Alberto Calvelli, I Piceni, su Lingua e Scrittura, antiqui.it, Antiqui.
Alberto Calvelli, I Piceni, su Lingua e Scrittura, antiqui.it
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Una delle prime iscrizioni rinvenute; fu trovata nel 1848 demolendo un muro di pietra. Il proprietario la pose a sostegno dell'argine di un torrente ed andò perduta alla fine dell'800. Fortunatamente il testo si è conservato grazie ad un calco eseguito con la carta da un ingegnere dopo il ritrovamento (P. Neroni) e pubblicato da G. De Minicis in «Ann. Inst.», 21, 1849, pp. 411-413. Si veda: Adriano La Regina, Il Guerriero di Capestrano e le iscrizioni paleosabelliche, "Stele iscritta da Acquaviva Picena" (TXT), su archive.org. URL consultato il 18 febbraio 2025.
Il cippo di Sant'Omero fu rinvenuto nel 1843 da Giovanni Spinozzi, a circa un chilometro ad est della masseria Branella, nei pressi di una tomba in un colle sovrastante la valle. È stato esposto al museo civico di Teramo almeno dal 1961, ma dai primi anni ottanta del Novecento è stato dato per disperso. Si veda: Raoul Zamponi, South Picene, Routledge, 2021 (tavola 1.1 - South Picene inscriptions). Nel 2021, dopo circa quarant'anni, è stato ritrovato tra altri reperti dimenticati di proprietà comunale. Si veda: Paola di Felice: il ritrovamento dei reperti... è una sconfitta (Comunicato stampa della direttrice del museo di Teramo).
Il cippo di Sant'Omero fu rinvenuto nel 1843 da Giovanni Spinozzi, a circa un chilometro ad est della masseria Branella, nei pressi di una tomba in un colle sovrastante la valle. È stato esposto al museo civico di Teramo almeno dal 1961, ma dai primi anni ottanta del Novecento è stato dato per disperso. Si veda: Raoul Zamponi, South Picene, Routledge, 2021 (tavola 1.1 - South Picene inscriptions). Nel 2021, dopo circa quarant'anni, è stato ritrovato tra altri reperti dimenticati di proprietà comunale. Si veda: Paola di Felice: il ritrovamento dei reperti... è una sconfitta (Comunicato stampa della direttrice del museo di Teramo).
Il numero delle parole leggibili, perché intere o perché agevolmente ricostruibili, è tratto da: Raoul Zamponi, South Picene, Routledge, 2021 (tavola 1.1 - South Picene inscriptions). Le date mancanti nei testi già citati, sono tratte da: Anna Dionisio, Alfabeti e lingue dell'Italia medioadriatica, Acaemia.edu
Il cippo di Sant'Omero fu rinvenuto nel 1843 da Giovanni Spinozzi, a circa un chilometro ad est della masseria Branella, nei pressi di una tomba in un colle sovrastante la valle. È stato esposto al museo civico di Teramo almeno dal 1961, ma dai primi anni ottanta del Novecento è stato dato per disperso. Si veda: Raoul Zamponi, South Picene, Routledge, 2021 (tavola 1.1 - South Picene inscriptions). Nel 2021, dopo circa quarant'anni, è stato ritrovato tra altri reperti dimenticati di proprietà comunale. Si veda: Paola di Felice: il ritrovamento dei reperti... è una sconfitta (Comunicato stampa della direttrice del museo di Teramo).
Il cippo di Sant'Omero fu rinvenuto nel 1843 da Giovanni Spinozzi, a circa un chilometro ad est della masseria Branella, nei pressi di una tomba in un colle sovrastante la valle. È stato esposto al museo civico di Teramo almeno dal 1961, ma dai primi anni ottanta del Novecento è stato dato per disperso. Si veda: Raoul Zamponi, South Picene, Routledge, 2021 (tavola 1.1 - South Picene inscriptions). Nel 2021, dopo circa quarant'anni, è stato ritrovato tra altri reperti dimenticati di proprietà comunale. Si veda: Paola di Felice: il ritrovamento dei reperti... è una sconfitta (Comunicato stampa della direttrice del museo di Teramo).
Il cippo di Cures è l'unica testimonianza scritta picena insieme al Guerriero di Capestrano a non presentare l'andamento bustrofedico dell'iscrizione, ma linee di testo separate da “a capo”. Museo di Fara in Sabina