We believe that the political reform is the true and natural gateway for all other kinds of reform. We have announced our acceptance of democracy that acknowledges political pluralism, the peaceful rotation of power and the fact that the nation is the source of all powers. As we see it, political reform includes the termination of the state of emergency, restoring public freedoms, including the right to establish political parties, whatever their tendencies may be, and the freedom of the press, freedom of criticism and thought, freedom of peaceful demonstrations, freedom of assembly, etc. It also includes the dismantling of all exceptional courts and the annulment of all exceptional laws, establishing the independence of the judiciary, enabling the judiciary to fully and truly supervise general elections so as to ensure that they authentically express people's will, removing all obstacles that restrict the functioning of civil society organizations, etc. Intervista a Mohamed El-Sayed Habib
«Alla fine di novembre del 2019 una fonte anonima fece giungere al New York Times un testo che fu tradotto dal persiano e proveniente da una fonte interna al governo iraniano. Il documento del ministero per l'Intelligence e la sicurezza dell'Iran fu pubblicato dalla rivista The Intercept, il giornale fondato da un ex giornalista del Guardian nel 2013, sostenuto economicamente dal fondatore di eBay Pierre Omidyar.
Nelle settecento pagine del documento erano dettagliatamente descritti i rapporti del movimento fondamentalista sunnita, i Fratelli Musulmani con il sistema “rivoluzionario” sciita (cioè l'Iran). Il braccio militare del Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica dell'Iran, “al-Quds”, che è il nome arabo di Gerusalemme “la città santa”, sin dal 2014 organizzò in un albergo turco una riunione operativa con i Fratelli musulmani, localmente rappresentati dall’AKP, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo fondato da Recep Tayyp Erdogan.
I due movimenti avrebbero dovuto, e così è apparso, mostrarsi acerrimi nemici, specialmente alla luce della rimozione dal potere in Egitto di Morsi, Fratello Musulmano e primo presidente eletto dopo lo spodestamento di Mubarak, provocato dalla primavera araba, tanto sollecitata da Washington.»: G. Scanni, La speranza è un rischio da correre, Il mondo nuovo, 8 ottobre 2023.