«Si direbbe quasi che in quel volto l'immagine respiri di una divinità corrucciata. Quel certo splendore che dopo d'avergli quasi dorati i capelli pare che si diffonda per tutta la faccia e l'irradi: e quegli occhi che ora ci rivolge con lunghi sguardi al cielo, ed ora tiene immobilmente confitti al suolo, un essere ti annunziano straordinario del tutto...» L'Albrizzi conclude accennando ai «varii e disparatissimi giudizi che di lui daranno quanti saranno gli uomini» (citato in Mario Fubini, Vittorio Alfieri)