Nei circa due secoli che separano la Seconda guerra punica dall'avvento del Principato di Augusto si è calcolato che in media era impegnata ogni anno nell'esercito il 13 per cento della popolazione maschile sopra i 17 anni, con punte del 30 per cento (Ruffolo, p. 48. Giorgio Ruffolo, Quando l'Italia era una superpotenza, Einaudi, 2004.
Simon MacDowall, pag. 4, in Late Roman Cavalryman, 1995.
Secondo Giorgio Ruffolo la cifra di un milione di uomini sotto Costantino è esagerata (Ruffolo, p. 137). Giorgio Ruffolo, Quando l'Italia era una superpotenza, Einaudi, 2004.
Simon MacDowall, pag. 5, in Late Roman Cavalryman, 1995.
Il termine è usato, occasionalmente, come un antico nome dei cavalieri romani: in Plinio il Vecchio (Naturalis historia, XXXIII, 35), ad esempio: Equitum quidem etiam nomen ipsum saepe variatum est, in iis quoque, qui id ab equitatu trahebant. celeres sub Romulo regibusque sunt appellati, deinde flexuntes, postea trossuli [...]testo on line da LacusCurtius). Il termine ricorre anche in uno dei frammenti di Granio Liciniano, Storia romana, XXVI, 3, tramandataci da un palinsesto.