Queste triangolazioni erano appoggiate rispettivamente alla base del Ticino e a due piccole basi, poste alle due estremità dell'arco di meridiano tra Roma e Rimini, misurate da Boscovich e Maire tra il 1751 ed il 1753. Nel 1750, Papa Benedetto XIV, ai fini di rettificare la carta topografica dello Stato Pontificio, aveva approvato la proposta e dato incarico ai due astronomi di eseguire la misura di un arco di meridiano di circa 2 gradi tra Rimini e Roma. Durante l'operazione furono compiute altre importanti determinazioni trigonometriche tra cui appunto la misura delle due piccole basi sulla via Appia presso Roma e lungo il fiume Ausa presso Rimini (cfr. Mori, pp. 4-6 e L'Italia economica, p. 55). Attilio Mori, Cenni storici sui lavori geodetici e topografici e sulle principali produzioni cartografiche eseguite in Italia dalla metà del secolo XVIII ai nostri giorni (PDF), Firenze, Istituto Geografico Militare, 1903, pp. 1-80. Gustavo Uzielli, Idrografia, Topografia, Geografia, in L'Italia economica nel 1873, II, Roma, Tip. Barbera, 1874, pp. 25-93.
Secondo tutte le biografie di Francesco Fergola, citate in bibliografia, e secondo l'iscrizione sulla lapide commemorativa posta nel 1885 sul monte Antennammare in ricordo del geodeta, Fergola sarebbe morto il 25 novembre a Messina. Secondo quanto riportato invece nell'estratto dell'atto di morte, Francesco Fergola sarebbe morto nella Cappella di Santa Maria di Bambari sul monte Antennammare, nel comune di Lardaria (denominato successivamente Larderia e diventata frazione del Comune di Messina) alle ore 15 del 30 novembre (cfr. Provincia di Messina. Distretto di Messina. Comune di Lardaria, Registro degli Atti di Morti. Dal primo Gennaro a tutto li trentuno Dicembre mille ottocento quarantacinque. Num. d'ordine 20. Francesco Fergola, a cura di Archivio di Stato di Messina. Stato civile della restaurazione. Larderia. Morti 1845. Immagine 13, Messina, 1845).
Cfr. de Luca, p. 332. Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
Cfr. de Luca, p. 342. Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
Visconti fu coinvolto a Napoli nei moti del 1820-1821 e fu anche deputato nell'Assemblea Legislativa nel primo Parlamento napoletano nel 1820 (cfr. de Luca, p. 336 e p. 341). Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
La Pianta di Napoli è una edizione ridotta, e in scala 1:12.000, del foglio n. 8 della Carta topografica ed idrografica dei contorni di Napoli, eseguita appoggiandosi alla triangolazione di second'ordine portata a termine da Fergola nei dintorni di Napoli.
Rispetto alla versione precedente furono inoltre aggiunti, ad acquarello, i limiti dei quartieri ed una legenda con l'indicazione della popolazione ivi residente dopo l'epidemia di colera del 1836-37.
Fu pubblicata in allegato al primo volume di Napoli e i luoghi celebri delle sue vicinanze edito dallo Stabilimento Tipografico di Gaetano Nobili, in occasione della VII riunione degli scienziati italiani del settembre 1845 a Napoli (cfr. Autori vari, Napoli e i luoghi celebri nelle sue vicinanze, vol. I, pp. 1-542, tav. 15 (in allegato Pianta di Napoli in scala 1:12.000), vol. II, pp. 1-602, tav. 10 (in allegato Carta dei Contorni di Napoli in scala 1:240.000), Napoli, Stab. Tip. Gaetano Nobili, 1845). Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
Cfr. de Luca, p. 336. Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
Cfr. de Luca, p. 331. Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
La latitudine astronomica della cupola di San Pietro era stata misurata dai PP. GesuitiRuggero Boscovich e Christopher Maire, astronomi del Collegio Romano già nel 1751-53. Successivamente, tra il 1800 ed il 1824, se ne ebbe una determinazione più accurata a seguito delle osservazioni astronomiche e geodetiche di Giuseppe Calandrelli e Andrea Conti e di Giacomo Ricchebach, astronomi e professori nell'Università Gregoriana del Collegio Romano (cfr. Andrea Conti e Giacomo Ricchebach, Posizione geografica de’ principali luoghi di Roma e de’ suoi contorni, in Opuscoli astronomici, VIII, Roma, Stamperia De Romanis, 1824, pp. 114-142).
Queste triangolazioni erano appoggiate rispettivamente alla base del Ticino e a due piccole basi, poste alle due estremità dell'arco di meridiano tra Roma e Rimini, misurate da Boscovich e Maire tra il 1751 ed il 1753. Nel 1750, Papa Benedetto XIV, ai fini di rettificare la carta topografica dello Stato Pontificio, aveva approvato la proposta e dato incarico ai due astronomi di eseguire la misura di un arco di meridiano di circa 2 gradi tra Rimini e Roma. Durante l'operazione furono compiute altre importanti determinazioni trigonometriche tra cui appunto la misura delle due piccole basi sulla via Appia presso Roma e lungo il fiume Ausa presso Rimini (cfr. Mori, pp. 4-6 e L'Italia economica, p. 55). Attilio Mori, Cenni storici sui lavori geodetici e topografici e sulle principali produzioni cartografiche eseguite in Italia dalla metà del secolo XVIII ai nostri giorni (PDF), Firenze, Istituto Geografico Militare, 1903, pp. 1-80. Gustavo Uzielli, Idrografia, Topografia, Geografia, in L'Italia economica nel 1873, II, Roma, Tip. Barbera, 1874, pp. 25-93.
Durante l'epidemia di colera del 1837 era morto il tenente Alfaro, mentre Ferdinando Bruggisser era morto di tifo contratto durante i lavori del 1840 (cfr. de Luca, p. 337). Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
Cfr. de Luca, p. 338. Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
Anche perché intanto si era deciso di appoggiare le due triangolazioni a due nuove basi geodetiche, ancora da misurarsi, nel Tavoliere di Foggia e nella piana di Catania, essendo considerata inadeguata allo scopo la vecchia base di Castel Volturno (cfr. Visconti, 1844, p. 26). Ferdinando Visconti, Notizia intorno al Reale Officio Topografico di Napoli ed ai lavori in esso eseguiti, in Annuario Geografico Italiano, I, Bologna, Pubblicato da Annibale Ranuzzi, Libreria Rusconi, 1844, pp. 19-27.
«Fu assai soddisfacente l'osservare l'accordo fra la determinazione diretta delle linee di livello, e quella che risultava dalla triangolazione. Che il livello delle acque di ciascun mare, osservato direttamente, non differiva che per una frazione di metro da quello determinato per mezzo de' triangoli geodetici dallo zero di altro mare.» Cfr. de Luca, p. 338 Ferdinando de Luca, Ferdinando Visconti, in Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze naturali, economiche e tecnologiche, II, ser. II, Napoli, Stab. Tip. del R. Istituto d'Incoraggiamento, 1863, pp. 327-342.
Tra gli altri, gli assessori municipali di Messina Salvatore Marullo e Luigi Majolino in rappresentanza del Comune di Messina, il colonnello del Genio Pietro Castiati, il direttore dell'Orto botanico di Messina Leopoldo Nicotra ed il Clero di un paese vicino che «offrì spontaneamente il suo concorso alla cerimonia» (cfr. Chiecco, p. 162). G. C. Chiecco, Onoranze al geodeta Fergola sul Monte Antennamare, in Rivista Alpina Italiana, I, n. 12, Torino., Club Alpino Italiano, 1882, pp. 161-163.
Il Francesco Fergola qui biografato non va confuso con due suoi parenti omonimi e a lui contemporanei. Il primo era un suo cugino di secondo grado, figlio di Luigi e Teresa Conti e fratello quindi di Salvatore. Nacque a Napoli probabilmente nel 1801 e morì a Napoli il 19 ottobre 1874 (cfr. Tavola Necrologica degli Ufficiali addetti al pubblico insegnamento nell'anno 1874, in Bollettino Ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione, I, n. 2, Roma, 1874, p. 104 e Giovanni Pugliese Carratelli, Storia e civiltà della Campania: L'Ottocento, Napoli, Electa, 1996, p. 309) o 1875 (cfr. Mariantonietta Picone Petrusa, Fergola, Salvatore, su treccani.it).
Fu pittore paesaggista, assistente di disegno nella Scuola di applicazione degli Ingegneri di Napoli (cfr. Bollettino, p. 104).
Il secondo, anche lui pittore paesaggista, era figlio di Salvatore e di Maria Giuseppa Lebano. Nacque a Napoli il 22 settembre 1821 e morì a Napoli il 23 marzo 1894 (cfr. Mariantonietta Picone Petrusa, Fergola, Francesco, su treccani.it).