Luigi Calabresi (Italian Wikipedia)

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  • Emmanuel Betta, Biografia di Luigi Calabresi, in Dizionario Biografico degli italiani, Istituto Enciclopedia Treccani, 2019, ISBN 978-88-12-00032-6, SBN IT\ICCU\CFI\0012931. URL consultato il 15 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2022).
  • Claudia Fusani, Onore alle vittime del terrorismo. Medaglie per Calabresi e altri 9. Vedove e figli ricevuti al Quirinale, poi alla Festa della Polizia in piazza del Popolo il lungo applauso ai caduti., in La Repubblica, 15 maggio 2004 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2007).
  • Né omicidio né suicidio: Pinelli cadde perché colto da malore, in La Stampa, 29 ottobre 1975 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2022).
    «Secondo la sentenza istruttoria, l'anarchico ebbe il fatale capogiro mentre era appoggiato al bassissimo davanzale della finestra della Questura perché "in stato ansioso e stressante" dopo tre giorni di interrogatori - Nessuna responsabilità tra i funzionari e i sottufficiali presenti (Nostro servizio particolare) Milano, 28 ottobre. (m.f. ) L'anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra del quarto piano della Questura milanese, dov'era interrogato sulla strage di piazza Fontana, il 15 dicembre 1969, non si è ucciso, ma nessuno dei funzionari e dei sottufficiali dell'ufficio politico della Questura è responsabile della sua caduta. Questa la conclusione cui è giunta, dopo quasi sei anni d'inchiesta, la magistratura. Il giudice istruttore, dottor Gerardo D'Ambrosio, lo stesso che ha condotto l'inchiesta sulle «piste nere», ha depositato oggi in cancelleria la sua sentenza, che assolve con formula piena tutti gli indiziati. Secondo la ricostruzione che al magistrato pare la più attendibile, Giuseppe Pinelli, stremato dai pressanti interrogatori cui era sottoposto, si avvicinò alla finestra per prendere una boccata d'aria, ebbe un capogiro e cadde nel vuoto (anche perché il davanzale era bassissimo), senza che nessuno dei presenti riuscisse a salvarlo. Il procedimento concluso oggi era stato aperto dalla vedova del ferroviere, Licia Rognini, con una denuncia per omicidio volontario contro il commissario capo dott. Luigi Calabresi (successivamente assassinato il 17 maggio 1972), il capitano dei carabinieri Savino Lo Grano e i sottufficiali di p.s. Pietro Mucilli, Carlo Mainardi, Vito Panessa e Giuseppe Caracuta; (settimo implicato, il dottor Antonino Allegra, allora dirigente della squadra politica: assente dall'ufficio quando il Pinelli precipitò, doveva rispondere di abuso di potere per avere trattenuto l'anarchico nei locali della Questura, senza l'autorizzazione del magistrato, dal 12 al 15 dicembre; il suo reato è estinto dall'amnistia). Nei confronti degli altri sei indiziati, il dottor D'Ambrosio ha dichiarato di non doversi procedere perché il fatto non sussiste. La sentenza assolve anche l'avvocato Carlo Smuraglia, già legale della famiglia Pinelli, che era stato indiziato di calunnia nei confronti dei rappresentanti della forza pubblica per averli accusati di omicidio volontario, violenza privata, sequestro dì persona, abuso d'ufficio e di autorità. A sostegno della tesi del malore che avrebbe causato la caduta di Pinelli dalla finestra, il dottor D'Ambrosio ricorda che il ferroviere «dalle 18,30 del 12 dicembre fino a pochi minuti prima delle 24 del 15 dicembre, fu sottoposto a una serie di stress, non consumò pasti regolari e dormì solo poche ore, una sola volta steso su una branda. Il fatto che venissero man mano rilasciati tutti i compagni anarchici fermati dopo di lui, non dovette poi certo tranquillizzarlo». La sera del 15, quando fu chiamato per un altro interrogatorio, Pinelli si sentì dire che Valpreda aveva confessato di aver messo la bomba della strage di piazza Fontana: certo una manovra ad effetto della polizia per indurlo a parlare. Un dubbio sfiorò comunque Pinelli che, rivolto a un amico, disse: «Se è stato un compagno lo uccido con le mie stesse mani». «Ogni tanto palesava momenti di assenza», scrive ancora il magistrato, aggiungendo che sovente «lamentava amnesie». Nella sentenza si esclude come «assolutamente inconsistente» l'ipotesi del lancio dalla finestra del corpo inanimato, sia per la mancanza di qualsiasi movente, sia perché essa è stata smentita dagli accertamenti tecnici svolti. Da escludere, per il giudice, anche la possibilità che il corpo inanimato sia stato appoggiato alla ringhiera e fatto ruotare intorno ad essa. «In tal caso — dice la sentenza — l'apice del corpo avrebbe urtato con estrema violenza il cornicione quattro metri più sotto, sporgente di ben 5O centimetri dal filo della ringhiera stessa. Avrebbero dovuto ri-scontrarsi, di conseguenza, da una parte una notevole deformazione del rivestimento in lamiera del cornicione (simile se non pari a quella lasciata dal manichino durante gli esperimenti), e dall'altra notevoli lesioni al capo del Pinelli: deformazione e lesioni che invece non sussistevano dopo i fatti». Il dottor D'Ambrosio assolve il dottor Calabresi anche dall'accusa di «omicidio colposo» nell'eventualità che non avesse impedito il suicidio del fermato. In primo luogo perché le contestazioni ad effetto della polizia non potevano creare in Pinelli la convinzione che nei suoi confronti ci fossero elementi di accusa; in secondo luogo non è verosimile che Pinelli si sia ucciso. Comunque, se anche fosse, la caduta dalla finestra «non fu preceduta da alcun segno che potesse lasciare prevedere ciò che stava per accadere, e il passaggio del corpo oltre la ringhiera si esaurì nel volgere di frazioni di secondo». Alcuni giorni or sono un gruppo di tredici docenti di alcune università italiane aveva presentato al magistrato una documentazione di 33 cartelle in cui si confutava la tesi del suicidio e si affermava che una serie di esperimenti "svolti portava a non escludere responsabilità dirette o indirette delle persone che si trovavano nella stanza al momento della caduta di Pinelli dalla finestra. Giuseppe Pinelli»
  • Mario Calabresi, Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo, 2007, ISBN 9788804568421. URL consultato il 15 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2023).
  • Leonardo Marino, Così uccidemmo il commissario Calabresi., Seconda edizione con post-fazione di Gemma Capra Calabresi, 2018, ISBN 9788881558025. URL consultato il 25 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2023).
    «L'autore ricostruisce gli avvenimenti giudiziari fino all'ottavo e definitivo processo, rispondendo alla formidabile campagna di aggressione a mezzo stampa di cui era stato oggetto. Il lettore scoprirà la grazia di un pentimento anche religioso, il ruolo determinante dei cosiddetti «grandi intellettuali» nello spingere alla rovina tanti ingenui giovani rivoluzionari, la figura di un martire, Luigi Calabresi, e le parole di perdono di Gemma, la moglie del commissario, che ha scritto la postfazione di questo fondamentale libro di storia.»
  • Il Commissario CALABRESI (PDF), su fidesvita.org, fidesvita.org. URL consultato il 4 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2018).
  • Luigi Calabresi, su rifondazione-cinecitta.org, rifondazione-cinecitta.org. URL consultato il 14 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2008).
  • La vita di Sandro Pertini, su centropertini.org, centropertini.org. URL consultato il 2 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  • Chi ha ucciso Giuseppe Pinelli?, su temporis.org, Temporis. URL consultato il 2 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  • Sentenza contro Luigi CALABRESI e altri per i fatti legati alla morte di Giuseppe Pinelli, su gerardodambrosio.it, 27 ottobre 1975. URL consultato il 7 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2012).
  • Calabresi beato?Nulla osta di Ruini, in TGcom, 23 febbraio 2007. URL consultato il 31 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2007).
  • Marco Tosatti, Calabresi beato, via libera di Ruini, in La Stampa.it, 26 febbraio 2007. URL consultato il 14 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2008).
  • Rita Bettaglio, Chi era Luigi Calabresi?, su ragionpolitica.it, Ragionpolitica.it, 6 marzo 2007. URL consultato il 14 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2014).