Il primo ad essere fermato il 15 gennaio 1944 fu Sabatino Procaccia, un venditore ambulante, sfollato nella frazione de "Il Ferrone". Il 21 gennaio fu la volta - sempre nella stessa località - degli otto componenti della famiglia Calò-Spizzichino (inclusi tre bambini). Si trattava di famiglie di condizioni economiche molto modeste come risulta dai verbali di sequestro dei pochi beni. Gli arresti furono eseguiti dai carabinieri. Sul territorio agivano anche bande di fascisti che davano caccia agli ebrei possidenti per impadronirsi personalmente dei loro beni. È il caso dei Montecorboli (padre e figlio) sfollati in una villetta all'Impruneta e traditi da una delazione. Il 6 febbraio 1944 militi fascisti in servizio presso il comando SS agirono all'insaputa della stessa questura di Firenze. Si impadronirono impunemente dell’ingente patrimonio che i Montecorboli avevano con sé in titoli, gioielli, argenteria e valori vari, saccheggiarono anche la loro casa di via Nazionale a Firenze, onde quindi arrestarli e consegnarli alle autorità tedesche. Cf. Marta Baiardi, "Pesecuzioni antiebraiche a Firenze," in Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI (Firenze 2007), pp. 113, 134-136; Mimmo Franzinelli, Delatori (Milano: Feltrinelli, 2012); CDEC Digital Library.