«protein, rather than DNA, is the principal target of the biological action of [ionizing radiation] in sensitive bacteria, and extreme resistance in Mn-accumulating bacteria is based on protein protection». In Michael J. Daly, Elena K. Gaidamakova, Vera Y. Matrosova, Alexander Vasilenko, Min Zhai, Richard D. Leapman, Barry Lai, Bruce Ravel, Shu-Mei W. Li, Kenneth M. Kemner, James K. Fredrickson, Protein Oxidation Implicated as the Primary Determinant of Bacterial Radioresistance, in PLoS Biology, vol. 5, n. 4, 1º aprile 2007, pp. e92 EP -, DOI:10.1371/journal.pbio.0050092. URL consultato il 28 gennaio 2008.
Secondo questa ipotesi, l'evoluzione dei microrganismi avrebbe avuto luogo nelle regioni polari di Marte dove le elevate oscillazioni periodiche (20° nell'arco di 1,2x105 anni) dell'obliquità del pianeta hanno prodotto nel tempo (come calcolato per gli ultimi 80 milioni di anni) le più ampie variazioni di insolazione e temperatura superficiali. Nelle stesse regioni, la sottile atmosfera marziana - già incapace di schermare efficacemente le radiazioni cosmiche - ha subito, nel corso dei milioni di anni, anche grandi oscillazioni nella sua massa (circa il 50%) causate dall'alternanza di periodi più caldi e più freddi nella storia planetaria. Se nei periodi più caldi, la parziale fusione della calotta polare e la relativamente più ampia densità atmosferica avrebbero potuto fornire un terreno di coltura adeguato a questi batteri poco sotto la superficie, nei periodi più freddi - quando l'atmosfera si assottigliava e si congelava completamente la superficie polare - gli stessi organismi sarebbero stati esposti ad un'elevatissima quantità di radiazione cosmica, pur continuando a sopravvivere in uno stato di quiescenza. Secondo gli autori, questo processo sarebbe stato in grado di selezionare, nell'arco di una decina di milioni di anni, popolazioni di batteri con la stessa radioresistenza di D. radiodurans. Fonte: Pavlov AK, Kalinin VL, Konstantinov AN, Shelegedin VN, Pavlov AA, Was Earth ever infected by martian biota? Clues from radioresistant bacteria (PDF), in Astrobiology, vol. 6, n. 6, 2006, pp. 911–918, DOI:10.1089/ast.2006.6.911, PMID17155889. URL consultato il 7 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2008).
Secondo questa ipotesi, l'evoluzione dei microrganismi avrebbe avuto luogo nelle regioni polari di Marte dove le elevate oscillazioni periodiche (20° nell'arco di 1,2x105 anni) dell'obliquità del pianeta hanno prodotto nel tempo (come calcolato per gli ultimi 80 milioni di anni) le più ampie variazioni di insolazione e temperatura superficiali. Nelle stesse regioni, la sottile atmosfera marziana - già incapace di schermare efficacemente le radiazioni cosmiche - ha subito, nel corso dei milioni di anni, anche grandi oscillazioni nella sua massa (circa il 50%) causate dall'alternanza di periodi più caldi e più freddi nella storia planetaria. Se nei periodi più caldi, la parziale fusione della calotta polare e la relativamente più ampia densità atmosferica avrebbero potuto fornire un terreno di coltura adeguato a questi batteri poco sotto la superficie, nei periodi più freddi - quando l'atmosfera si assottigliava e si congelava completamente la superficie polare - gli stessi organismi sarebbero stati esposti ad un'elevatissima quantità di radiazione cosmica, pur continuando a sopravvivere in uno stato di quiescenza. Secondo gli autori, questo processo sarebbe stato in grado di selezionare, nell'arco di una decina di milioni di anni, popolazioni di batteri con la stessa radioresistenza di D. radiodurans. Fonte: Pavlov AK, Kalinin VL, Konstantinov AN, Shelegedin VN, Pavlov AA, Was Earth ever infected by martian biota? Clues from radioresistant bacteria (PDF), in Astrobiology, vol. 6, n. 6, 2006, pp. 911–918, DOI:10.1089/ast.2006.6.911, PMID17155889. URL consultato il 7 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2008).
«protein, rather than DNA, is the principal target of the biological action of [ionizing radiation] in sensitive bacteria, and extreme resistance in Mn-accumulating bacteria is based on protein protection». In Michael J. Daly, Elena K. Gaidamakova, Vera Y. Matrosova, Alexander Vasilenko, Min Zhai, Richard D. Leapman, Barry Lai, Bruce Ravel, Shu-Mei W. Li, Kenneth M. Kemner, James K. Fredrickson, Protein Oxidation Implicated as the Primary Determinant of Bacterial Radioresistance, in PLoS Biology, vol. 5, n. 4, 1º aprile 2007, pp. e92 EP -, DOI:10.1371/journal.pbio.0050092. URL consultato il 28 gennaio 2008.
«The complete genome sequence of the radiation-resistant bacterium Deinococcus radiodurans R1 is composed of two chromosomes (2,648,638 and 412,348 base pairs), a megaplasmid (177,466 base pairs), and a small plasmid (45,704 base pairs), yielding a total genome of 3,284,156 base pairs.» (White et alii [1999], Genome Sequence of the Radioresistant Bacterium Deinococcus radiodurans R1, Science286 (5444): 1571-1577)
ted.com
In un discorso al TED del febbraio 2005, Craig Venter (leader del progetto) menziona D. radiodurans come la macchina definitiva per l'assemblaggio del genoma.
Meet Conan the Bacterium, su science.nasa.gov, NASA Science News, 14 dicembre 1999. URL consultato il 6 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2012)..
Patrick Huyghe, Conan the Bacterium (PDF), in The Sciences (New York Academy of Sciences), luglio/agosto 1998, pp. 16–19. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2012).
Secondo questa ipotesi, l'evoluzione dei microrganismi avrebbe avuto luogo nelle regioni polari di Marte dove le elevate oscillazioni periodiche (20° nell'arco di 1,2x105 anni) dell'obliquità del pianeta hanno prodotto nel tempo (come calcolato per gli ultimi 80 milioni di anni) le più ampie variazioni di insolazione e temperatura superficiali. Nelle stesse regioni, la sottile atmosfera marziana - già incapace di schermare efficacemente le radiazioni cosmiche - ha subito, nel corso dei milioni di anni, anche grandi oscillazioni nella sua massa (circa il 50%) causate dall'alternanza di periodi più caldi e più freddi nella storia planetaria. Se nei periodi più caldi, la parziale fusione della calotta polare e la relativamente più ampia densità atmosferica avrebbero potuto fornire un terreno di coltura adeguato a questi batteri poco sotto la superficie, nei periodi più freddi - quando l'atmosfera si assottigliava e si congelava completamente la superficie polare - gli stessi organismi sarebbero stati esposti ad un'elevatissima quantità di radiazione cosmica, pur continuando a sopravvivere in uno stato di quiescenza. Secondo gli autori, questo processo sarebbe stato in grado di selezionare, nell'arco di una decina di milioni di anni, popolazioni di batteri con la stessa radioresistenza di D. radiodurans. Fonte: Pavlov AK, Kalinin VL, Konstantinov AN, Shelegedin VN, Pavlov AA, Was Earth ever infected by martian biota? Clues from radioresistant bacteria (PDF), in Astrobiology, vol. 6, n. 6, 2006, pp. 911–918, DOI:10.1089/ast.2006.6.911, PMID17155889. URL consultato il 7 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2008).