Guccini, come nasce una canzone, su francescoguccini.net, luglio 2018. URL consultato il 12 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2016). articolo tratto da "Lo Sputo"- numero 0 - 1985 - pagg. 17, 18, 19
archive.org
«Rizzardi, docente di Inglese [...] Dopo l'esame mi chiamò da parte: "Un mio vecchio studente è diventato rettore di un college americano che sta per aprire una sede a Bologna. Si chiamerà Dickinson. Mi hanno offerto una cattedra"... Fu così che iniziai la mia carriera di insegnante al Dickinson, ruolo che sarebbe stato mio per vent'anni, dal 1965 al 1985, anche se solo per un mese l'anno: settembre.» citato in Cotto, p. 57. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Mi affascinava da sempre l'idea di una canzone su Enrico, il mio prozio emigrato in America. C'è un confronto continuo tra la sua America–emarginata, di fatica, di sconfitte–e la mia–fatta di miti e immaginazioni, di viaggi di fantasia.» citato in Cotto, p. 101. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Una sera, riguardando quella foto in cui siamo fintamente assorti a guardare le bocce, mi venne voglia di scrivere una canzone, provando a pensare come pensava lui, alla sua voglia di sesso o, più semplicemente, di normalità.» citato in Cotto, p. 132. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Modena è per me l'esilio da Pàvana e l'attesa di Bologna. Modena è "mia nemica strana", la mia adolescenza, il periodo forse più tragico della mia vita perché nell'immediato dopoguerra le aspettative e le speranze erano tante e le possibilità di realizzarle quasi nulle.»; citato in Cotto, p. 80. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«La band si chiamava, con somma originalità, Marinos [...] Dissi agli altri musicisti "Ragazzi, Marinos fa schifo"... Ci voleva un nome giovane, brillante. Gatti non ci sembrava male... In quell'estate 1961 suonammo per due mesi alle terme di Sassuolo... D'inverno un bell'ingaggio allo Chalet del lago di San Vito di Cadore... Quell'inverno andammo a suonare perfino in Svizzera.»; citato in Cotto, pp. 40-41. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«L'antisociale non era l'unica canzone che avevo scritto e tenuto (perché molte le buttavo, un po' per pudore un po' per vergogna) prima di partire militare. C'erano, tra le tante, anche Vecchio gasometro, Se lungo i giorni, La ballata degli annegati e Venerdì santo. Canzoni un po' diverse dai fugaci esperimenti degli esordi. Rimanevano comunque tentativi.» citato in Cotto, p. 51. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
« [...] decise di incidere alcuni miei brani, oltre che di commissionarmene altri. Le biciclette bianche e Incubo n.4 furono composte a quattro mani: lei la musica, io li testo; Cima Vallona.... Caterina avrebbe poi inciso anche due versioni di Per fare un uomo e Dio è morto...» citato in Cotto, p. 62. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Di quei tempi mi resta la barba. Non l'ho più fatta, da allora. Forse ho paura di vedere che cosa c'è sotto e più di me ha paura mia figlia. Per evitarle shock, resterò così per sempre, nascondendole le mie vere fattezze.» citato in Cotto, p. 72. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Curiosamente, la mia foto sulla copertina di Via Paolo Fabbri 43 è la stessa, solo più sgranata, che era stata precedentemente inserita sul retro di Stanze: uno scatto preso da mia moglie a Santorini, in Grecia, nel 1971.» citato in Cotto, p. 89. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
« [...] scrissi L'orizzonte di K.D., dove K.D. sono le iniziali di Karen Dunn, sorella di Eloise. Karen, in realtà, non c'entrava nulla. Per pudore o per orgoglio non volli indirizzare la canzone a Eloise, o meglio la indirizzai a lei fingendo di parlare a un'altra.» citato in Cotto, p. 72. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
« [...] Penso alla "fiaccola dell'anarchia", immagine che non userei mai nel linguaggio di tutti i giorni, e a La locomotiva tutta: essendo una canzone scritta cercando di imitare i vecchi autori anarchici, doveva necessariamente possedere più d'un grammo di retorica.» citato in Cotto, p. 107. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Fu un disco inventato e da me non voluto... Non mi convincono, e nemmeno allora mi convincevano, gli arrangiamenti. Ma la colpa è in buona parte anche mia, perché, sebbene io compaia ufficialmente nelle vesti di arrangiatore lasciai tutto in mano a Pier Farri. [...] Quando Renzo Fantini mi suggerì di mettere "I fichi", io nicchiai. Avevo ed ho tuttora qualche dubbio» citato in Cotto, pp. 84-85. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
« [...] Riccardo Bertoncelli, che, nella recensione di Stanze di vita quotidiana aveva scritto che ormai ero entrato nella routine di un disco l'anno e che non avevo più niente da dire e che, dunque, se continuavo a fare canzoni era solo per fare soldi.» citato in Cotto, p. 63. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«In Via Paolo Fabbri ci sono tre eroine della canzone italiana: due evidenti ("Alice e Marinella"), una più nascosta ("la piccola infelice" cioè Lilly). Frecciatine rivolte a De Gregori, De André, Venditti. Mi sembrava avessero accettato più facilmente di me anche gli aspetti negativi di questo mestiere. Io ho impiegato più tempo. Infatti "i miei eroi eran poveri e si chiedevano troppi perché".» citato in Cotto, pp. 95-96. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
« [...] pareva quasi vivesse un presente assurdo, fatto di passato (antiche cortesie e vecchi odori, riti quotidiani e lampadine fioche, minestre riscaldate e tic-tac di sveglia che enfatizzava ogni secondo) e di futuro (la paura del domani, il presentimento che di lui sarebbe rimasta "soltanto un'impressione che ricorderemo appena").» citato in Cotto, p. 97. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Lo intitolai METROPOLIS perché parlava di città, ma non di città qualunque: Bisanzio, Venezia, Bologna, Milano, ovvero centri e metropoli con una storia e un'alta valenza simbolica... storie metropolitane di ordinaria desolazione» citato in Cotto, p. 110-115. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Il mio amico Baudelaire, così chiamato perché scriveva poesie ed era più visionario di Sartre, dopo che in Bologna, l'avrei inserito anche in Scirocco... è lui il protagonista, quello lasciato dalla ragazza perché è sposato e non se la sente di separarsi...» citato in Cotto, p. 117. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Siccome le canzoni erano quasi tutte provenienti da Due anni dopo e siccome erano trascorsi vent'anni da quel mio secondo disco, pensai che avrei potuto intitolarlo Vent'anni dopo. Poi, optai per Quasi come Dumas..., in omaggio al romanzo Vent'anni dopo, pubblicato dal grande scrittore francese nel 1845.» citato in Cotto, p. 124. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Stelle, canzone d'amore diciamo più universale, dove amore fa rima con stupore, è nata in una di quelle notti in cui resto incantato a guardar il cielo e a domandarmi, banalmente finché si vuole ma in modo del tutto spontaneo e naturale, che cosa ci facciamo noi qui, piccoli piccoli e in fondo al mondo, quando lassù ci sono tali meraviglie.» citato in Cotto, p. 139. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Non ho seguito tutte le fasi di lavorazione, ho semplicemente dato il mio assenso alla Emi affinché lo pubblicasse. La prova che io non c'entro è data da quel terribile errore ortografico in copertina: nel titolo "Un altro giorno è andato", "un altro" è scritto con l'apostrofo. Mi sono indignato assai. Tutto, dalla grafica alla copertina alla scelta delle canzoni, è stato fatto con il mio assenso, ma senza di me.» citato in Cotto. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
«Bologna "Parigi in minore, mercati all'aperto, bistrots, della rive gauche l'odore", perché quando mi spostai da Modena scoprii certi angoli della città, come la già citata piazza Aldrovandi, che mandavano straordinari profumi di Francia, con mercatini all'aperto di frutta e verdure e bancarelle colorate. Io, Parigi, non l'avevo mai vista.» citato in Cotto, p. 115. Massimo Cotto (a cura di), Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti, 1999, ISBN88-09-02164-9.
circolorossellimilano (PDF), su circolorossellimilano.org. URL consultato il 12 giugno 2010 (archiviato il 5 marzo 2014). «Non sono mai stato un estremista, non è nella mia cultura. E neanche comunista, perché il Pci allora era il partito dell'Urss, figurarsi. Ho votato socialista a lungo, ma la matrice culturale più sentita è l'azionismo, i Rosselli, il socialismo liberale. Anche il Sessantotto l'ho percepito nell'aria, ma avevo già 28 anni, e nessuna voglia di estremismi»
comingsoon.it
Nero, su comingsoon.it. URL consultato il 3 febbraio 2010.
«Il mio addio è rivolto principalmente, a questo mondo amplificato dalla televisione, abitato da personaggi squallidi che non hanno nulla da dire, che sono brutti, e che godono dell'attenzione spropositata di tutti i media.» Ritratto di un cantastorieArchiviato l'8 agosto 2007 in Internet Archive.
«Nel 1992 gli è stato conferito il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la sezione "Versi in Musica".» Biografia di Francesco Guccini su Rai News 24, su rainews24.it. URL consultato il 13 giugno 2010 (archiviato il 3 aprile 2012).
«Nelle canzoni di Guccini è l'etica ad entrare nella politica, e non il contrario.» Il Mulino a lezione dal professore, in Repubblica.it, 2006. URL consultato il 9 febbraio 2009 (archiviato il 5 marzo 2014).
«Alla sua più nota veste di cantautore Francesco Guccini ha sempre abbinato un interesse profondo per gli aspetti e le forme della narrativa, della comunicazione e dei linguaggi, trovando un seguito straordinario e continuato presso tutti i giovani delle generazioni con cui è entrato in contatto. Pertanto, data l'efficacia e la rispondenza di queste sue multiformi capacità espressive, è lecito riconoscergli un ruolo di formatore extrascolastico.» Motivazione per il conferimento della laurea honoris causa in Scienze della formazioneArchiviato il 14 dicembre 2006 in Internet Archive.
«Alla sua più nota veste di cantautore Francesco Guccini ha sempre abbinato un interesse profondo per gli aspetti e le forme della narrativa, della comunicazione e dei linguaggi, trovando un seguito straordinario e continuato presso tutti i giovani delle generazioni con cui è entrato in contatto. Pertanto, data l'efficacia e la rispondenza di queste sue multiformi capacità espressive, è lecito riconoscergli un ruolo di formatore extrascolastico.» Motivazione per il conferimento della laurea honoris causa in Scienze della formazioneArchiviato il 14 dicembre 2006 in Internet Archive.
«Il mio addio è rivolto principalmente, a questo mondo amplificato dalla televisione, abitato da personaggi squallidi che non hanno nulla da dire, che sono brutti, e che godono dell'attenzione spropositata di tutti i media.» Ritratto di un cantastorieArchiviato l'8 agosto 2007 in Internet Archive.
Marinella Venegon, Guccini: mai più dischi né concerti, su LaStampa.it. URL consultato l'11 aprile 2019 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2019).
«Nelle canzoni di Guccini è l'etica ad entrare nella politica, e non il contrario.» Il Mulino a lezione dal professore, in Repubblica.it, 2006. URL consultato il 9 febbraio 2009 (archiviato il 5 marzo 2014).
circolorossellimilano (PDF), su circolorossellimilano.org. URL consultato il 12 giugno 2010 (archiviato il 5 marzo 2014). «Non sono mai stato un estremista, non è nella mia cultura. E neanche comunista, perché il Pci allora era il partito dell'Urss, figurarsi. Ho votato socialista a lungo, ma la matrice culturale più sentita è l'azionismo, i Rosselli, il socialismo liberale. Anche il Sessantotto l'ho percepito nell'aria, ma avevo già 28 anni, e nessuna voglia di estremismi»
«Nel 1992 gli è stato conferito il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la sezione "Versi in Musica".» Biografia di Francesco Guccini su Rai News 24, su rainews24.it. URL consultato il 13 giugno 2010 (archiviato il 3 aprile 2012).
Il premio letterario Ghostbusters, su tamburini.bo.it. URL consultato il 13 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).