Gli esegeti del cattolico "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano che "il famoso detto di Agostino per il quale il trasferimento della benedizione a Giacobbe non fu una menzogna ma un mistero, non rende giustizia al pathos del racconto. Giacobbe è un bugiardo, eppure egli è anche il portatore della promessa e della benedizione" e inoltre "Giacobbe è senza scrupoli [...] La maggiore evidente difficoltà sarà il contrasto tra la sua levigatezza e la pelosità di Esaù (cf.25,25)". (Brown, 2002, p. 37). Raymond Edward Brown, Joseph A. Fitzmyer, Giuseppe Segalla, Flavio Dalla Vecchia, Roland Edmund Murphy e Marco Vironda (a cura di), Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, ISBN88-399-0054-3.
Gli esegeti del cattolico "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano che "Giacobbe ha una sua soluzione per allevare gli animali di colore raro. La pratica deve riflettere una convinzione popolare sui fattori esterni che influenzano il processo della nascita", come confermano anche gli studiosi dell'interconfessionale Bibbia TOB: "gli antichi pensavano che in questo modo si potesse influire sulle qualità dei nascituri". (Brown, 2002, p. 41; Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 91, ISBN 88-01-10612-2). Raymond Edward Brown, Joseph A. Fitzmyer, Giuseppe Segalla, Flavio Dalla Vecchia, Roland Edmund Murphy e Marco Vironda (a cura di), Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, ISBN88-399-0054-3.
Gli studiosi del cattolico "Nuovo Grande Commentario Biblico" (Brown, 2002, p. 43) affermano che "si tratta di un antico racconto, con motivi popolari ben conosciuti [...] Nell'attuale forma del testo questo racconto misterioso è applicato a Giacobbe ed è costruito come una lotta con Dio". Raymond Edward Brown, Joseph A. Fitzmyer, Giuseppe Segalla, Flavio Dalla Vecchia, Roland Edmund Murphy e Marco Vironda (a cura di), Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, ISBN88-399-0054-3.
Notano infatti gli studiosi del Commentario come "la lista ha diverse discrepanze, che fanno pensare che si tratti di una composizione posteriore. Nel contesto, essa si propone di descrivere la famiglia al tempo della migrazione di Giacobbe, ma 10 figli sono attribuiti al giovane Beniamino (v. 21). Figlie e nipoti sono menzionate nel v. 7, ma solo una di ognuno ricorre nell'elenco. Nel v. 26 il numero è 66. Nel v. 27 il numero 70 (DI 10,22) si deve spiegare contando Giacobbe, Giuseppe, e i suoi due figli. Il numero 70 era inteso, probabilmente, come un numero arrotondato, ma l'elenco cerca di riempirlo"; anche gli esegeti dell'interconfessionale Bibbia TOB ritengono che "il totale di 70 può forse rievocare anche i 70 anni della cattività a Babilonia. A spiegare la divergenza tra il totale di questo e la cifra 66 del precedente, non basta il fatto che nel v. 27a non siano contati i due figli di Giuseppe. Il numero 66, probabilmente più antico esclude anche Er e Onan, morti già prima della partenza di Giacobbe. Un'altra tradizione raccolta dalla traduzione greca e dagli Atti degli Apostoli (7,14), conta invece 75 persone", cosa rilevata anche dagli studiosi della Bibbia di Gerusalemme: "[in Es1,5 la Bibbia LXX] ha: «settantacinque (cf. Gen 46,27+)". (Brown, 2002, p. 53; Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 121, ISBN 88-01-10612-2; Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 125, ISBN 978-88-10-82031-5.). Raymond Edward Brown, Joseph A. Fitzmyer, Giuseppe Segalla, Flavio Dalla Vecchia, Roland Edmund Murphy e Marco Vironda (a cura di), Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, ISBN88-399-0054-3.
"Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano, ne intagliò la corteccia a strisce bianche, mettendo a nudo il bianco dei rami. Poi egli mise i rami così scortecciati nei truogoli agli abbeveratoi dell'acqua, dove veniva a bere il bestiame, proprio in vista delle bestie, le quali si accoppiavano quando venivano a bere. Così le bestie si accoppiarono di fronte ai rami e le capre figliarono capretti striati, punteggiati e chiazzati. [...] Ogni qualvolta si accoppiavano bestie robuste, Giacobbe metteva i rami nei truogoli in vista delle bestie, per farle concepire davanti ai rami. Quando invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano per Làbano e quelli robusti per Giacobbe. Egli si arricchì oltre misura" ( Gen30,37-43, su laparola.net.).