DBI: "In luglio ebbe a verificarsi un episodio alquanto oscuro: il 20 di quel mese, infatti, il Consiglio dei cento alla Guerra, da poco istituito, su richiesta del capitano generale dell'esercito veneto, Carlo Malatesta, decideva di inviare al campo due ambasciatori per conferire su questioni attinenti all'ormai prossimo scontro: risultarono eletti il Foscari e Barbon Morosini, dopo molti tentativi tutti seguiti da altrettanti rifiuti. Senonché il procuratore Pietro Loredan si offrì e fu accettato volontario al posto degli eletti; questi era il migliore ed il più valoroso militare di cui Venezia disponesse: al comando della squadra del Golfo aveva conquistato Spalato e da poco ottenuto la resa di Sebenico, e alcuni anni più tardi, nella tarda primavera del 1416, sarebbe stato l'artefice della memorabile disfatta inflitta alla flotta ottomana presso i Dardanelli. È difficile dire cosa lo spinse, nel luglio 1412, ad un gesto che suonava gravemente offensivo, addirittura provocatorio nei confronti del Foscari e del Morosini. Forse si trattava di antipatia personale, disistima, avversione per una famiglia emergente e per un uomo - qual era il Foscari - abilissimo a manovrare in politica quanto inesperto nell'arte della guerra". Giuseppe Gullino, FOSCARI, Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 49, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997. URL consultato l'8 aprile 2013.
DBI: "Le incombenze legate alla dignità procuratoria consistevano soprattutto nell'amministrazione di legati e commissarie derivanti per lo più da disposizioni testamentarie: quasi una sinecura, insomma, che però consentiva la gestione di somme talvolta ingenti. Il F. ne fece l'uso politicamente più opportuno, perlomeno nei propri riguardi: distribuì, a quanto pare con prassi insolita, cospicue somme di denaro (forse 30.000 ducati) ai nobili poveri a titolo di dote per le loro figlie, guadagnandosene il favore, così da crearsi una sorta di clientela personale. Del resto disponeva già di fautori, poiché l'indirizzo della sua politica estera, volta all'espansionismo militare, interpretava soprattutto le aspirazioni dei patrizi meno abbienti, la cui affermazione economica e sociale dipendeva in larga misura dal servizio pubblico, ossia dagli impieghi nell'amministrazione statale, dal ruolo di rappresentanti o funzionari del Comune nei nuovi territori conquistati. Fu questo, con ogni probabilità, lo strumento decisivo della progressiva rapida affermazione politica del F., che lo avrebbe innalzato sino al dogato.". Giuseppe Gullino, FOSCARI, Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 49, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997. URL consultato l'8 aprile 2013.