Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, nº 244, 20 ottobre 1986, pp. 4-5. In questo numero della Gazzetta Ufficiale è contenuto l'elenco delle 25 parrocchie della diocesi che ottennero la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" dal Ministero dell'Interno, in forza della Legge 20 maggio 1985 n. 222, art. 29. Tale qualifica fu concessa con decreto ministeriale dell'11 ottobre 1986 su richiesta del vescovo di Caiazzo del 13 settembre precedente.
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Dopo Claro, Francesco Saverio Finelli (Città di Alife e diocesi, Cenni storici, Scafati, 1928) inserisce alcuni vescovi ignoti a tutti gli altri autori e di dubbia autenticità: tre anonimi al 750, 770 e 865, Paolo al 779 e Leone al 978. In particolare Leone non fu vescovo di Alife, ma di Sora (Hans-Walter Klewitz, Zur geschichte der bistums organization Campaniens und Apuliensim 10. und 11. Jahrhundert, in Quellen und Forschungen aus italienischen archiven und bibliotheken, XXIV (1932-33), pp. 44-45). Su Paolo, Finelli sbaglia la datazione del diploma e il vescovo documentato non è dell'VIII, ma del X secolo. Secondo Marrocco, i tre anonimi sono da escludere, perché si presuppone la loro esistenza in occasione di eventi storici legati ad Alife; ma in realtà nessun documento coevo li nomina.
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Federico Marazzi, La cristianizzazione di Alife, in Stefania Capini, Patrizia Curci e Maria Romana Picuti, Fana, templa, delubra. Corpus dei luoghi di culto dell'Italia antica. Vol. III. Regio IV: Alife, Bojano, Sepino, Parigi, 2015.
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Norbert Kamp, v. Doferio, Dizionario biografico degli italiani, vol. 40, 1991. Doferio fu eletto dal capitolo della cattedrale di Bari tra ottobre 1188 e maggio 1189, e confermato dalla Santa Sede nel corso del 1189.