Piłsudski a volte si definiva un lituano di cultura polacca (Davies (1986), p. 139). Per diversi secoli, dichiararsi sia lituani che polacchi costituiva una normalità, ma verso la fine dell'Ottocento la circostanza si fece più rara per via dello sviluppo dei nazionalismi. Timothy Snyder, che lo definisce un "polacco-lituano", osserva che Piłsudski non rientrava nella categoria di chi qualificava rigorosamente etnie e nazionalità come si faceva tipicamente all'inizio del XX secolo. Piuttosto, egli si considerava sia polacco sia lituano e indicava come sua patria la storica Confederazione polacco-lituana (Snyder (2004), p. 70). (EN) Timothy Snyder, The Reconstruction of Nations: Poland, Ukraine, Lithuania, Belarus, 1569-1999, Yale University Press, 2004, ISBN978-03-00-10586-5.
Józef Klemens Piłsudski veniva sovente indicato senza il suo secondo nome come "Józef Piłsudski". Quando da giovane collaborò con delle organizzazioni sovversive adoperò vari pseudonimi, tra cui "Wiktor", "Mieczysław" e "Ziuk", quest'ultimo tra l'altro soprannome di famiglia (Biskupski (2012), p. 161). In seguito fu spesso chiamato affettuosamente "Dziadek" (il "Nonno" o il "Vecchio") e "Marszałek" (il "Maresciallo"). I suoi ex soldati delle Legioni lo chiamavano anche "Komendant" (il "Comandante": Biskupski (2012), p. 161). (EN) Mieczysław B. Biskupski, Independence Day: Myth, Symbol, and the Creation of Modern Poland, Oxford University Press, 2012, ISBN978-01-99-65881-7. (EN) Mieczysław B. Biskupski, Independence Day: Myth, Symbol, and the Creation of Modern Poland, Oxford University Press, 2012, ISBN978-01-99-65881-7.
Piłsudski a volte si definiva un lituano di cultura polacca (Davies (1986), p. 139). Per diversi secoli, dichiararsi sia lituani che polacchi costituiva una normalità, ma verso la fine dell'Ottocento la circostanza si fece più rara per via dello sviluppo dei nazionalismi. Timothy Snyder, che lo definisce un "polacco-lituano", osserva che Piłsudski non rientrava nella categoria di chi qualificava rigorosamente etnie e nazionalità come si faceva tipicamente all'inizio del XX secolo. Piuttosto, egli si considerava sia polacco sia lituano e indicava come sua patria la storica Confederazione polacco-lituana (Snyder (2004), p. 70). (EN) Timothy Snyder, The Reconstruction of Nations: Poland, Ukraine, Lithuania, Belarus, 1569-1999, Yale University Press, 2004, ISBN978-03-00-10586-5.
L'innegabile coinvolgimento di Piłsudski, poi ammesso da lui stesso, ebbe dunque solo l'effetto opposto. La costituzione dello Stato fantoccio della Lituania Centrale, il sostegno alla precedente rivolta di Sejny e per il tentato golpe del 1919 non fecero altro che ledere l'opinione del polacco agli occhi dei lituani, i quali si convinsero della necessità di mantenere quanto più possibile le distanze dalle mire di Varsavia: Stanisławski.
(EN) Robert Szymczak, Polish-Soviet War: Battle of Warsaw, su historynet.com. URL consultato il 31 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2007).
(EN) Witold Lawrynowicz, Battle of Warsaw 1920, su hetmanusa.org. URL consultato il 31 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).
(EN) Feigue Cieplinski, Poles and Jews: The Quest For Self-Determination 1919–1934, su binghamton.edu, Binghamton University History Department, 2002. URL consultato il 3 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2002).
Józef Piłsudski - Decorazioni, su genealogia-okiem-pl. URL consultato il 2 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2021).