • Contini, p. 869. Gianfranco Contini, Letteratura italiana delle origini, 3ª ed., Firenze, Sansoni Editore, 2006 [1970], ISBN 88-383-1866-2.
  • Epistolario, 1, 1, Magistro Petro de Moglio, p. 3. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • Epistolario, 1, 1, Petro da Moglio, p. 3, nota 1. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • Marzi, p. 114, nota 1. Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  • Epistolario, 1, 4, Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de Gianfigliaziis, pp. 9-12. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • In Epistolario, 1, 16, Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni de Florentia summi pontificis secretario, domino suo, p. 44, Coluccio si lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina umbra, così come farà nelle Ep. 1, 17 e 18. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • Marzi, p. 14:

    «Vero è che nel secolo XV invalse l'uso di chiamare Cancelleria Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della politica esterna...»

    Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  • Epistolario, 4.2, p. 441. Epistolario, 4, tomo 2, 1911. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Epistolario, 4.2, p. 429 e Ibidem, nota 2. Epistolario, 4, tomo 2, 1911. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Epistolario, 2, p. 291:
    (LA)

    «Unum dicam, quod emerserunt et ad tante sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute cunctorum.»

    (IT)

    «Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande repubblica emersero e vi sono [uomini], i quali bisognò [vi fossero] per la salvezza di tutti.»

    Inoltre, sempre in Ivi, nota 2, il Novati annota che Coluccio fu così favorevole al nuovo governo in quanto fu uno dei pochissimi a non essere proscritto dalle cariche istituzionali. Epistolario, vol. 2, 1893. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Marzi, p. 133. Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  • Marzi, p. 148. Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  • Marzi, pp. 145-146. Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  • Epistolario, 4.2, pp. 331-332. Epistolario, 4, tomo 2, 1911. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Marzi, p. 146. Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  • Wilkins, p. 259. Ernest Hatch Wilkins, Vita del Petrarca, a cura di Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli, 2012 [1964], ISBN 978-88-07-72364-3., edito per la prima volta negli Stati Uniti col nome di (EN) Life of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, 1961, OCLC 343931.
  • Senili, 2, pp. 152-153. Francesco Petrarca, Lettere Senili, a cura di Giuseppe Fracassetti, vol. 2, Firenze, Le Monnier, 1870, SBN IT\ICCU\TO0\0998909. URL consultato il 18 febbraio 2015.
  • (LA)

    «Inclyte cur vates, humili sermone locutus, / de te pertransis? [...] te vulgo mille labores / percelebrem faciunt: etas te nulla silebit.»

    (IT)

    «Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, / avanzi nel corso del tempo? [...] Mille fatiche ti rendono celebre presso il volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo conto.»

    Si veda anche Epistolario, 1, Egrigio viro Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. XXV, p. 225, ove Coluccio piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia anche quella del Boccaccio:
    (LA)

    «Fallebar enim, et dum Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster interiit...»

    (IT)

    «Infatti ero ingannato, e mentre piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo commento, quasi tralasciata la sentenza degli antichi, ecco che nuove lacrime si aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spirò il ventuno di dicembre [del 1375]...»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • Garin, p. 36 sintetizza, prendendo spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario, 2, pp. 303-307, l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come cittadino del mondo: «Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella costruzione della città terrena, nella società». Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza, 2000, ISBN 88-420-4501-2. Epistolario, vol. 2, 1893. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, XX, pp. 539-540:
    (LA)

    «Noli, venerabilis in Christo frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est Dei.»

    (IT)

    «Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio.»

    Epistolario, vol. 3, 1896. URL consultato il 6 gennaio 2016.
  • Epistolario, 3, XX, p. 541:
    (LA)

    «Nullum enim dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium quam eloquium poetarum.»

    (IT)

    «Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei poeti.»

    Epistolario, vol. 3, 1896. URL consultato il 6 gennaio 2016.
  • Billanovich, p. 16. Fitta la corrispondenza tra Salutati e Della Seta, come testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino il 25 gennaio del 1376 (Epistolario, 1, Insigni viri Lombardo...optimo civi patavino, Lib. IV, 1, pp. 229-241). Giuseppe Billanovich, Gli inizi della fortuna di Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1947, SBN IT\ICCU\TO0\0319832. URL consultato il 18 dicembre 2015. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • Epistolario, 1, Franciscolo de Brossano, Lib. IV, V, pp. 250-254. Epistolario, vol. 1, 1891. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  • Cfr. la già citata Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, XX, pp. 539-540. Epistolario, vol. 3, 1896. URL consultato il 6 gennaio 2016.
  • Epistolario, 2, Epistola Coluci Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum, 1, 6, pp. 11-46. Epistolario, vol. 2, 1893. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Epistolario, 2, V, p. 15, di cui si riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento:
    (LA)

    «Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit omnium conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare. Vale felix et diu. Colucius tuus.»

    (IT)

    «Ti mando un piccolo pensiero composto in queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo [trattato], se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio, al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a lungo. Il tuo Coluccio.»

    Epistolario, vol. 2, 1893. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Cfr. Epistolario, 2, p. 224, nota 1 per la storia del codice contenente il carme. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistola XVIII a pp. 200-201, in cui Coluccio annuncia a Benvenuto da Imola il suo progetto:
    (LA)

    «Sed ut ad Franciscum nostrum redeam, opusculum metricum de ipsius funere iam incepi...»

    (IT)

    «Ma per ritornare al nostro Francesco, ho già iniziato [a stendere] un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria dello stesso...»

    Epistolario, vol. 2, 1893. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  • Marzi, p.115. Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli, SBN IT\ICCU\RAV\0214687. URL consultato il 9 gennaio 2015.

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