Vittorio Angius, Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, Fontana e Isnardi, Torino 1841, p. 1166.
«Nel 1400, 20 novembre, il conte Amedeo rese all’antica nobiltà e dignità de’ Villa, una onestissima testimonianza, Invitandoli tra’ più illustri della città di Chieri, e ponendoli primi nel numero. Diceva il principe, che per la cognizione che avea dell’antica probità della vita, della onestà dei eostumi, e degli altri argomenti di virtù per cui si erano sempre distinte le schiatte de’ sottonotati primarii cittadini di Chieri, i de’ Villa, i Dodoli, il maestro Luchino Pasquale, suo figlio e professore di medicina con tutta la parentela de’ Pasquali, quindi gli Alamani, i Capastri, i Ricci, i Buschetti, i Guasehi, i Moncucco, i Carneri, i Tana, i Mazzetti, i Vadoni, concedeva a queste famiglie di nominarsi tutto d’uno stesso modo, di servirsi dello stesso stemma e portare a simbolo il Cigno.»