Giovanni Boccaccio (Italian Wikipedia)

Analysis of information sources in references of the Wikipedia article "Giovanni Boccaccio" in Italian language version.

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academia.edu

  • Sul pessimo carattere di Leonzio Pilato sono testimoni sia Boccaccio sia Petrarca. Il primo dirà, nella sua Genealogia deorum gentilium: «Viene da Salonicco ed è un uomo rozzo nell'aspetto, con un volto abietto, barba lunga e chioma nerissima, costantemente perso nei propri pensieri, piuttosto primitivo nei costumi e poco educato» (traduzione riportata in Coccia, p. 253). Petrarca, in seguito a un attrito avuto con Leonzio, lo definirà come una «gran bestiaccia» (si veda sempre Coccia, p. 252). Emanuele Coccia, Il greco, la lingua fantasma dell’Occidente medievale, in Sergio Luzzatto e Gabriele Pedullà (a cura di), Atlante della letteratura italiana, Torino, Einaudi, 2010, pp. 252-257, ISBN 978-88-06-18525-1. URL consultato il 28 gennaio 2016. Emanuele Coccia, Il greco, la lingua fantasma dell’Occidente medievale, in Sergio Luzzatto e Gabriele Pedullà (a cura di), Atlante della letteratura italiana, Torino, Einaudi, 2010, pp. 252-257, ISBN 978-88-06-18525-1. URL consultato il 28 gennaio 2016.

aemecca.blogspot.it

archive.org

bibliotecaitaliana.it

ww2.bibliotecaitaliana.it

  • Boccaccio esprimerà la sua indignatio nell'Epistola X Archiviato l'11 giugno 2015 in Internet Archive., indirizzata a Francesco Petrarca, ove, grazie alla tecnica retorica dello sdoppiamento e a topoi letterari, Boccaccio si lamenta col magister di come Silvano (il nome letterario usato nella cerchia petrarchesca per indicare il poeta laureato) avesse osato recarsi presso il tiranno Giovanni Visconti (identificato in Egonis):«Audivi, dilecte michi, quod in auribus meis mirabile est, solivagum Silvanum nostrum, transalpino Elicone relicto, Egonis antra subisse, et muneribus sumptis ex pastore castalio ligustinum devenisse subulcum, et secum pariter Danem peneiam et pierias carcerasse sorores».
  • Curioso e ambiguo è il rapporto di Petrarca con il Decameron, come messo in luce da Battaglia Ricci, p. 257. Il fondatore dell'Umanesimo, infatti, ebbe, come ricordato nella Senile Archiviato il 5 febbraio 2016 in Internet Archive. XVII, 3 Archiviato il 5 febbraio 2016 in Internet Archive. (circa 1373), una copia del capolavoro dell'amico («Librum tuum, quem nostro materno eloquio ut opinor olim iuvenis edidisti, nescio quidem unde vel qualiter, ad me delatum vidi», cioè Vidi che mi è stato consegnato il tuo libro che, nel nostro idioma materno, è stato pubblicato quando fosti giovane, come penso). Se da un lato un Petrarca, con tono sufficiente, affermò di non averlo letto, ma di avergli dato un'occhiata veloce (« Nam si dicam legi, mentiar [...] Quid ergo? Excucurri eum...», cioè Se infatti dicessi che sia stato letto, mentirei [...] Che cosa dunque? Gli diedi un'occhiata...), d'altro canto dimostra di averlo divertito («Delectatus sum in ipso transitu», cioè Mi dilettai nello sfogliarlo). Lucia Battaglia Ricci, Boccaccio, Roma, Salerno Editrice, 2011, ISBN 88-8402-291-6.
  • «Verum si tantum regi hoc erat animo, erat onus aptum, si inter mortales ullus est tanto labori sufficiens, viribus preclarissimi viri Francisci Petrarce, cuius ego iam diu auditor sum. Homo quippe est celesti ingenio preditus et peremni memoria, ac etiam facundia admirabili, cui familiarissime quarumcunque gentium hystorie sunt, sensus fabularum notissimi, et breviter, quicquid phylosophie sacro iacet in gremio, manifestum est». (Genealogia Archiviato il 21 aprile 2018 in Internet Archive.)
  • Così Boccaccio lo definisce, per esempio, nell'Epistola XX Archiviato il 23 giugno 2015 in Internet Archive. a Pietro Piccolo da Monteforte: «preceptorem meum Franciscum Petrarcam».
  • Boccaccio rivela questa sua convinzione nelle Esposizioni sopra la Commedia di Dante, nel commento su If, IV 141 Archiviato il 23 giugno 2015 in Internet Archive.: «E Seneca morale. È cognominato questo Seneca «morale», a differenza d'un altro Seneca, il quale, della sua famiglia medesima, fu poco tempo appresso di lui, il quale, essendo il nome di questo morale» Lucio Anneo Seneca, fu chiamato Marco Anneo Seneca e fu poeta tragedo, per ciò che egli scrisse quelle tragedìe le quali molti credono che Seneca morale scrivesse»

cassiciaco.it

  • Come testimoniato dalla Fam. XVIII, 3, il cui incipit è: «Ad Iohannem de Certaldo, gratiarum actio pro transmisso Augustini libro in psalterium daviticum», cioè «A Giovanni da Certaldo, ringraziamento per avergli trasmesso il libro di Agostino sul salterio davidico»
  • Petrarca risponderà all'amico con la Senile I, 5, ribadendo il valore sacro della letteratura sulla base delle esperienze biografiche di Lattanzio e Agostino d'Ippona.

cinemedioevo.net

circolobarlaam.it

classicitaliani.it

  • L'indifferenza e sufficienza che Petrarca dimostra nei confronti dell'Alighieri è espressa nella Fam. II, 15 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., in cui Petrarca nega il presunto odio nei confronti dell'esule fiorentino, riconoscendogli la palma nella poesia volgare ma ribadendo la sua predilezione per la lingua latina.

corriere.it

filmtv.it

  • Per una lista di alcuni film decamerotici, si veda questa lista, che prosegue nella pagina seguente: Decamerotico - playlist film, su filmtv.it, 12 ottobre 2014. URL consultato il 26 giugno 2015.

firenze-online.com

  • Dante Alighieri, su firenze-online.com, FIRENZE-ONLINE, 2001-2015. URL consultato il 25 giugno 2015.

google.it

books.google.it

interpretazioni.altervista.org

inwind.it

spazioweb.inwind.it

  • S. Battaglis, La novità dell' "Elegia di Madonna Fiammetta", su spazioweb.inwind.it, Luigi De Bellis, 2001. URL consultato il 24 giugno 2015.
    «Con la Fiammetta il Boccaccio scrive il primo romanzo psicologico della nostra letteratura: protagonista è la donna, non più ombra e proiezione della passione dell'uomo, ma attrice della vicenda amorosa»

letteraturaitaliana.net

  • Lorenzo de' Medici, p. 582

    «In prosa e orazione soluta, chi ha letto il Boccaccio, uomo dottissimo e facundissimo, facilmente giudicherà singulare e sola al mondo non solamente la invenzione, ma la copia et eloquenzia sua; e considerando l'opera sua del Decameron, per la diversità della materia, ora grave, ora mediocre e ora bassa, e contenente tutte le perturbazioni che agli uomini possono accadere, d'amore e odio, timore e speranza, tante nuove astuzie e ingegni, e avendo a exprimere tutte le nature e passioni degli uomini che si trovono al mondo, sanza controversia giudicherà nessuna lingua meglio che la nostra essere atta a exprimere.»

    Lorenzo de' Medici, Comento de' miei sonetti (PDF), in Tiziano Zanato (a cura di), Opere, collana Nuova Universale Einaudi, 211, Torino, Einaudi, 1992, ISBN 88-06-12925-2. URL consultato il 2 luglio 2015.

oilproject.org

santiebeati.it

sapere.it

sbn.it

opac.sbn.it

  • La Pro Archia sarà un modello fondamentale per l'elaborazione di quella difesa della poesia che Boccaccio elaborerà nel Trattatello in laude di Dante e nel XIV libro della Genealogia deorum gentilium. La perfetta poesia, tanto per Cicerone quanto per Boccaccio, dev'essere una poesia che umanizza, che libera l'uomo dalle catene, permettendogli di toccare vette sconosciute alla realtà sensibile. Si veda Billanovich 1995, p. 123 Giuseppe Billanovich, Petrarca letterato. Lo scrittoio del Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995 [1947], SBN IT\ICCU\RAV\0268631.
  • In Branca 1977, p. 103 si ricorda come uno sdegnato Boccaccio scrisse contro l'Acciaiuoli l'Egloga VIII, il cui contenuto è riassunto anche da: Nocita, Buccolicum carmen

    «Con Midas Boccaccio denuncia l’inaffidabilità di Niccolò Acciaiuoli, vendicandosi del “tradimento” dell’influente amico.»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Marziale, in Epigrammata I, 61 vv. 7-8, aveva parlato di «Duosque Senicas». Boccaccio, che era entrato in possesso di un codice di Marziale dopo aver consultato la biblioteca di Montecassino (ora conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, il C67 supr), ritenne che ci fossero due Seneca. Il codice, però, conteneva un errore: il destinatario non era Seneca, ma Severo. Si consulti, per la spiegazione, Billanovich 1995, pp. 109-116. Giuseppe Billanovich, Petrarca letterato. Lo scrittoio del Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995 [1947], SBN IT\ICCU\RAV\0268631.
  • Branca 1977, pp. 192-193, nota 23

    «Il Salutati... innalzò un lamento altissimo nell'Ep. III 25 a Francescuolo da Brossano: "vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster interiit...»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 6. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1986, p. 345. Vittore Branca, Boccaccio, Giovanni, in Vittore Branca, Armando Balduino, Manlio Pastore Stocchi e Marco Pecoraro (a cura di), Dizionario critico della letteratura italiana, I, Torino, Utet, 1986, pp. 345-361, SBN IT\ICCU\CFI\0018346.
  • Branca 1977, p. 8

    «Egli aveva forse voluto sfruttare così la notorietà delle dimore parigine del padre per decorare di colori fascinosi lo squallido mattino di sua vita, proprio mentre l'ambizione di affermarsi e brillare letterariamente e mondanamente alla Corte di Napoli»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Albanese. Massimiliano Albanese, Mazzuoli, Giovanni, detto lo Stradino, collana Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 72, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008, SBN IT\ICCU\MOL\0214132. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  • Più che Margherita, fu probabilmente la madre di lei, Lippa de' Mardoli, coetanea di Dante e di Beatrice, a raccontare al giovane Boccaccio della loro vicenda. Si veda: Branca 1977, p. 11

    «...la matrigna era imparentata con la famiglia di Beatrice, e proprio la madre di lei Lippa de' Mardoli fu, con ogni probabilità, la "fededegna persona" che "per consanguinità strettissima a lei" molto parlò al Boccaccio di Beatrice e di Dante stesso.»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, pp. 12-13. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Caggese:

    «Il re non fu, certo, un uomo di genio né, come parve al Petrarca, un sapiente, ma entro i limiti che gli furono consentiti protesse letterati, giuristi, poeti, bibliografi, raccolse una biblioteca per i suoi tempi preziosa e fu egli stesso curioso di molte curiosità.»

    Romolo Caggese, ROBERTO d'Angiò, re di Sicilia, collana Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936, SBN IT\ICCU\LIA\0955786. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  • Sui rapporti tra Dante e Cino da Pistoia, si veda: Marti Mario Marti, Cino da Pistoia, a cura di Umberto Bosco, collana Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto nazionale dell'Enciclopedia Italiana, 1970, SBN IT\ICCU\RLZ\0163867. URL consultato il 25 giugno 2015.
  • Branca 1977, p. 55. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1986, p. 347. Vittore Branca, Boccaccio, Giovanni, in Vittore Branca, Armando Balduino, Manlio Pastore Stocchi e Marco Pecoraro (a cura di), Dizionario critico della letteratura italiana, I, Torino, Utet, 1986, pp. 345-361, SBN IT\ICCU\CFI\0018346.
  • in Branca 1977, p. 77, si sostiene che il volgarizzamento di Livio fosse già iniziato a Napoli e a Firenze. Branca si basa, come fonte, su Billanovich 1953 Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727. Giuseppe Billanovich, Il Boccaccio, il Petrarca e le più antiche traduzioni in italiano delle Decadi di Tito Livio, in Giornale storico della letteratura italiana, vol. 110, n. 391, 1º luglio 1953, pp. 311-337, ISSN 0017-0496 (WC · ACNP).
  • Branca 1977, p. 74

    «...e in testa al volgarizzamento della quarta deca liviana, ormai attribuito con estrema probabilità al Boccaccio..., leggiamo la dedica: "al nobile cavaliere messere Ostagio da Polenta, spezialissimo mio signore, ad istanza del quale ad opera così grande io mi disposi".»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 74. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1991, p. 162. Vittore Branca, Tradizione delle opere di Giovanni Boccaccio, vol. 2, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1991 [1958], SBN IT\ICCU\LO1\0362097. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  • Billanovich 1995, p. 91. Giuseppe Billanovich, Petrarca letterato. Lo scrittoio del Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995 [1947], SBN IT\ICCU\RAV\0268631.
  • Sabbadini, pp. 29/31

    «Del pari ignoto al Petrarca fu Marziale [...] Inoltre il Boccaccio scoperse il codice di Tacito [...] Sembra pertanto ragionevole concludere che la scoperta del De lingua latina [di Varrone] spetti al Boccaccio [...] erano intanto ignoti al Petrarca l'Ibis di Ovidio...»

    Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, Firenze, Sansoni, 1905, SBN IT\ICCU\PAV\0016844.
  • Branca 1977, p. 93

    «...il Boccaccio fu amaramente sorpreso, anzi offeso, dalla decisione del magister, rientrato in Italia solo nel giugno del '53, di stabilirsi presso l'arcivescovo Giovanni Visconti»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Piras, p. 829

    «L’invio del codice di Varrone e Cicerone deve essere avvenuto quindi poco dopo quello di Agostino...»

    Giorgio Piras, Nuove testimonianze dalla biblioteca di Petrarca: le annotazioni al De lingua latina di Varrone, in Donatella Coppini e Michele Feo (a cura di), Petrarca, l'umanesimo e la civiltà europea, II, Firenze, Le Lettere, 2012, pp. 829-857, SBN IT\ICCU\RAV\1962030.
  • Piattoli, pp. 284-285. Renato Piattoli, Codice diplomatico dantesco, Firenze, Libreria Luigi Gonnelli, 1940, SBN IT\ICCU\LIA\0144685.
  • Branca 1977, p. 83

    «..che forse... [Boccaccio] raccolse commosso anche in quella occasione ricordi sul Poeta che aveva illuminato fin dalla fanciullezza la sua ansia di poesia.»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 87. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 86. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Billanovich 1995, p. 211. Giuseppe Billanovich, Petrarca letterato. Lo scrittoio del Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995 [1947], SBN IT\ICCU\RAV\0268631.
  • Billanovich 1995, p. 201

    «Ma ancora più funesto divenne subito quell'arrivo [a Napoli]: perché presto gli giunse la notizia che mentre compiva il viaggio gli era morta la piccola e cara Violante.»

    Giuseppe Billanovich, Petrarca letterato. Lo scrittoio del Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995 [1947], SBN IT\ICCU\RAV\0268631.
  • Ferroni, p. 31

    «Ma, come il suo maestro Petrarca, scelse la condizione di chierico: la cosa è documentata da una bolla di papa Innocenzo VI del 2 novembre 1360, che gli concedeva l'autorizzazione ad avere cura d'anime e a esercitare il sacerdozio.»

    Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Ferroni, p. 31. Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Billanovich ci descrive dettagliatamente del soggiorno fiorentino di Leonzio Pilato in: Billanovich 1995, pp. 244-249 Giuseppe Billanovich, Petrarca letterato. Lo scrittoio del Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995 [1947], SBN IT\ICCU\RAV\0268631.
  • Branca 1977, pp. 114-116

    «Leonzio si presentò, probabilmente all'inizio dell'estate del 1360 [...] Nei due anni e mezzo circa che passò a Firenze (fino all'ottobre-novembre 1362).»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 116. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1986, p. 350. Vittore Branca, Boccaccio, Giovanni, in Vittore Branca, Armando Balduino, Manlio Pastore Stocchi e Marco Pecoraro (a cura di), Dizionario critico della letteratura italiana, I, Torino, Utet, 1986, pp. 345-361, SBN IT\ICCU\CFI\0018346.
  • Ferroni, p. 32. Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Branca 1991, p. 185. Vittore Branca, Tradizione delle opere di Giovanni Boccaccio, vol. 2, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1991 [1958], SBN IT\ICCU\LO1\0362097. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  • Branca 1977, p. 183. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 192. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Coluccio Salutati, che sarà destinato a raccogliere l'eredità umanista all'interno di Firenze, aggiunse all'epitaffio boccacciano un elogio commosso dell'alto valore umano e culturale lasciato in eredità dal Boccaccio:
    (LA)

    «Inclyte cur vates, humili sermone locutus, / de te pertransis? [...] te vulgo mille labores / percelebrem faciunt: etas te nulla silebit.»

    (IT)

    «Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, / avanzi nel corso del tempo? [...] Mille fatiche ti rendono celebre presso il volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo conto.»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 41. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 44. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 49. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, pp. 42-43. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Ferroni, p. 36. Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Ferroni, p. 37. Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Ferroni, p. 38. Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Non a caso Ferroni, p. 34, definisce l'atteggiamento di Boccaccio come un "umanesimo municipale": «Boccaccio aspira piuttosto a integrare la nuova cultura entro l'orizzonte comunale...». Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Ferroni, pp. 51-52. Giulio Ferroni, L'alba dell'Umanesimo, Petrarca e Boccaccio : la crisi del mondo comunale (1300-1380), in Giulio Ferroni, Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti (a cura di), Storia della letteratura italiana, vol. 3, Milano, Mondadori, 2006, SBN IT\ICCU\IEI\0250981.
  • Branca 1991, p. 203, citato anche in: Codici del Decameron in Europa, su interpretazioni.altervista.org, INTERPRETAZIONI: Passato e Presente, 13 maggio 2015. URL consultato il 26 giugno 2015. Vittore Branca, Tradizione delle opere di Giovanni Boccaccio, vol. 2, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1991 [1958], SBN IT\ICCU\LO1\0362097. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  • Labardi. Andrea Labardi, Pietro Piccolo da Monteforte, a cura di Ortensio Zecchino, collana Enciclopedia Fridericiana, 2. I-Z, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2005, SBN IT\ICCU\IEI\0233660.
  • Branca 1977, p. 11. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.
  • Branca 1977, p. 31. Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727.

storiadifirenze.org

treccani.it

  • Sapegno. Natalino Sapegno, Giovanni Boccaccio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968.
  • certaldése, su treccani.it, Treccani. URL consultato l'11 giugno 2015.
  • Coletti. Vittorio Coletti, Storia della lingua italiana, a cura di Raffaele Simone, collana Enciclopedia dell’Italiano, 2. M-Z, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, 2011, ISBN 978-88-12-00040-1. URL consultato il 26 giugno 2015.
  • Albanese. Massimiliano Albanese, Mazzuoli, Giovanni, detto lo Stradino, collana Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 72, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008, SBN IT\ICCU\MOL\0214132. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  • Caggese:

    «Il re non fu, certo, un uomo di genio né, come parve al Petrarca, un sapiente, ma entro i limiti che gli furono consentiti protesse letterati, giuristi, poeti, bibliografi, raccolse una biblioteca per i suoi tempi preziosa e fu egli stesso curioso di molte curiosità.»

    Romolo Caggese, ROBERTO d'Angiò, re di Sicilia, collana Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936, SBN IT\ICCU\LIA\0955786. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  • Così Sapegno, mentre i biografi di Cino escludono che Boccaccio sia stato suo allievo e dubitano persino del loro incontro di persona ( Stefano Carrai e Paola Maffei, Cino Sinibuldi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 92, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018. Guido Zaccagnini, Cino da Pistoia. Studio biografico, Pistoia, Libreria editrice D. Pagnini, 1918, pp. 178-180). Natalino Sapegno, Giovanni Boccaccio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968.
  • Sui rapporti tra Dante e Cino da Pistoia, si veda: Marti Mario Marti, Cino da Pistoia, a cura di Umberto Bosco, collana Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto nazionale dell'Enciclopedia Italiana, 1970, SBN IT\ICCU\RLZ\0163867. URL consultato il 25 giugno 2015.
  • Sapegno

    «Le lettere all'Acciaiuoli, certi accenni dell'Ameto e della Fiammetta mostrano quanto il B[occaccio] soffrisse di questo distacco da un mondo di care consuetudini e con quanta amarezza contrapponesse il ricordo di quelle "delizie mondane" all'uggia della nuova dimora "oscura e muta e molto trista".»

    Natalino Sapegno, Giovanni Boccaccio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968.
  • Alighieri, Antonia, collana Enciclopedia Dantesca. URL consultato l'11 giugno 2015.
    «Per antica tradizione s'identifica A. con la suor Beatrice, monaca nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi a Ravenna, a cui il Boccaccio avrebbe dovuto recare nel 1350 dieci fiorini d'oro da parte dei capitani della compagnia di Orsanmichele»
  • Sapegno

    «Nella primavera del '62 si presentava al B[occaccio] un monaco, con un messaggio per lui del certosino senese Pietro Petroni, morto poco prima in fama di santità: veniva a ricordargli la morte incombente e a consigliargli di abbandonare gli studi profani [...] In un primo momento, profondamente turbato, avrebbe voluto bruciare subito tutti i suoi scritti e proponeva al Petrarca di vendergli la sua biblioteca.»

    Natalino Sapegno, Giovanni Boccaccio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968.
  • Si veda, per un inquadramento generale dell'umanesimo di Boccaccio: Giovanni Boccaccio, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 25 giugno 2015.
  • boccacciano, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 giugno 2015.
  • boccaccésco, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 giugno 2015.
  • Manuele Crisolora giunse a Firenze nel 1397, ove il cancelliere Coluccio Salutati gli offrì una cattedra di greco creata ad hoc per l'erudito bizantino. Si veda: Sabbadini-EI

    «Il Salutati, a Firenze, sperando che si offrisse così occasione di avere in Italia un maestro di greco, forse spronò Roberto Rossi e Iacopo d'Angelo della Scarperia a recarsi a Venezia, donde poi Iacopo d'Angelo accompagnò il Crisolora nel ritorno a Costantinopoli. Della cosa si occupò anche la repubblica fiorentina, che il 24 marzo 1396 decretava la condotta del Crisolora allo Studio. Egli giunse il 2 febbraio 1397 e vi iniziò le lezioni, a cui accorsero studiosi anche di fuori.»

    Remigio Sabbadini, Crisolora, Emanuele, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931. URL consultato il 23 giugno 2015.
  • Cardini. Franco Cardini, Branca, Vittore, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 25 giugno 2015.
  • Vecce

    «Ne derivarono attenti esercizi di ricostruzione storico-biografica [...] dei grandi della letteratura delle origini, Dante e soprattutto Boccaccio, indagati in aspetti sostanziali (e ancora ignorati) della loro vita e della formazione intellettuale e umana.»

    Carlo Vecce, Giuseppe Billanovich, in Dizionario biografico degli italiani, supplemento digitale, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.

unibo.it

acnpsearch.unibo.it

  • in Branca 1977, p. 77, si sostiene che il volgarizzamento di Livio fosse già iniziato a Napoli e a Firenze. Branca si basa, come fonte, su Billanovich 1953 Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727. Giuseppe Billanovich, Il Boccaccio, il Petrarca e le più antiche traduzioni in italiano delle Decadi di Tito Livio, in Giornale storico della letteratura italiana, vol. 110, n. 391, 1º luglio 1953, pp. 311-337, ISSN 0017-0496 (WC · ACNP).
  • Per approfondire, si veda: Branca 2001, pp. 21-37 Vittore Branca, Boccaccio protagonista nell’Europa letteraria tra tardo Medioevo e Rinascimento, in Cuadernos de Filologia Italiana, 8. La recepción de Boccaccio en España. Actas del Seminario Internacional Complutense, Madrid, Universitad Complutense, 2001, pp. 21-38, ISSN 1133-9527 (WC · ACNP).

viv-it.org

  • Laura Nuti, Il "Decameron": una difficile fortuna, su Francesco Sabatini, Marco Biffi, Domenico De Martino e Nicoletta Maraschio (a cura di), viv-it.org, Vivit - Accademia della Crusca, 2010-2013. URL consultato il 25 giugno 2015.

web.archive.org

  • Le prime lettere che costituiscono l'esiguo epistolario boccacciano (Crepor celsitudinis, Mavortis milex extrenue e Nereus amphytritibus) sono pieni di rimandi ad Apuleio, per esempio. Si veda: Rico, p. 225

    «Poi lesse tutto ciò che gli capitava tra le mani e tutto mischiato: le cansos dei trovatori e le Metamorfosi di Apuleio, Dante e Ovidio, trattati filosofici e romans francesi, Andrea Cappellano e Stazio...»

    Nocita, Dictamina Francisco Rico, La “conversione” del Boccaccio, in Sergio Luzzato e Gabriele Pedullà (a cura di), Atlante della letteratura italiana, vol. 1, Torino, Einaudi, 2010, pp. 224-228, ISBN 978-88-06-18525-1. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • L'indifferenza e sufficienza che Petrarca dimostra nei confronti dell'Alighieri è espressa nella Fam. II, 15 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., in cui Petrarca nega il presunto odio nei confronti dell'esule fiorentino, riconoscendogli la palma nella poesia volgare ma ribadendo la sua predilezione per la lingua latina.
  • Boccaccio esprimerà la sua indignatio nell'Epistola X Archiviato l'11 giugno 2015 in Internet Archive., indirizzata a Francesco Petrarca, ove, grazie alla tecnica retorica dello sdoppiamento e a topoi letterari, Boccaccio si lamenta col magister di come Silvano (il nome letterario usato nella cerchia petrarchesca per indicare il poeta laureato) avesse osato recarsi presso il tiranno Giovanni Visconti (identificato in Egonis):«Audivi, dilecte michi, quod in auribus meis mirabile est, solivagum Silvanum nostrum, transalpino Elicone relicto, Egonis antra subisse, et muneribus sumptis ex pastore castalio ligustinum devenisse subulcum, et secum pariter Danem peneiam et pierias carcerasse sorores».
  • In Branca 1977, p. 103 si ricorda come uno sdegnato Boccaccio scrisse contro l'Acciaiuoli l'Egloga VIII, il cui contenuto è riassunto anche da: Nocita, Buccolicum carmen

    «Con Midas Boccaccio denuncia l’inaffidabilità di Niccolò Acciaiuoli, vendicandosi del “tradimento” dell’influente amico.»

    Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Come per le spoglie di Dante, anche quelle del Boccaccio non ebbero un riposo adeguato. Riesumato nel 1783 in vigore delle leggi sui cimiteri legiferate dal granduca Pietro Leopoldo, il corpo di Boccaccio fu "scoperto", agli inizi del '900, dal preposto di Certaldo don Alessandro Pieratti. Le ossa ritrovate furono identificate con quelle del Boccaccio, nel "Convegno dei dotti" del 1949. Si veda: Casa del Boccaccio, Tomba del Boccaccio. Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, su enteboccaccio.it, Casa del Boccaccio. URL consultato l'8 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2020).
  • Modello di riferimento sono le Heroides del poeta latino d'età augustea, Ovidio: «Modello di riferimento sono le Heroides di Ovidio». Teresa Nocita, Elegia di Madonna Fiammetta. Tra riscrittura ovidiana e romanzo psicologico, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 24 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2015).
    «Modello di riferimento sono le Heroides di Ovidio.»
  • Curioso e ambiguo è il rapporto di Petrarca con il Decameron, come messo in luce da Battaglia Ricci, p. 257. Il fondatore dell'Umanesimo, infatti, ebbe, come ricordato nella Senile Archiviato il 5 febbraio 2016 in Internet Archive. XVII, 3 Archiviato il 5 febbraio 2016 in Internet Archive. (circa 1373), una copia del capolavoro dell'amico («Librum tuum, quem nostro materno eloquio ut opinor olim iuvenis edidisti, nescio quidem unde vel qualiter, ad me delatum vidi», cioè Vidi che mi è stato consegnato il tuo libro che, nel nostro idioma materno, è stato pubblicato quando fosti giovane, come penso). Se da un lato un Petrarca, con tono sufficiente, affermò di non averlo letto, ma di avergli dato un'occhiata veloce (« Nam si dicam legi, mentiar [...] Quid ergo? Excucurri eum...», cioè Se infatti dicessi che sia stato letto, mentirei [...] Che cosa dunque? Gli diedi un'occhiata...), d'altro canto dimostra di averlo divertito («Delectatus sum in ipso transitu», cioè Mi dilettai nello sfogliarlo). Lucia Battaglia Ricci, Boccaccio, Roma, Salerno Editrice, 2011, ISBN 88-8402-291-6.
  • Percorso della memoria, su enteboccaccio.it, Ente Nazionale Giovanni Boccaccio. URL consultato l'8 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2020).
  • Bonghi, Biografia di Giovanni Boccaccio. Giuseppe Bonghi (a cura di), Progetto Giovanni Boccaccio, su classicitaliani.it, Classici italiani, 1996. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016)., per un'ampia e dettagliata panoramica su Boccaccio.
  • Nocita, Certaldo o Firenze?. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Per l'inquadramento generale sul periodo napoletano, si veda: Nocita, L'apprendistato letterario Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Nocita, La "Peste Nera". Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Nocita, L’incontro con Petrarca. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Casa del Boccaccio. Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, su enteboccaccio.it, Casa del Boccaccio. URL consultato l'8 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2020).
  • Casa del Boccaccio, Giovanni Boccaccio - Percorso della memoria. Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, su enteboccaccio.it, Casa del Boccaccio. URL consultato l'8 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2020).
  • Bonghi. Giuseppe Bonghi (a cura di), Progetto Giovanni Boccaccio, su classicitaliani.it, Classici italiani, 1996. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016)., per un'ampia e dettagliata panoramica su Boccaccio.
  • Bonghi

    «Erano, quindi, anni intensi di studio da un lato, e di dolore dall'altro, che avevano messo a dura prova il suo spirito, agitato da preoccupazioni religiose, come ci è attestato da alcune sue egloghe latine di questo periodo, e dai suoi rapporti con la Chiesa che abbiamo appena accennati. In questo contesto un fatto ancor più grave viene a sconvolgere l'equilibrio del suo spirito: nella primavera del '62, va a fargli visita a Firenze, in gran mistero, il monaco Gioacchino Ciani, il quale, da parte del certosino senese Pietro Petroni, morto qualche anno prima in odore di santità, si faceva premura d'informarlo di certe rivelazioni avute da quel sant'uomo, prima di morire: per esse, lo spensierato scrittore avrebbe dovuto aspettarsi la morte entro poco tempo e quindi avrebbe dovuto prepararvisi seriamente, rinunziando alle seduzioni della poesia profana, per dedicarsi tutto ad argomenti più elevati di religione e di morale. Il povero Boccaccio rimane come fulminato da questo avviso, ch'egli, nel turbamento dell'animo suo, non dubitava fosse ispirato dalla misericordia divina; la paura della morte lo invade a tal punto, che viene tentato di dare alle fiamme tutte le sue carte e di finirla con la gloria di questo mondo. Fortunatamente, ha la prudenza di consigliarsi col suo grande amico Petrarca che gli risponde con tale nobiltà e opportunità di argomenti, da dissipare ogni timore e farlo persistere negli studi prediletti.»

    Giuseppe Bonghi (a cura di), Progetto Giovanni Boccaccio, su classicitaliani.it, Classici italiani, 1996. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016)., per un'ampia e dettagliata panoramica su Boccaccio.
  • Nocita, In viaggio per conto del comune fiorentino. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Nocita, Il mito di Napoli

    «...Boccaccio rifiuta di fermarsi. Si è ormai sfaldata l’immagine idealizzata della città partenopea, miraggio salvifico nei periodi più difficili della sua vita, scalzata dall’otium certaldese, ubicazione adesso preferita a qualunque altra possibile.»

    Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Nocita, Il culto di Dante. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Casa del Boccaccio, Tomba del Boccaccio. Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, su enteboccaccio.it, Casa del Boccaccio. URL consultato l'8 marzo 2020 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2020).
  • Nocita, Decameron. Architettura del Centonovelle boccacciano. Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Per un discorso generale sui protagonisti e narratori del Decameron, si veda: Teresa Nocita, Decameron. I nomi dell’onesta brigata, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 24 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2015).
  • Per la trama, si veda: Nocita, Corbaccio. Boccaccio autore/attore Teresa Nocita, Giovanni Boccaccio, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Teresa Nocita, Filocolo: Le “fatiche d’amore” di due giovani amanti, su internetculturale.it, 2012. URL consultato il 21 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • «Verum si tantum regi hoc erat animo, erat onus aptum, si inter mortales ullus est tanto labori sufficiens, viribus preclarissimi viri Francisci Petrarce, cuius ego iam diu auditor sum. Homo quippe est celesti ingenio preditus et peremni memoria, ac etiam facundia admirabili, cui familiarissime quarumcunque gentium hystorie sunt, sensus fabularum notissimi, et breviter, quicquid phylosophie sacro iacet in gremio, manifestum est». (Genealogia Archiviato il 21 aprile 2018 in Internet Archive.)
  • Teresa Nocita, L’autografo decameroniano, cod. Hamilton 90, su internetculturale.it, Internet Cultural, 23 giugno 2015. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2015).
  • (LA) Giannozzo Manetti, Jannotii Manetti. Vita Johannis Boccacci poete fiorentini incipit feliciter, su Giuseppe Bonghi (a cura di), classicitaliani.it, Biblioteca dei Classici Italiani. URL consultato il 25 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Canfora, p. 27

    «Vincenzio Borghini (1515-1580) è il filologo fiorentino, priore nel monastero benedettino della sua città, che pose mano, per invito e sotto il pungolo dell'inquisitore romano Tommaso Manriquez a purgare, nello spirito della Controriforma, il Decameron di Giovanni Boccaccio tra il 1573 e il 1574. Ne scaturirono l'edizione "rassettata", o per meglio dire sconciata, ma anche le Annotazioni dello stesso Borghini, documento di alta e consapevole considerazione del testo.»

    Luciano Canfora, Quel censore boccaccesco, in Corriere della Sera, 26 marzo 1996, p. 27. URL consultato il 26 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  • Così Boccaccio lo definisce, per esempio, nell'Epistola XX Archiviato il 23 giugno 2015 in Internet Archive. a Pietro Piccolo da Monteforte: «preceptorem meum Franciscum Petrarcam».
  • Giovanni Boccaccio, Epistola XX a Pietro Piccolo da Monteforte, su ww2.bibliotecaitaliana.it, Biblioteca Italiana, 2007. URL consultato il 23 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
  • Boccaccio rivela questa sua convinzione nelle Esposizioni sopra la Commedia di Dante, nel commento su If, IV 141 Archiviato il 23 giugno 2015 in Internet Archive.: «E Seneca morale. È cognominato questo Seneca «morale», a differenza d'un altro Seneca, il quale, della sua famiglia medesima, fu poco tempo appresso di lui, il quale, essendo il nome di questo morale» Lucio Anneo Seneca, fu chiamato Marco Anneo Seneca e fu poeta tragedo, per ciò che egli scrisse quelle tragedìe le quali molti credono che Seneca morale scrivesse»
  • Teresa Nocita, Il Decameron di Pier Paolo Pasolini, su internetculturale.it, Internet Culturale, 2012. URL consultato il 26 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  • Alberto Moravia, Il Decameron di Pasolini: commento-recensione di Alberto Moravia, su gioboccaccio.altervista.org. URL consultato il 26 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).

wikisource.org

it.wikisource.org

  • Francesco de Sanctis, Storia della letteratura italiana, p. 357. URL consultato il 24 giugno 2015.
  • In Dante ogni evento della vita è nelle mani di Dio, la cui saggezza provvede a regolare gli eventi nella sua prescienza e volontà trascendente. Si veda If VII, 70-96.
  • Francesco de Sanctis, Storia della letteratura italiana, p. 357.
    «È la nuova Commedia, non la divina, ma la terrestre Commedia. Dante si avvolge nel suo lucco, e sparisce dalla vista. Il medio evo con le sue visioni, le sue leggende, i suoi misteri, i suoi terrori e le sue ombre e le sue estasi è cacciato dal tempio dell’arte. E vi entra rumorosamente il Boccaccio e si tira appresso per lungo tempo tutta l’Italia.»

worldcat.org

  • in Branca 1977, p. 77, si sostiene che il volgarizzamento di Livio fosse già iniziato a Napoli e a Firenze. Branca si basa, come fonte, su Billanovich 1953 Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, 1977, SBN IT\ICCU\SBL\0148727. Giuseppe Billanovich, Il Boccaccio, il Petrarca e le più antiche traduzioni in italiano delle Decadi di Tito Livio, in Giornale storico della letteratura italiana, vol. 110, n. 391, 1º luglio 1953, pp. 311-337, ISSN 0017-0496 (WC · ACNP).
  • Per approfondire, si veda: Branca 2001, pp. 21-37 Vittore Branca, Boccaccio protagonista nell’Europa letteraria tra tardo Medioevo e Rinascimento, in Cuadernos de Filologia Italiana, 8. La recepción de Boccaccio en España. Actas del Seminario Internacional Complutense, Madrid, Universitad Complutense, 2001, pp. 21-38, ISSN 1133-9527 (WC · ACNP).

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