«Il momento in cui Corey conquista la fiducia di Vogel (cruciale, poiché determinerà silenziosamente il corso del resto del film), è sottolineato da un'offerta di sigarette, che Melville riprende con uno scambio di primi piani frontali (eccezionali all'interno dei parametri stilistici del film)... Da quel momento la partecipazione dei due uomini alla rapina diverrà inevitabile. La loro amicizia, viene stabilita dalle immagini.» (EN) Chris Fujiwara - http://www.criterion.com/asp/release.asp?id=218&eid=331§ion=essay
filmsdefrance.com
«Nonostante la semplicità della trama ed il minimalismo dello stile, Le Cercle Rouge è concepibilmente il più sofisticato, irresistibile e perfetto film di Melville….Molti lo considerano fra i più grandi... polizieschi francesi, un genere che Melville non solo dominò, ma che contribuì a rendere una forma d'arte… Le Cercle Rouge segna il vertice assoluto nella carriera di Melville» (EN) Recensione di James Travers – Films de France 2004 - http://www.filmsdefrance.com/FDF_Le_Cercle_rouge_rev.html
«Anche se implacabilmente pessimistico (un sentimento enfatizzato dalla fotografia tetra, dalla fine brutalmente tragica e dal fatto che la maggior parte del film è notturno), c'è una traccia di umanesimo che nei precedenti gangster-film di Melville è appena discernibile.» (EN) Recensione di James Travers, Films de France 2004, http://www.filmsdefrance.com/FDF_Le_Cercle_rouge_rev.html.
hollywoodreporter.com
«Il dialogo è scarno e rarefatto. La musica è minima ancorché perspicacemente collocata. I colori nella grande fotografia di Henri Decaë sono attutiti. L'azione ha luogo nel silenzio virtuale. È in questi momenti che Melville esprime le anime dei suoi caratteri. Nei silenzi, cerca la loro essenza spirituale, il codice di comportamento ed i sentimenti che si trovano nelle loro amicizie.» (EN) Kirk Honeycutt, Hollywood Reporter, 13 marzo 2003, https://www.hollywoodreporter.com/hr/film/reviews/article_display.jsp?rid=1297
lecerclerouge.org
«Gli uomini si trovano costantemente nell'effettiva impossibilità di scegliere; unica variabile il loro comportamento improntato ad un codice morale rigoroso, indispensabile per essere consapevoli dell'irrazionalità della vita…. Il polar divenne per l'autore un genere adatto a rappresentare questa filosofia, un genere popolare congeniale per interpretare metaforicamente la condition humaine.» Laura Chiotasso e Costantino Sarnelli - Associazione Culturale "Le Cercle Rouge" - http://www.lecerclerouge.org/home/cerclerouge/cerclerouge.htmArchiviato il 3 maggio 2007 in Internet Archive.
mymovies.it
«Dodicesimo e penultimo film di J.-P. Melville, uno dei suoi più belli e ambiziosi, dominato dalla filosofia deterministica e dal senso della morte… A modo suo, un film classico nella sua perfezione: inesorabile come un orologio di precisione, ha tempi giusti, personaggi attendibili, atmosfere credibili, una tenuta figurativa che, a forza di iperrealismo, sfocia nel fantastico.» Dizionario Morandini - http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=22314
«Questi uomini non comunicano con parole, ma con pistole barattate e sigarette condivise. Piuttosto che con la musica, Melville spezza il silenzio con scatti ritmici delle ruote di una locomotiva sui binari, con l'eco dei passi in un atrio vuoto di una prigione, il suono secco del colpo su una palla da biliardo» (EN) Sean Axmaker, Post-Intelligencer, 20 giugno 2003 - http://www.seattlepi.com/movies/127393_cercle20q.html
«Le cercle rouge, inverando perfettamente il sistema Melville, rappresenta, il culmine stilistico dell'intera filmografia melvilliana ed al tempo stesso la celebrazione di una concezione sacra del cinema.» Recensione di Alessandro Baratti - Gli Spietati - http://www.spietati.it/speciali/melville/film/cercle_rouge.htm#Archiviato il 19 novembre 2008 in Internet Archive.
«Melville raggiunge un apice verso l'attingimento di un'astrazione totale, di un'asciuttezza assoluta nei codici dei generi cinematografici rappresentato da Le samouraï … dopo, secondo me, doveva forse cercare di abbinare questa astrattezza …con un ritorno ad una narrazione forte. Se Melville fosse riuscito a trovare un punto di contatto, una sorta di equilibrio tra i due poli avrebbe probabilmente fatto il suo capolavoro, ed invece credo che questa occasione gli sia leggermente mancata. Detto questo Le cercle rouge è una pellicola che non si può non amare per miliardi di motivi.» Mauro Gervasini autore di Il cinema poliziesco francese, Ed. LeMani 2003 in un'intervista rilasciata a Alessandro Baratti e Mauro F. Giorgio per la rivista Gli Spietati - http://www.spietati.it/speciali/melville/intervista_gervasini.htmArchiviato il 9 luglio 2008 in Internet Archive.
tesionline.com
«In un mondo astratto ed etereo si consuma la loro tragedia di uomini che, piuttosto che scendere a compromessi con un mondo corrotto e subdolo, scelgono la morte per riaffermarsi ancora una volta in quanto esseri trascendenti tanto lontani dalla normalità dell'uomo comune», Luisa Carretti, Il cinema noir di Jean Pierre Melville: la circolarità della simulazione, http://www.tesionline.com/intl/pdfpublicview.jsp?url=../__PDF/11780/11780p.pdf
«Gli uomini si trovano costantemente nell'effettiva impossibilità di scegliere; unica variabile il loro comportamento improntato ad un codice morale rigoroso, indispensabile per essere consapevoli dell'irrazionalità della vita…. Il polar divenne per l'autore un genere adatto a rappresentare questa filosofia, un genere popolare congeniale per interpretare metaforicamente la condition humaine.» Laura Chiotasso e Costantino Sarnelli - Associazione Culturale "Le Cercle Rouge" - http://www.lecerclerouge.org/home/cerclerouge/cerclerouge.htmArchiviato il 3 maggio 2007 in Internet Archive.
(EN) Adrian Danks - Together Alone: The Outsider Cinema of Jean-Pierre Melville, Sense of Cinema, Settembre 2002 - Copia archiviata, su archive.sensesofcinema.com. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2010)..
«La purezza della loro esistenza e del loro lavoro gli consente di sopravvivere... I protagonisti di Melville raramente cambiano o trasformano le loro regole di comportamento... ma nel momento in cui avviene una rottura di queste rigorose procedure professionali e di vita, un accenno minuscolo di partecipazione personale, il loro destino è segnato.» (EN) Adrian Danks, Together Alone: The Outsider Cinema of Jean-Pierre Melville, Sense of Cinema, settembre 2002 - Copia archiviata, su archive.sensesofcinema.com. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2010)..
«Le cercle rouge, inverando perfettamente il sistema Melville, rappresenta, il culmine stilistico dell'intera filmografia melvilliana ed al tempo stesso la celebrazione di una concezione sacra del cinema.» Recensione di Alessandro Baratti - Gli Spietati - http://www.spietati.it/speciali/melville/film/cercle_rouge.htm#Archiviato il 19 novembre 2008 in Internet Archive.
«Melville raggiunge un apice verso l'attingimento di un'astrazione totale, di un'asciuttezza assoluta nei codici dei generi cinematografici rappresentato da Le samouraï … dopo, secondo me, doveva forse cercare di abbinare questa astrattezza …con un ritorno ad una narrazione forte. Se Melville fosse riuscito a trovare un punto di contatto, una sorta di equilibrio tra i due poli avrebbe probabilmente fatto il suo capolavoro, ed invece credo che questa occasione gli sia leggermente mancata. Detto questo Le cercle rouge è una pellicola che non si può non amare per miliardi di motivi.» Mauro Gervasini autore di Il cinema poliziesco francese, Ed. LeMani 2003 in un'intervista rilasciata a Alessandro Baratti e Mauro F. Giorgio per la rivista Gli Spietati - http://www.spietati.it/speciali/melville/intervista_gervasini.htmArchiviato il 9 luglio 2008 in Internet Archive.