Il 21 settembre 1988, per la prima volta nella storia della Repubblica, la Camera dei deputati approvò in seconda lettura una legge costituzionale a maggioranza assoluta, con 364 voti favorevoli e 109 contrari. Alla proclamazione del risultato il deputato Carlo Tassi (MSI) esclamò: «Allora è soggetta a referendum!» (Atti parlamentari della Camera dei deputati, X legislatura, resoconto stenografico della seduta di mercoledì 21 settembre 1988, p. 19175). Dopo l'approvazione del Senato il 5 ottobre seguente, il testo fu perciò pubblicato in Gazzetta Ufficiale e iniziò a decorrere il termine di 90 giorni per la richiesta della consultazione referendaria.
Nell'approvare la legge in seconda lettura le Camere disapplicarono il meccanismo regolamentare della navetta e introdussero nuovi emendamenti. Il precedente tornò d'attualità nel 2015 quando, ricordato da Felice Besostri, fornì ai senatori Buemi (PSI) e Compagna (NCD) lo spunto per chiedere al presidente Grasso la possibilità di reintrodurre l'elettività del Senato nel testo della riforma Renzi-Boschi (Felice Besostri, Sulla «navette»).