Al-Tabari e altre fonti musulmane riportano i testi delle lettere, sostenendo che Niceforo richiedeva la restituzione del tributo pagato fino a quel momento, e che nella breve risposta il Califfo definì offensivamente il suo avversario "il cane dei Bizantini" (kalb al-Rum) e gli comunicò inoltre che: "O figlio di donna infedele, ho letto la tua lettera, e la risposta è quello che vedrai, senza che tu debba udirlo. Addio!" (Bosworth 1989, p. 240; El-Cheikh 2004, p. 96; Canard 1962, pp. 350, 362–363). Le fonti bizantine non menzionano minimamente tale corrispondenza che sarebbe avvenuta nell'802 o nell'803 (Treadgold 1988, p. 133). Solo lo scrittore bizantino Giorgio Monaco, riportando gli eventi dell'804/5, insiste che Niceforo avrebbe scritto a Harun in termini concilianti, rammentandogli l'ingiunzione da parte di Maometto di trattare bene i Cristiani, e avrebbe proposto una tregua, che il califfo avrebbe accettato, ricambiando i doni inviategli da Niceforo (Treadgold 1988, p. 133; Canard 1962, p. 348). L'orientalista Marius Canard, pur ritenendo che ci fosse stata effettivamente una corrispondenza tra i due monarchi, sostiene la tesi che il contenuto delle lettere da ambedue le parti fosse stato inventato di sana pianta dagli storici dell'epoca (Canard 1962, p. 375). C. E. Bosworth (a cura di), The History of al-Ṭabarī, Volume XXX: The ʿAbbāsid Caliphate in Equilibrium. The Caliphates of Musa al-Hadi and Harun al-Rashid, A.D. 785–809/A.H. 169–193, Albany, New York, State University of New York Press, 1989, ISBN0-88706-564-3. Nadia Maria El-Cheikh, Byzantium Viewed by the Arabs, Cambridge, Massachusetts, Harvard Center of Middle Eastern Studies, 2004, ISBN978-0-932885-30-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Nel 688, l'Imperatore Giustiniano II e il califfo umayyadeAbd al-Malik conclusero un accordo con il quale Cipro divenne un territorio neutrale, il cui gettito fiscale sarebbe stato condiviso tra Bisanzio e il Califfato, e i cui porti sarebbero rimasti aperti a entrambe le potenze, anche per scopi militari. A parte una breve rioccupazione bizantina sotto Basilio I il Macedone, questo stato di cose rimase inalterato fino al 965, quando l'isola fu reincorporata nell'Impero bizantino (ODB, "Cyprus" (T. E. Gregory), pp. 567–569; Treadgold 1988, pp. 135, 138–139). Alexander Petrovich Kazhdan (a cura di), Oxford Dictionary of Byzantium, New York, New York and Oxford, United Kingdom, Oxford University Press, 1991, ISBN978-0-19-504652-6. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2.
In contrasto con i loro predecessori Umayyadi, i califfi abbasidi perseguirono una politica estera conservativa. In termini generali, essi si accontentavano dei confini acquisiti, e tutte le campagne militari estere erano punitive o preventive, intese a preservare la loro frontiera e mostrare ai loro nemici la potenza militare abbaside (El Hibri 2011, p. 302). Al contempo, le campagne contro Bisanzio in particolare erano importanti dal punto di vista domestico. Le incursioni annuali erano un simbolo del proseguimento del jihād dello stato musulmano degli inizi ed erano le uniche spedizioni estere in cui il califfo o i suoi figli partecipavano di persona. Esse erano messe in correlazione nella propaganda ufficiale abbaside al pellegrinaggio annuale (hajj) alla Mecca, mettendo in luce il ruolo di comando della dinastia nella vita religiosa della comunità musulmana (El Hibri 2011, pp. 278–279; Kennedy 2001, pp. 105–106). Tayeb El Hibri, The Empire in Iraq, 763–861, in Chase F. Robinson (a cura di), The New Cambridge History of Islam, Volume 1: The Formation of the Islamic World, Sixth to Eleventh Centuries, Cambridge, United Kingdom, Cambridge University Press, 2011, pp. 269–304, ISBN978-0-521-83823-8. Tayeb El Hibri, The Empire in Iraq, 763–861, in Chase F. Robinson (a cura di), The New Cambridge History of Islam, Volume 1: The Formation of the Islamic World, Sixth to Eleventh Centuries, Cambridge, United Kingdom, Cambridge University Press, 2011, pp. 269–304, ISBN978-0-521-83823-8. Hugh N. Kennedy, The Armies of the Caliphs: Military and Society in the Early Islamic State, London, United Kingdom, Routledge, 2001, ISBN978-0-203-45853-2.
Al-Tabari e altre fonti musulmane riportano i testi delle lettere, sostenendo che Niceforo richiedeva la restituzione del tributo pagato fino a quel momento, e che nella breve risposta il Califfo definì offensivamente il suo avversario "il cane dei Bizantini" (kalb al-Rum) e gli comunicò inoltre che: "O figlio di donna infedele, ho letto la tua lettera, e la risposta è quello che vedrai, senza che tu debba udirlo. Addio!" (Bosworth 1989, p. 240; El-Cheikh 2004, p. 96; Canard 1962, pp. 350, 362–363). Le fonti bizantine non menzionano minimamente tale corrispondenza che sarebbe avvenuta nell'802 o nell'803 (Treadgold 1988, p. 133). Solo lo scrittore bizantino Giorgio Monaco, riportando gli eventi dell'804/5, insiste che Niceforo avrebbe scritto a Harun in termini concilianti, rammentandogli l'ingiunzione da parte di Maometto di trattare bene i Cristiani, e avrebbe proposto una tregua, che il califfo avrebbe accettato, ricambiando i doni inviategli da Niceforo (Treadgold 1988, p. 133; Canard 1962, p. 348). L'orientalista Marius Canard, pur ritenendo che ci fosse stata effettivamente una corrispondenza tra i due monarchi, sostiene la tesi che il contenuto delle lettere da ambedue le parti fosse stato inventato di sana pianta dagli storici dell'epoca (Canard 1962, p. 375). C. E. Bosworth (a cura di), The History of al-Ṭabarī, Volume XXX: The ʿAbbāsid Caliphate in Equilibrium. The Caliphates of Musa al-Hadi and Harun al-Rashid, A.D. 785–809/A.H. 169–193, Albany, New York, State University of New York Press, 1989, ISBN0-88706-564-3. Nadia Maria El-Cheikh, Byzantium Viewed by the Arabs, Cambridge, Massachusetts, Harvard Center of Middle Eastern Studies, 2004, ISBN978-0-932885-30-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Le fonti arabe accennano al fatto che fu suggerito un percorso differente al Califfo: si narra che Harun avesse chiesto a due comandanti provenienti dalla regione di frontiera se avesse dovuto attaccare Herakleia. Il primo rispose che era la fortezza più forte, e che se fosse caduta, il nemico non sarebbe stato più in grado di opporre loro resistenza, ma il secondo affermò che la città avrebbe fornito poco bottino, e che sarebbe stato preferibile attaccare una città di maggiore importanza. Tuttavia, si narra che, nel corso dell'assedio, il secondo comandante avesse cambiato idea e avesse incoraggiato il Califfo, che stava pensando di abbandonarlo, a proseguire l'assedio (Canard 1962, p. 364). (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, p. 356. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, p. 378. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, pp. 363–372. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
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Al-Tabari e altre fonti musulmane riportano i testi delle lettere, sostenendo che Niceforo richiedeva la restituzione del tributo pagato fino a quel momento, e che nella breve risposta il Califfo definì offensivamente il suo avversario "il cane dei Bizantini" (kalb al-Rum) e gli comunicò inoltre che: "O figlio di donna infedele, ho letto la tua lettera, e la risposta è quello che vedrai, senza che tu debba udirlo. Addio!" (Bosworth 1989, p. 240; El-Cheikh 2004, p. 96; Canard 1962, pp. 350, 362–363). Le fonti bizantine non menzionano minimamente tale corrispondenza che sarebbe avvenuta nell'802 o nell'803 (Treadgold 1988, p. 133). Solo lo scrittore bizantino Giorgio Monaco, riportando gli eventi dell'804/5, insiste che Niceforo avrebbe scritto a Harun in termini concilianti, rammentandogli l'ingiunzione da parte di Maometto di trattare bene i Cristiani, e avrebbe proposto una tregua, che il califfo avrebbe accettato, ricambiando i doni inviategli da Niceforo (Treadgold 1988, p. 133; Canard 1962, p. 348). L'orientalista Marius Canard, pur ritenendo che ci fosse stata effettivamente una corrispondenza tra i due monarchi, sostiene la tesi che il contenuto delle lettere da ambedue le parti fosse stato inventato di sana pianta dagli storici dell'epoca (Canard 1962, p. 375). C. E. Bosworth (a cura di), The History of al-Ṭabarī, Volume XXX: The ʿAbbāsid Caliphate in Equilibrium. The Caliphates of Musa al-Hadi and Harun al-Rashid, A.D. 785–809/A.H. 169–193, Albany, New York, State University of New York Press, 1989, ISBN0-88706-564-3. Nadia Maria El-Cheikh, Byzantium Viewed by the Arabs, Cambridge, Massachusetts, Harvard Center of Middle Eastern Studies, 2004, ISBN978-0-932885-30-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Le fonti arabe accennano al fatto che fu suggerito un percorso differente al Califfo: si narra che Harun avesse chiesto a due comandanti provenienti dalla regione di frontiera se avesse dovuto attaccare Herakleia. Il primo rispose che era la fortezza più forte, e che se fosse caduta, il nemico non sarebbe stato più in grado di opporre loro resistenza, ma il secondo affermò che la città avrebbe fornito poco bottino, e che sarebbe stato preferibile attaccare una città di maggiore importanza. Tuttavia, si narra che, nel corso dell'assedio, il secondo comandante avesse cambiato idea e avesse incoraggiato il Califfo, che stava pensando di abbandonarlo, a proseguire l'assedio (Canard 1962, p. 364). (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, p. 356. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, p. 378. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, pp. 363–372. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Al-Tabari e altre fonti musulmane riportano i testi delle lettere, sostenendo che Niceforo richiedeva la restituzione del tributo pagato fino a quel momento, e che nella breve risposta il Califfo definì offensivamente il suo avversario "il cane dei Bizantini" (kalb al-Rum) e gli comunicò inoltre che: "O figlio di donna infedele, ho letto la tua lettera, e la risposta è quello che vedrai, senza che tu debba udirlo. Addio!" (Bosworth 1989, p. 240; El-Cheikh 2004, p. 96; Canard 1962, pp. 350, 362–363). Le fonti bizantine non menzionano minimamente tale corrispondenza che sarebbe avvenuta nell'802 o nell'803 (Treadgold 1988, p. 133). Solo lo scrittore bizantino Giorgio Monaco, riportando gli eventi dell'804/5, insiste che Niceforo avrebbe scritto a Harun in termini concilianti, rammentandogli l'ingiunzione da parte di Maometto di trattare bene i Cristiani, e avrebbe proposto una tregua, che il califfo avrebbe accettato, ricambiando i doni inviategli da Niceforo (Treadgold 1988, p. 133; Canard 1962, p. 348). L'orientalista Marius Canard, pur ritenendo che ci fosse stata effettivamente una corrispondenza tra i due monarchi, sostiene la tesi che il contenuto delle lettere da ambedue le parti fosse stato inventato di sana pianta dagli storici dell'epoca (Canard 1962, p. 375). C. E. Bosworth (a cura di), The History of al-Ṭabarī, Volume XXX: The ʿAbbāsid Caliphate in Equilibrium. The Caliphates of Musa al-Hadi and Harun al-Rashid, A.D. 785–809/A.H. 169–193, Albany, New York, State University of New York Press, 1989, ISBN0-88706-564-3. Nadia Maria El-Cheikh, Byzantium Viewed by the Arabs, Cambridge, Massachusetts, Harvard Center of Middle Eastern Studies, 2004, ISBN978-0-932885-30-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. Warren T. Treadgold, The Byzantine Revival, 780–842, Stanford, California, Stanford University Press, 1988, ISBN0-8047-1462-2. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Le fonti arabe accennano al fatto che fu suggerito un percorso differente al Califfo: si narra che Harun avesse chiesto a due comandanti provenienti dalla regione di frontiera se avesse dovuto attaccare Herakleia. Il primo rispose che era la fortezza più forte, e che se fosse caduta, il nemico non sarebbe stato più in grado di opporre loro resistenza, ma il secondo affermò che la città avrebbe fornito poco bottino, e che sarebbe stato preferibile attaccare una città di maggiore importanza. Tuttavia, si narra che, nel corso dell'assedio, il secondo comandante avesse cambiato idea e avesse incoraggiato il Califfo, che stava pensando di abbandonarlo, a proseguire l'assedio (Canard 1962, p. 364). (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, p. 356. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, p. 378. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.
Canard 1962, pp. 363–372. (FR) Marius Canard, La prise d'Héraclée et les relations entre Hārūn ar-Rashīd et l'empereur Nicéphore Ier, in Byzantion, vol. 32, n. 32, 1962, pp. 345–379, ISSN 0378-2506 (WC · ACNP), JSTOR44170050.