"Si assiste anche ad alcuni tentativi di scalata, nessuno dei quali coronato da successo, a realtà di vertice del capitalismo italiano (Bastogi, Edison). Queste sue spericolate operazioni finanziarie arrivano a suscitare i sospetti di governi alleati come quello francese e del Comando supremo italiano che decidono di promuovere un’indagine sulle sue attività. Viene persino implicato in denunce di spionaggio. Nel novembre 1919 Max Bondi entra alla Camera (circoscrizione Pisa-Livorno) come esponente di una lista liberal-democratica che associa radicali e combattenti. Alla sua elezione ha certamente contribuito l’imponente concentrazione editoriale realizzata dalla società Ilva di cui, nella sola Toscana, fanno parte «La Nazione» e «Il Nuovo Giornale» di Firenze, «Il Telegrafo» di Livorno e una serie di fogli minori locali": M. Lungonelli, Imprese e imprenditori toscani nella crisi del primo dopoguerra, in Il Biennio rosso in Toscana, Atti dell'Assemblea, 2021, pp. 19 e 30.
fondo Alti forni, Fonderie e Acciaierie di Piombino, su SIUSA - Sistema informativo unificato per le soprintendenze archivistiche. URL consultato il 5 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2018).