Questa variante è l'esaltazione dello studio, del popolo del Libro, della continuità generazionale dello studio di quel Libro – la Torah. In tutti i Kaddishim, escluso il primo, si sottolinea l'unità del singolo, o del piccolo gruppo (tipicamente la famiglia), con l'intero popolo di Israele: l'identità del gruppo, o del singolo, si mantiene nella molteplicità del popolo di Israele. Cfr. , "Qaddìsh" 2:5, di Riccardo Di Segni, su Parasha.
Scrive il Rabbino di Roma, Riccardo Di Segni: "La grande popolarità del Qaddìsh è in maggior parte dovuta all'occasione particolare della sua recitazione durante il primo anno di lutto (undici mesi per i Sefardìm) e negli anniversari. Il testo del Qaddìsh dell'orfano... viene recitato alla fine delle preghiere principali. L'inizio di questo uso è attestato nella Massékhet Soferìm (19:12), che però si riferisce solo alla recitazione in occasione della morte di un maestro: successivamente si estese ad ogni defunto (secondo la testimonianza di Nachmanide). Sono due i motivi indicati dalle fonti tradizionali a giustificazione di questo uso. Il primo è quello dell'accettazione, da parte della persona colpita dal lutto, del decreto divino. Come il Salmista dice: "ho trovato disgrazia e pianto e ho invocato il nome di Dio" (Salmi 116:4-5), e Giobbe dichiara: "il Signore ha dato, il Signore ha preso, sia il nome del Signore benedetto" (1:21), così il rito prescrive in vari momenti, a chi è in lutto, la recitazione di benedizioni. La lettura pubblica del Qaddìsh diventa in questa prospettiva la pubblica dichiarazione dell'accettazione dell'ordine e della volontà divina sulla terra, insieme ad un'espressione di speranza. I termini di questa speranza, nella formula impiegata, non comprendono riferimenti espliciti alla risurrezione e al mondo futuro. Chi recita il Qaddìsh dell'orfano prega per l'avvento del regno divino su questa terra, e la prospettiva immediata è quella di una liberazione storica, e non in termini metafisici o escatologici. Comunque il riferimento alla risurrezione non è del tutto escluso dal Qaddìsh, perché nella formula speciale che si recita al momento della sepoltura (v. § 2:4) se ne parla esplicitamente. L'importante è comunque sottolineare che nella pratica quotidiana del rito prevale una visione e una problematica differente." ("2:5 Il Qaddìsh dell'orfano").
(EN) Diana Villa, Addition at the end of Kaddish, su The Schechter Institutes, luglio 2006. URL consultato il 25 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2010).
(EN) Mark Winer, Torah from around the world #73, su World Union for Progressive Judaism. URL consultato il 25 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2012).
(EN) David Blumenthal, Kaddish, su js.emory.edu, Emory University. URL consultato il 25 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2016).
(HE) Amram Gaon, Kaddish L'yachid (PDF), su rebpam.com. URL consultato il 25 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
(EN) Pamela Frydman, Mourner’s Prayer without a minyan, su Rabbi Pamela Frydman. URL consultato il 25 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).