Dopo l'abbandono della scena artistica, il pittore si dedicò ad uno studio ossessivamente sistematico di Belli, fino a fare della figura del bisnonno un suo alter ego esistenziale. Rimise in ordine l'epistolario in possesso della famiglia e lo arricchì con scrupolose ricerche alla Biblioteca Nazionale di Roma e presso la collezione di romanistica Ferrajoli della Biblioteca Apostolica Vaticana. Queste accuratissime indagini divennero parte integrante della sua biografia, ricostruendo alla maniera proustiana la vita del poeta, le sue relazioni personali e il contesto socioculturale e politico della Roma dell'Ottocento – un lavoro interminabile che Janni non considerò mai compiuto per la stampa e che fu pubblicato postumo in 3 volumi, a cura di R. Lucchese (Milano, 1967). Vedi anche sub voce, Enciclopedia Treccani, Dizionario Biografico[4]
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R. Lucchese, Guglielmo Janni, Roma 1972. Vedi anche Scheda dell'artista, su scuolaromana.it. URL consultato il 30 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2011).