Platone non evidenzia nella morte di Socrate tutti gli effetti che questo veleno normalmente ha. Il veleno che l'erba contiene si chiama coniina, un alcaloide tossico che provoca la paralisi del sistema nervoso che comincia dalla gola con grandi difficoltà a inghiottire, poi si estende ai muscoli delle gambe e sale fino al torace paralizzando i movimenti respiratori provocando la morte per asfissia. (in Scheda della coniina su Pubchem). La descrizione della morte di Socrate come indolore probabilmente è dovuta al fatto che Platone voglia sottolineare la separazione del corpo dall'anima come un avvenimento indolore oltreché benefico. (Cfr. C. Gill, The death of Socrate in Classical Quarterly, 23, 1973, pp.225-228). Altri autori, dati i sintomi descritti, hanno ritenuto che per Socrate si sia utilizzata una mistura di veleni: il termine "cicuta" del resto allude a un miscuglio di Conium, oppio e datura(Cfr. Jean De Maleissye, Storia dei veleni. Da Socrate ai giorni nostri, Bologna, Odoya, 2008). Scrivono di un veleno composto dalla cicuta Persio, Giovenale e altri, ma Senofonte e Platone, discepoli di Socrate, Cicerone, Valerio Massimo, Plutarco scrivono genericamente della morte di Socrate per veleno, non citando la cicuta. Secondo Aulo Gellio invece Socrate fu avvelenato per un infuso di cicuta e altri veleni. (Antonio Targioni Tozzetti, Corso di botanica medico-farmaceutica e di materia medica, Firenze, per Vincenzo Batelli e compagni, 1847, p. 461)