Lajarte, p. 113. François Dumoulin non era un cantante di professione, ma un componente di primo piano del corpo di ballo, assieme ai suoi tre fratelli/fratellastri Henri, Pierre e David.
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La grafia più spesso attualmente utilizzata, in conformità con le regole del francese di oggi, è 'fêtes', in luogo dell'antica 'festes'.La grafia moderna è adottata ad esempio dal New Grove Dictionary of Opera, da Le magazine de l'opéra baroque e dal Dizionario dell'opera. La versione 'festes', invece, è ancora usata da Lajarte e Pitou e appare attestata dalle fonti più antiche disponibili on-line, come le varie partiture indicate in bibliografia, il libretto pubblicato da Delormel nel 1750 (tutte opere consultabili nel sito Gallica, Bibliothèque numérique della Biblioteca nazionale di Francia), il libretto originale come attestato da Maurice Barthélémy nel suo Catalogue des imprimés musicaux anciens du Conservatoire Royal de Musique de Liège, Liegi, Mardaga, 1992, p. 34 (ISBN 2-87009-521-X), e la raccolta completa dei libretti pubblicata da Christoph Ballard nel 1714 nel Recueil general ... (entrambe le ultime fonti, la prima solo in parte, sono accessibili in books.google.com). Fu solo dopo il 1750, a seguito della diffusione (e dell'applicazione) della terza edizione del Dictionnaire de l'Académie française, che la nuova grafia 'fêtes' iniziò ad entrare gradualmente nell'uso comune, come si può anche verificare dalla ristampa del libretto pubblicata da Delormel nel 1759, questa volta con il titolo aggiornato (il frontespizio è riprodotto in Le magazine de l'opéra baroque).
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La grafia più spesso attualmente utilizzata, in conformità con le regole del francese di oggi, è 'fêtes', in luogo dell'antica 'festes'.La grafia moderna è adottata ad esempio dal New Grove Dictionary of Opera, da Le magazine de l'opéra baroque e dal Dizionario dell'opera. La versione 'festes', invece, è ancora usata da Lajarte e Pitou e appare attestata dalle fonti più antiche disponibili on-line, come le varie partiture indicate in bibliografia, il libretto pubblicato da Delormel nel 1750 (tutte opere consultabili nel sito Gallica, Bibliothèque numérique della Biblioteca nazionale di Francia), il libretto originale come attestato da Maurice Barthélémy nel suo Catalogue des imprimés musicaux anciens du Conservatoire Royal de Musique de Liège, Liegi, Mardaga, 1992, p. 34 (ISBN 2-87009-521-X), e la raccolta completa dei libretti pubblicata da Christoph Ballard nel 1714 nel Recueil general ... (entrambe le ultime fonti, la prima solo in parte, sono accessibili in books.google.com). Fu solo dopo il 1750, a seguito della diffusione (e dell'applicazione) della terza edizione del Dictionnaire de l'Académie française, che la nuova grafia 'fêtes' iniziò ad entrare gradualmente nell'uso comune, come si può anche verificare dalla ristampa del libretto pubblicata da Delormel nel 1759, questa volta con il titolo aggiornato (il frontespizio è riprodotto in Le magazine de l'opéra baroque).
Il professor Anthony scrive che, stando alle "edizioni a stampa di Ballard", la versione data in occasione della cinquantunesima rappresentazione il 14 (e non il 10) ottobre 1710 aveva una struttura in cinque entrées, comprensive de Les Sérénades et les Joüeurs (che era stata soppressa il mese precedente). Sebbene non sia stato possibile verificare direttamente il libretto a stampa del 1710, di sicuro l'affermazione di Anthony non concorda con le altre fonti citate nella presente voce e soprattutto confligge con la pubblicazione, edita anch'essa da Ballard nel 1714, e contenente, tra gli altri, i libretti di tutte le entrées dell'opera, la quale, a proposito della cinquantunesima rappresentazione, riporta una struttura in un prologo e le seguenti quattro entrées: Les devins, prima entrée, L'Amour saltinbanque, seconda, L'Opéra, terza, e Le bal, quarta (Recueil general des opera..., p. 132).
La grafia più spesso attualmente utilizzata, in conformità con le regole del francese di oggi, è 'fêtes', in luogo dell'antica 'festes'.La grafia moderna è adottata ad esempio dal New Grove Dictionary of Opera, da Le magazine de l'opéra baroque e dal Dizionario dell'opera. La versione 'festes', invece, è ancora usata da Lajarte e Pitou e appare attestata dalle fonti più antiche disponibili on-line, come le varie partiture indicate in bibliografia, il libretto pubblicato da Delormel nel 1750 (tutte opere consultabili nel sito Gallica, Bibliothèque numérique della Biblioteca nazionale di Francia), il libretto originale come attestato da Maurice Barthélémy nel suo Catalogue des imprimés musicaux anciens du Conservatoire Royal de Musique de Liège, Liegi, Mardaga, 1992, p. 34 (ISBN 2-87009-521-X), e la raccolta completa dei libretti pubblicata da Christoph Ballard nel 1714 nel Recueil general ... (entrambe le ultime fonti, la prima solo in parte, sono accessibili in books.google.com). Fu solo dopo il 1750, a seguito della diffusione (e dell'applicazione) della terza edizione del Dictionnaire de l'Académie française, che la nuova grafia 'fêtes' iniziò ad entrare gradualmente nell'uso comune, come si può anche verificare dalla ristampa del libretto pubblicata da Delormel nel 1759, questa volta con il titolo aggiornato (il frontespizio è riprodotto in Le magazine de l'opéra baroque).