Incipit di Dichtung und Wahrheit (1811-1833), che testimonia degli interessi ermetici e astrologici di Goethe, da lui coltivati soprattutto in gioventù: il culmine del Sole nell'ora della nascita fu da lui interpretato come espressione di una grande forza creativa, mentre il segno della Vergine ne avrebbe orientato l'intellettualità nel senso della concretezza (Marino Freschi, Goethe: l'insidia della modernità, op. cit., pag. 9). Marino Freschi, Goethe: l'insidia della modernità, Roma, Donzelli Editore, 1999, ISBN978-88-7989-496-8.
In particolare, nel libro ricorrono i personaggi di Hafez e Rumi.
Secondo alcuni autori, l'Islam sarebbe una chiave per rileggere molte delle altre opere di Goethe, e si troverebbero passaggi coranici nel Faust, nel Wilhelm Meister, e nella Teoria dei Colori, cfr. Il “Faust” di Goethe parla la lingua dei versetti coranici, su Il Fatto Quotidiano. URL consultato il 29 febbraio 2020. L'inclusione di termini e temi islamici anche nelle lettere personali di Goethe, infine, suggerirebbe il profondo legame del poeta con la religione di Maometto ( Francesca Bocca-Aldaqre, Johann Wolfgang von Goethe: A life With Islām., in Intellectual Discourse, vol. 27, n. 2, 2019, pp. 507–530.)
Secondo Mommsen, tuttavia, Goethe era attratto più che altro dall'aspetto estetico ed esoterico dell'Islam, orientandone la teologia entro il fatalismo naturalista di Spinoza (cfr. Luca D'Ascia, Il Corano e la tiara: l'epistola a Maometto di Enea Silvio Piccolomini, pag. 73, Edizioni Pendragon, 2001). Pur rispettando il Corano, non fu del tutto acritico nei confronti dell'Islam quando ne sottolineava l'«evidente penalizzazione delle donne», o il «cupo velo della religione» nel vietare di bere alcool (cfr. in proposito Katharina Mommsen, Goethe und die arabische Welt, Frankfurt am Main, Insel, 1988).
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In particolare, nel libro ricorrono i personaggi di Hafez e Rumi.
Secondo alcuni autori, l'Islam sarebbe una chiave per rileggere molte delle altre opere di Goethe, e si troverebbero passaggi coranici nel Faust, nel Wilhelm Meister, e nella Teoria dei Colori, cfr. Il “Faust” di Goethe parla la lingua dei versetti coranici, su Il Fatto Quotidiano. URL consultato il 29 febbraio 2020. L'inclusione di termini e temi islamici anche nelle lettere personali di Goethe, infine, suggerirebbe il profondo legame del poeta con la religione di Maometto ( Francesca Bocca-Aldaqre, Johann Wolfgang von Goethe: A life With Islām., in Intellectual Discourse, vol. 27, n. 2, 2019, pp. 507–530.)
Secondo Mommsen, tuttavia, Goethe era attratto più che altro dall'aspetto estetico ed esoterico dell'Islam, orientandone la teologia entro il fatalismo naturalista di Spinoza (cfr. Luca D'Ascia, Il Corano e la tiara: l'epistola a Maometto di Enea Silvio Piccolomini, pag. 73, Edizioni Pendragon, 2001). Pur rispettando il Corano, non fu del tutto acritico nei confronti dell'Islam quando ne sottolineava l'«evidente penalizzazione delle donne», o il «cupo velo della religione» nel vietare di bere alcool (cfr. in proposito Katharina Mommsen, Goethe und die arabische Welt, Frankfurt am Main, Insel, 1988).
Il suo progetto tuttavia non sarà portato a termine, forse perché Goethe non riuscì a superare un dissidio tra l'aspetto poetico e celestiale dell'Islam, e le forme molto più prosaiche e terrene con cui tale religione avrebbe potuto diffondersi, cfr. Vito Punzi, Il rapporto di Goethe con l'islam fu rispettoso ma non certo acritico, su loccidentale.it, 2011.
op.cit.,pp.122-142. I personaggi che figurano in più di una categoria sono Faraday, Huygens, Leibniz, Cartesio, Newton, Archimede, Galileo, Leonardo, Aristotele, Rousseau. Si veda inoltre la seguente intervista dove Murray esprime il parere che tra tutti il più influente sia Aristotele.