Ad esempio nei Gruppi di Difesa della Donna, "aperti alle donne di ogni ceto sociale e di ogni fede politica o religiosa, che volessero partecipare all'opera di liberazione della patria e lottare per la propria emancipazione. Vedi Le Donne della Resistenza
archive.is
Si veda ad esempio l'intervista, su societasalutediritti.com. allo storico francese Pierre Milza sul Corriere della Sera del 14 luglio 2005: «È stata una guerra civile, fra gente fascista e gente antifascista. Anzi, in Italia ce ne sono state due, di guerre civili. Una all'inizio del fascismo, dal 1920 al 1925, e la seconda dal 1943 al 1945»; in Germania si vedano le lezioni tenute da Thomas Schlemmer presso l'Università di Monaco dal titolo Zwischen Bündnis und Besatzung. Krieg und Bürgerkrieg in Italien 1943-1945Archiviato il 4 settembre 2012 in Archive.is. (Alleanza ambigua e occupazione: guerra e guerra civile in Italia 1943-1945). E ancora, durante il convegno internazionale di Studi (PDF), su dhi-roma.it. tenuto presso l'Istituto Storico Germanico di Roma il 13, 14 e 15 aprile 2005 le relazioni dello storico tedesco Wolfgang Schieder e dell'italiano Carlo Gentile, entrambi dell'Università di Colonia.
Secondo alcune ricostruzioni il Führer avrebbe minacciato di trasformare l'intero territorio italiano in zona d'occupazione tedesca. Secondo De Felice, 1997, pp. 60-61, che riporta la testimonianza di Carlo Silvestri, Hitler avrebbe minacciato: «L'Italia settentrionale dovrà invidiare la sorte della Polonia se voi non accettate di ridare valore all'alleanza fra Germania e Italia ponendovi a capo dello Stato e del nuovo governo»; Questa ricostruzione è considerata inattendibile da Fioravanzo, pp. 31-51. La storica scrive a p. 49: «Il 'sacrificio' di Mussolini, costretto suo malgrado a riassumere la guida del fascismo per salvare l'Italia dalla vendetta tedesca, non è dunque altro che un mito costruito sulla base di un documento falsificato». Questa tesi è invece ripresa da Sergio Romano, La repubblica di Mussolini e le minacce di Hitler, in Corriere della Sera, 21 gennaio 2010. Renzo De Felice, Mussolini l'alleato. II. La guerra civile 1943-1945, Torino, Einaudi, 1997, ISBN88-06-11806-4. Monica Fioravanzo, Mussolini e Hitler. La Repubblica sociale sotto il Terzo Reich, Roma, Donzelli editore, 2009, ISBN978-88-6036-333-6.
dhi-roma.it
Si veda ad esempio l'intervista, su societasalutediritti.com. allo storico francese Pierre Milza sul Corriere della Sera del 14 luglio 2005: «È stata una guerra civile, fra gente fascista e gente antifascista. Anzi, in Italia ce ne sono state due, di guerre civili. Una all'inizio del fascismo, dal 1920 al 1925, e la seconda dal 1943 al 1945»; in Germania si vedano le lezioni tenute da Thomas Schlemmer presso l'Università di Monaco dal titolo Zwischen Bündnis und Besatzung. Krieg und Bürgerkrieg in Italien 1943-1945Archiviato il 4 settembre 2012 in Archive.is. (Alleanza ambigua e occupazione: guerra e guerra civile in Italia 1943-1945). E ancora, durante il convegno internazionale di Studi (PDF), su dhi-roma.it. tenuto presso l'Istituto Storico Germanico di Roma il 13, 14 e 15 aprile 2005 le relazioni dello storico tedesco Wolfgang Schieder e dell'italiano Carlo Gentile, entrambi dell'Università di Colonia.
Si veda ad esempio l'intervista, su societasalutediritti.com. allo storico francese Pierre Milza sul Corriere della Sera del 14 luglio 2005: «È stata una guerra civile, fra gente fascista e gente antifascista. Anzi, in Italia ce ne sono state due, di guerre civili. Una all'inizio del fascismo, dal 1920 al 1925, e la seconda dal 1943 al 1945»; in Germania si vedano le lezioni tenute da Thomas Schlemmer presso l'Università di Monaco dal titolo Zwischen Bündnis und Besatzung. Krieg und Bürgerkrieg in Italien 1943-1945Archiviato il 4 settembre 2012 in Archive.is. (Alleanza ambigua e occupazione: guerra e guerra civile in Italia 1943-1945). E ancora, durante il convegno internazionale di Studi (PDF), su dhi-roma.it. tenuto presso l'Istituto Storico Germanico di Roma il 13, 14 e 15 aprile 2005 le relazioni dello storico tedesco Wolfgang Schieder e dell'italiano Carlo Gentile, entrambi dell'Università di Colonia.
Intervista a Claudio PavoneArchiviato il 10 aprile 2013 in Internet Archive.: «ho ribadito che per la Repubblica sociale italiana la categoria di collaborazionismo non è del tutto adatta, perché esistono collaborazionismi, diciamo così, a posteriori, cioè in paesi più o meno democratici invasi dai nazisti e, nel loro piccolo, dai fascisti italiani. Gli invasori creano in quei paesi governi a loro asserviti, fondati sui fascisti locali che, da soli, non avevano avuto la forza di conquistare il potere. In questi casi senz'altro la categoria di collaborazionismo funziona, ma per l'Italia purtroppo non è così, perché i fascisti sono nati proprio qui e il potere, nel 1922, se lo erano conquistato da soli. [...] non era corretto considerare l'ultimo atto del fascismo italiano un collaborazionismo minore; forse non è nemmeno un collaborazionismo tout-court. [...] la categoria di collaborazionismo [...] mi sembra che stia stretta alla repubblica sociale, la quale è collaborazionismo ma non è soltanto collaborazionismo».
Si veda ad esempio l'intervista, su societasalutediritti.com. allo storico francese Pierre Milza sul Corriere della Sera del 14 luglio 2005: «È stata una guerra civile, fra gente fascista e gente antifascista. Anzi, in Italia ce ne sono state due, di guerre civili. Una all'inizio del fascismo, dal 1920 al 1925, e la seconda dal 1943 al 1945»; in Germania si vedano le lezioni tenute da Thomas Schlemmer presso l'Università di Monaco dal titolo Zwischen Bündnis und Besatzung. Krieg und Bürgerkrieg in Italien 1943-1945Archiviato il 4 settembre 2012 in Archive.is. (Alleanza ambigua e occupazione: guerra e guerra civile in Italia 1943-1945). E ancora, durante il convegno internazionale di Studi (PDF), su dhi-roma.it. tenuto presso l'Istituto Storico Germanico di Roma il 13, 14 e 15 aprile 2005 le relazioni dello storico tedesco Wolfgang Schieder e dell'italiano Carlo Gentile, entrambi dell'Università di Colonia.
Intervista a Claudio PavoneArchiviato il 10 aprile 2013 in Internet Archive.: «ho ribadito che per la Repubblica sociale italiana la categoria di collaborazionismo non è del tutto adatta, perché esistono collaborazionismi, diciamo così, a posteriori, cioè in paesi più o meno democratici invasi dai nazisti e, nel loro piccolo, dai fascisti italiani. Gli invasori creano in quei paesi governi a loro asserviti, fondati sui fascisti locali che, da soli, non avevano avuto la forza di conquistare il potere. In questi casi senz'altro la categoria di collaborazionismo funziona, ma per l'Italia purtroppo non è così, perché i fascisti sono nati proprio qui e il potere, nel 1922, se lo erano conquistato da soli. [...] non era corretto considerare l'ultimo atto del fascismo italiano un collaborazionismo minore; forse non è nemmeno un collaborazionismo tout-court. [...] la categoria di collaborazionismo [...] mi sembra che stia stretta alla repubblica sociale, la quale è collaborazionismo ma non è soltanto collaborazionismo».
Nazario Sauro Onofri, Il triangolo rosso – p. 215, su storiaememoriadibologna.it, marzo 2007. URL consultato il 17 giugno 2023 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2023). — Tra gli allegati del saggio storico di Nazario Sauro Onofri vi è anche la copia del documento del Ministero degli Interni, che elenca il numero delle persone uccise o scomparse in Italia, durante e anche dopo la guerra, perché politicamente compromesse con il regime fascista.