Filosofia rinascimentale (Italian Wikipedia)

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treccani.it

  • Michael J.B. Allen, Il Rinascimento. La rinascita del platonismo, in Storia della Scienza, Treccani, 2001.
  • La filosofia di Valla si riassume nella polemica contro l’ascetismo stoico e gli eccessi dell’ascetismo monastico, contrapponendo ad essi le istanze del “piacere” inteso non soltanto come piacere carnale. Il suo è un tentativo di ripresa dell’Epicureismo rifondato su basi cristiane. Secondo Lorenzo Valla, tutto ciò che la natura ha fatto non può essere che santo e lodevole, ed anche il piacere deve essere visto secondo questa ottica. Ma poiché l’uomo è fatto di corpo ed anima, il piacere si esplica a livelli diversi: il piacere sensibile che è il più basso, ed i piaceri dello spirito, delle leggi, delle istituzioni, delle arti e della cultura e, al vertice, l’amore cristiano di Dio. Valla si spinge oltre, affermando che è possibile denominare “piacere” anche quella felicità di cui l’anima fruisce in Paradiso. «Così ho confutato o condannato sia la dottrina degli Epicurei, sia degli Stoici, ed ho mostrato che né presso gli uni né presso gli altri, né addirittura presso alcuno dei filosofi, c’è il bene sommo o desiderabile, ma piuttosto nella nostra religione, da raggiungere non in terra ma nei cieli» (cit. in G. Reale e D. Antiseri, Manuale di filosofia, vol. 2, Editrice La Scuola, 2014). Egli, così, dà vita ad un progetto di profondo rinnovamento pratico e teoretico che, pur non privo di anticipazioni, non ha riscontro in altri umanisti per ampiezza, incisività e novità ( Valla, Lorenzo in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia", su treccani.it. URL consultato il 22 luglio 2020.)

zanichelli.it

online.scuola.zanichelli.it

  • A differenza di Copernico, Keplero (1571-1630) sostituendo le orbite sferiche con quelle ellittiche, fu un neoplatonico matematico che credeva nell’armonia del mondo, tanto da arrivare ad affermare che il numero dei pianeti e le dimensioni delle loro orbite potevano essere compresi qualora si fosse recepita la relazione tra le sfere planetarie ed i cinque solidi regolari “platonici” o “cosmici”. Questi solidi erano il cubo, il tetraedro, il dodecaedro, l’icosaedro e l’ottaedro. Essi hanno le caratteristiche per cui le facce di ciascun solido sono tutte identiche e sono costituite soltanto da figure equilatere. Dio è matematico ed il lavoro di Keplero consiste proprio nel ricercare le armonie matematiche e geometriche. Poiché inoltre Tolomeo non era stato capace di spiegare l’”irregolare” moto di Marte, Keplero affrontò il problema, giungendo poi alla conclusione che fosse impossibile trovare una soluzione con qualsiasi combinazione di circoli. Continuando a sperimentare, si accorse che teoria e osservazione combaciavano se si facevano muovere i pianeti in orbite ellittiche, con velocità variabili determinabili secondo tre semplici leggi ( Zanichelli online per la scuola (PDF), su online.scuola.zanichelli.it.)