Analysis of information sources in references of the Wikipedia article "Lorenzo de' Medici" in Italian language version.
«Troppo spesso sono costretto a dare solicitudine, e molestia a V. Beatitudine per i casi, che tutto giorno ne prepara la fortuna, e la divina disposizione, a la quale, come non è possibile resistere, così sarìa conveniente, che ciascuno li acquiescessi, e pazientemente sopportassi quello, che dà la sua bonità così dolce, come amata. Ma la morte della Clarice mia carissima, e dolcissima consorte nuovamente successa me è stata, ed è di tanto danno, pregiudicio, e dolore per infinite cagioni, che ha vinto la mia pazienzia, ed obdurazione nelli affanni, e persecuzioni della fortuna, la quale non pensavo, che mi potessi portare cosa, che mi facesse molto risentire. E questo, per essere privato di tanto dolce consuetudine, e compagnìa, certamente ha passati i termini, e mi ha fatto, e fa risentire tanto cordialmente, che non truovo luogo. Pure, come non resto pregare nostro Signor Dio, che mi dia pace, così ho ferma speranza nella sua bontà infinita, che porrà fine al dolore, e non manco a tante spesse visitazioni, quali in simili amarezze me ha fatte da qualche tempo in qua. E quanto io posso umilmente, di cuore supplico a V. B., che si degni di fargliene simili preci, le quali so quanto siano per farmi giovamento. Ed a quella, ed a’ suoi santi piedi umilmente mi raccomando.»
«Nel campo architettonico Lorenzo lega il suo nome ad alcune imprese molto significative per il gusto architettonico dell'età laurenziana...um gusto legato da un lato all'eredità brunelleschiana e dall'altro dell'affermarsi della cultura albertiana, culminante nella editio priceps del De Re Aedificatoria dell'Alberti, a cura del Poliziano (1485).»
«Quando la morte [di Cosimo] era ormai vicina, come Piero scrisse a Lorenzo, Cosimo: "...cominciò da principio a dire tutta la sua vita, dipoi entrò nel governo della città, e poi seguitando a quello de' trafichi, di poi alla cura familiare delle possessione et di casa, et sopra e fatti di voi due [cioè di Lorenzo e del fratello Giuliano], confortando, essendo voi di buono ingegno, io vi dovessi allevare bene, perché mi leveresti assai faticha...»
«Più tardi, nel proemio a Lorenzo de' Medici premesso al Plotino latino, [Marsilio] riconduce la propria conversione al platonismo all'influenza combinata di Gemisto e di Cosimo de' Medici.»
«Grazie ai suggerimenti e alla guida del Magnifico, il G. poté appropriarsi delle idee fondamentali del trattato scritto in latino da Leon Battista Alberti, tanto da divenire l'architetto più albertiano della sua generazione. Accanto alle indicazioni dell'Alberti, per il G. rimasero costantemente un punto di riferimento le soluzioni brunelleschiane: è sintomatico che egli difendesse il progetto di Brunelleschi per S. Spirito quando questo, verso la fine del Quattrocento, fu messo in discussione.»
«Al 1846 si datano, invece, Lorenzo il Magnifico e Amerigo Vespucci per il portico degli Uffizi...»
«Innanzi tutto, la chiave comica...risale alla suggestione della poesia del Pulci, che in questi anni, con l'inizio del Morgante, si impone alla considerazione del giovane poeta, offrendo spassi e svaghi a tutta la «brigatella» di amici nella quale si svolge l'ancora spensierata vita del futuro uomo di stato.»
«In questa prospettiva si spiega l'incontro del F[icino] col testo di D., il quale non solo offriva l'esempio del poeta-teologo caro alla concezione ficiniana, ma pareva aderire, specie negli ultimi canti del Paradiso, a un'esperienza spirituale di tipo neoplatonico.»
«Grazie ai suggerimenti e alla guida del Magnifico, il G. poté appropriarsi delle idee fondamentali del trattato scritto in latino da Leon Battista Alberti, tanto da divenire l'architetto più albertiano della sua generazione. Accanto alle indicazioni dell'Alberti, per il G. rimasero costantemente un punto di riferimento le soluzioni brunelleschiane: è sintomatico che egli difendesse il progetto di Brunelleschi per S. Spirito quando questo, verso la fine del Quattrocento, fu messo in discussione.»
«Al 1846 si datano, invece, Lorenzo il Magnifico e Amerigo Vespucci per il portico degli Uffizi...»