«Si può dire che il pathos di Spinoza, nella negazione della trascendenza di Dio rispetto al mondo, sia, in verità, espressione di una profondissima religiosità che non permette di accettare l'autonomia ontologica del mondo. Proprio perché il mondo non può avere tale autonomia rispetto a Dio, Dio diventa causa immanente e non trascendente» (intervista a Vittorio Hösle, Copia archiviata, su emsf.rai.it. URL consultato il 9 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2012).
L'espressione che sintetizza maggiormente la concezione dogmatica è appunto quella coniata da Spinoza (cfr. Gustavo Bontadini, Appunti di filosofia, pag. 86, Milano, Vita e Pensiero, 1996): «Ordo et connexio idearum idem est ac ordo et connexio rerum», ossia «L'ordine e la connessione delle idee è identica a quella che sussiste nella realtà» (Spinoza, Ethica, II, pr. VII).
«Einstein [...] assunse il realismo dogmatico come base per la scienza della natura» (Werner Heisenberg, Psychics and Philosophy [1958], trad. it. di G. Gnoli, Fisica e Filosofia, pag. 101, Il Saggiatore, Milano 1994). Einstein sosteneva tra l'altro: «Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due realtà separate» (cit. in Brian, Einstein a life, 1996, pag. 127); e ancora: «Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nell'ordinaria armonia di ciò che esiste» (cit. in Pietro Greco, Einstein: vita e opere del padre della relatività, Alpha Test, 2008, pag. 16).