Pietro Messina, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume XXXVIII (1990), Treccani.
«Volle anche che il fanciullo fosse adottato come figlio da suo fratello Baldovino col nome appunto di Innocenzo Del Monte. [...] Non mancò chi disse, e la voce fu accolta da tutta la città, che il papa aveva voluto creare cardinale il suo amante. [...] Tale sospetto, comunque, non fu sviluppato soltanto nelle pasquinate: l'ambasciatore veneto Matteo Dandolo scriveva infatti che il D. era "un piccolo furfantello" e che il card. Del Monte "se lo prese in camera e nel proprio letto, come se gli fosse stato figliuolo o nipote" (Relazione di Roma, in Relazioni..., a cura di E. Alberi, II, 3, p. 355); Onofrio Panvinio, riferendosi alla vicenda del Dal Monte, scriveva di Giulio III: "nimie vitae luxuriae et libidinibus intemperanter deditus" e "ad voluptarios tantum secessus ... per totum pontificatum intempestive comessando lasciviendoque ..." (HistoriaBarth. Platinae de vitis Pontificum Romanorum, Coloniae 1562, pp. 331, 333, cit. in Concilium Triden., Diaria, II, p. CXXXIV), e, ancora più esplicitamente, lo definì "puerorum amoribus implicitus" (De Iulii III vita ante pontificatum, cit. ibid. p. 147) [...]»